I radicali mutamenti dell’economia di fine Novecento, cui sono legati da un lato una profonda trasformazione della logica distributiva delle attività e delle infrastrutture, dall’altro il ridimensionamento delle attività produttive, hanno provocato la dismissione di numerosi spazi industriali, con la conseguente formazione di veri e propri “vuoti urbani”. In molti casi, tuttavia, accanto a questi vuoti, si possono identificare dei luoghi diventati “vuoti” perché, pur essendo in essi presente un certo grado di funzionalità, risultano, di fatto, privi di un ruolo riconoscibile e riconosciuto da parte della popolazione che ha finito col percepirli come spazi anonimi, avulsi dal proprio quotidiano. Si tratta piuttosto di “non luoghi”: nè identitari, nè storici, nè relazionali; in sostanza luoghi non antropologici, come gli aeroporti, le stazioni, i grandi centri commerciali e polifunzionali: luoghi di un’umanità che non ha più nulla di statico e tradizionale ma che è sempre in continuo mutamento. Tali strutture vengono, di norma, concepite per un utente generico, spersonalizzato, non per un individuo specifico e riconoscibile come diverso dagli altri. Questo lavoro, dopo aver analizzato, attraverso strumenti di indagine come i questionari, il “senso del luogo” della popolazione di alcuni territori presenti nell’area metropolitana di Napoli, nei quali sono stati realizzati l’Aeroporto di Capodichino, il Centro Direzionale di Napoli, l’Interporto di Nola, ed altri centri polifunzionali, si pone l’obiettivo di verificare se possa essere utile alle strategie di pianificazione affiancare funzionalità innovative a quelle tradizionali, per ricostruire la relazione diretta tra tali spazi e la popolazione ed accrescerne in essa la percezione di potenziali luoghi di aggregazione, dove possa svolgersi la vita sociale attraverso, ad esempio, l’introduzione di elementi di richiamo che ne riattivino l’uso e ne accrescano la funzione di veicoli di identità e riferimenti del senso di appartenenza al “luogo”. A tal fine, l’indagine prenderà in esame le esperienze e le valutazioni operate da esperti della pianificazione territoriale e dell’architettura del paesaggio, la leggibilità del quale rappresenta un noto presupposto per il miglioramento della qualità della vita.

I non luoghi come nuovi luoghi di aggregazione della società postmoderna / Palmentieri, Stefania. - (2019), pp. 2037-2043.

I non luoghi come nuovi luoghi di aggregazione della società postmoderna

PALMENTIERI STEFANIA
2019

Abstract

I radicali mutamenti dell’economia di fine Novecento, cui sono legati da un lato una profonda trasformazione della logica distributiva delle attività e delle infrastrutture, dall’altro il ridimensionamento delle attività produttive, hanno provocato la dismissione di numerosi spazi industriali, con la conseguente formazione di veri e propri “vuoti urbani”. In molti casi, tuttavia, accanto a questi vuoti, si possono identificare dei luoghi diventati “vuoti” perché, pur essendo in essi presente un certo grado di funzionalità, risultano, di fatto, privi di un ruolo riconoscibile e riconosciuto da parte della popolazione che ha finito col percepirli come spazi anonimi, avulsi dal proprio quotidiano. Si tratta piuttosto di “non luoghi”: nè identitari, nè storici, nè relazionali; in sostanza luoghi non antropologici, come gli aeroporti, le stazioni, i grandi centri commerciali e polifunzionali: luoghi di un’umanità che non ha più nulla di statico e tradizionale ma che è sempre in continuo mutamento. Tali strutture vengono, di norma, concepite per un utente generico, spersonalizzato, non per un individuo specifico e riconoscibile come diverso dagli altri. Questo lavoro, dopo aver analizzato, attraverso strumenti di indagine come i questionari, il “senso del luogo” della popolazione di alcuni territori presenti nell’area metropolitana di Napoli, nei quali sono stati realizzati l’Aeroporto di Capodichino, il Centro Direzionale di Napoli, l’Interporto di Nola, ed altri centri polifunzionali, si pone l’obiettivo di verificare se possa essere utile alle strategie di pianificazione affiancare funzionalità innovative a quelle tradizionali, per ricostruire la relazione diretta tra tali spazi e la popolazione ed accrescerne in essa la percezione di potenziali luoghi di aggregazione, dove possa svolgersi la vita sociale attraverso, ad esempio, l’introduzione di elementi di richiamo che ne riattivino l’uso e ne accrescano la funzione di veicoli di identità e riferimenti del senso di appartenenza al “luogo”. A tal fine, l’indagine prenderà in esame le esperienze e le valutazioni operate da esperti della pianificazione territoriale e dell’architettura del paesaggio, la leggibilità del quale rappresenta un noto presupposto per il miglioramento della qualità della vita.
2019
978-88-942641-2-8
I non luoghi come nuovi luoghi di aggregazione della società postmoderna / Palmentieri, Stefania. - (2019), pp. 2037-2043.
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