La teoria in Architettura è depositata nelle opere ovvero nella realtà immanente. Essa è portatrice di un sapere e questo sapere incorporato alle opere, è stabile che non vuol dire immoto, inconcusso, immutabile, indiscutibile ma solo “che sta” che ha fondamenta, che è fondato, un sapere che à-la Gadamer ha un ruolo “reggente e fondante”. Un sapere che se non riconosciuto stabile non si potrebbe neppure insegnare, trasmettere, comunicare, discutere, contestare e innovare. L’unico sapere che conosco che è epitome di ciò che è fondato, di ciò che è reggente, è l’Architettura quella che si tocca ma anche quella progettata quella formalizzata insomma non il processo che onanisticamente non pro-duce, non pro-getta ma solo discute.
Modi di scrivere. Conversazione con Nicola Emery / Capozzi, R.. - (2019). (Intervento presentato al convegno EDITORIA Modi di scrivere e di trasmettere la ricerca architettonica oggi tenutosi a Matera Campus Universitario nel 4-5 ottobre 2019).
Modi di scrivere. Conversazione con Nicola Emery
R. Capozzi
2019
Abstract
La teoria in Architettura è depositata nelle opere ovvero nella realtà immanente. Essa è portatrice di un sapere e questo sapere incorporato alle opere, è stabile che non vuol dire immoto, inconcusso, immutabile, indiscutibile ma solo “che sta” che ha fondamenta, che è fondato, un sapere che à-la Gadamer ha un ruolo “reggente e fondante”. Un sapere che se non riconosciuto stabile non si potrebbe neppure insegnare, trasmettere, comunicare, discutere, contestare e innovare. L’unico sapere che conosco che è epitome di ciò che è fondato, di ciò che è reggente, è l’Architettura quella che si tocca ma anche quella progettata quella formalizzata insomma non il processo che onanisticamente non pro-duce, non pro-getta ma solo discute.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.