L’Unione Europea, con la Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, ha istituito sul territorio una rete ecologica per il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. La Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Alle aree agricole, infatti, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo. Per questo l'obiettivo è di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali quali aree ad agricoltura tradizionale, boschi utilizzati e pascoli. La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat. In Italia l'individuazione dei Siti di Importanza Comunitaria proposti (pSIC) è di competenza delle Regioni e delle Province Autonome, che trasmettono i dati al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale li trasmette a sua volta alla Commissione. I SIC, a seguito della definizione delle misure di conservazione sito specifiche, habitat e specie specifiche, vengono designati come Zone Speciali di Conservazione (ZSC), con decreto ministeriale adottato d'intesa con ciascuna regione e provincia autonoma interessata. Tali misure non sono sempre di facile applicazione, soprattutto nei siti in cui convivono specie da proteggere e specie domestiche allevate dall’uomo. Un esempio del contrasto fra esigenze di protezione della fauna selvatica e quelle di corretta gestione degli animali da reddito viene offerto nei siti che ospitano sia chirotteri che si nutrono di insetti coprofagi che allevamenti di erbivori che necessitano di un controllo farmacologico dei parassiti gastrointestinali per garantirne il benessere e la produttività. Alcune delle molecole utilizzate (in particolare i lattoni macrociclici), infatti, concentrandosi nelle feci del bestiame, provocano la riduzione degli invertebrati coprofagi che rappresentano un risorsa trofica per i chirotteri. La validità di soluzioni quali l’impiego di molecole alternative e l’effettuazione dei trattamenti in determinate stagioni, andrebbe verificata sulla base dei parassiti presenti nelle diverse specie allevate (grandi e piccoli ruminanti ed equini), della gestione aziendale (stagionalità dei parti, manipolazione limitata degli animali, orientamento produttivo) e, soprattutto, dell’efficacia delle molecole attualmente disponibili. In Italia, infatti, l’antielmintico resistenza è stata poco indagata ma viene comunque evidenziata in molte realtà produttive. Si intende dunque verificare, nei SIC della Regione Lazio interessati da questa problematica, quali siano le strategie di controllo attuate nei confronti degli endoparassiti delle specie domestiche e la loro eventuale incompatibilità con le misure di conservazione; si intende verificare con analisi coprologiche il quadro parassitario presente e l’eventuale sviluppo di antielmintico resistenza. Tali indagini permetteranno di formulare delle linee guida per le corretta gestione delle parassitosi nelle specie da reddito allevate all’interno delle ZSC. Coles G.C., Jackson F., Pomroy W.E., Prichard R.K., von Samson-Himmelstjerna G., Silvestre A., Taylor M.A., Vercruysse J, 2006. The detection of anthelmintic resistance in nematodes of veterinary importance. Vet. Parasitol. 136: 167-185. Council Directive 92/43/EEC, 21 May 1992, Conservation of natural habitats and of wild fauna and flora. Duncan JL, Abbott EM, Arundel JH, Eysker M, Klei TR, Krecek RC, Lyons ET, Reinemeyer C, Slocombe JO, 2002; World association for the advancement of veterinary parasitology. Veterinary Parasitology, 103: 1-18. Suarez V.H., 2002. Helminthic control on grazing ruminants and environmental risks in South America. Vet. Res. 33: 563–573.

Gestione ecosostenibile delle parassitosi nei Siti di Interesse Comunitario del Lazio / Veneziano, V. - (2016). (Intervento presentato al convegno Gestione ecosostenibile delle parassitosi nei Siti di Interesse Comunitario del Lazio nel 28.11.2016).

Gestione ecosostenibile delle parassitosi nei Siti di Interesse Comunitario del Lazio

Veneziano V
2016

Abstract

L’Unione Europea, con la Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, ha istituito sul territorio una rete ecologica per il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. La Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Alle aree agricole, infatti, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo. Per questo l'obiettivo è di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali quali aree ad agricoltura tradizionale, boschi utilizzati e pascoli. La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat. In Italia l'individuazione dei Siti di Importanza Comunitaria proposti (pSIC) è di competenza delle Regioni e delle Province Autonome, che trasmettono i dati al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il quale li trasmette a sua volta alla Commissione. I SIC, a seguito della definizione delle misure di conservazione sito specifiche, habitat e specie specifiche, vengono designati come Zone Speciali di Conservazione (ZSC), con decreto ministeriale adottato d'intesa con ciascuna regione e provincia autonoma interessata. Tali misure non sono sempre di facile applicazione, soprattutto nei siti in cui convivono specie da proteggere e specie domestiche allevate dall’uomo. Un esempio del contrasto fra esigenze di protezione della fauna selvatica e quelle di corretta gestione degli animali da reddito viene offerto nei siti che ospitano sia chirotteri che si nutrono di insetti coprofagi che allevamenti di erbivori che necessitano di un controllo farmacologico dei parassiti gastrointestinali per garantirne il benessere e la produttività. Alcune delle molecole utilizzate (in particolare i lattoni macrociclici), infatti, concentrandosi nelle feci del bestiame, provocano la riduzione degli invertebrati coprofagi che rappresentano un risorsa trofica per i chirotteri. La validità di soluzioni quali l’impiego di molecole alternative e l’effettuazione dei trattamenti in determinate stagioni, andrebbe verificata sulla base dei parassiti presenti nelle diverse specie allevate (grandi e piccoli ruminanti ed equini), della gestione aziendale (stagionalità dei parti, manipolazione limitata degli animali, orientamento produttivo) e, soprattutto, dell’efficacia delle molecole attualmente disponibili. In Italia, infatti, l’antielmintico resistenza è stata poco indagata ma viene comunque evidenziata in molte realtà produttive. Si intende dunque verificare, nei SIC della Regione Lazio interessati da questa problematica, quali siano le strategie di controllo attuate nei confronti degli endoparassiti delle specie domestiche e la loro eventuale incompatibilità con le misure di conservazione; si intende verificare con analisi coprologiche il quadro parassitario presente e l’eventuale sviluppo di antielmintico resistenza. Tali indagini permetteranno di formulare delle linee guida per le corretta gestione delle parassitosi nelle specie da reddito allevate all’interno delle ZSC. Coles G.C., Jackson F., Pomroy W.E., Prichard R.K., von Samson-Himmelstjerna G., Silvestre A., Taylor M.A., Vercruysse J, 2006. The detection of anthelmintic resistance in nematodes of veterinary importance. Vet. Parasitol. 136: 167-185. Council Directive 92/43/EEC, 21 May 1992, Conservation of natural habitats and of wild fauna and flora. Duncan JL, Abbott EM, Arundel JH, Eysker M, Klei TR, Krecek RC, Lyons ET, Reinemeyer C, Slocombe JO, 2002; World association for the advancement of veterinary parasitology. Veterinary Parasitology, 103: 1-18. Suarez V.H., 2002. Helminthic control on grazing ruminants and environmental risks in South America. Vet. Res. 33: 563–573.
2016
Gestione ecosostenibile delle parassitosi nei Siti di Interesse Comunitario del Lazio / Veneziano, V. - (2016). (Intervento presentato al convegno Gestione ecosostenibile delle parassitosi nei Siti di Interesse Comunitario del Lazio nel 28.11.2016).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/746007
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