Marco Fonteio, che era stato governatore della Gallia Narbonense tra il 76 e il 74 a.C., al ritorno a Roma viene accusato dai provinciali di repetundae. La sua difesa è assunta da Cicerone, che nel 70 (o forse nel 69 a.C.) pronuncia l’orazione Pro Fonteio, il cui testo ci è solo parzialmente giunto. Tre i capi di accusa: de crimine vinario, de bello Vocontiorum, de dispositione hibernorum. Il primo, in particolare, viene considerato dagli accusatori particolarmente odioso (invidiosissimum et maximum): Fonteio avrebbe stabilito, ben prima di arrivare in provincia, un portorium sul vino (non in Gallia primum venisse in mentem ut portorium vini institueret), con tariffe fisse e differenziate a seconda della località in cui era riscosso. Il brano, molto noto e studiato, lascia tuttora aperti numerosi quesiti. Dal punto di vista giuridico: in cosa consisterebbe l’illecito di Fonteio? Nel fatto di aver creato nuovi portoria? o piuttosto di averne tratto un profitto personale? Dal punto di vista storico-economico: come si rapportano questi dazi fissi su un solo specifico prodotto (il vino appunto) con le tariffe ad valorem (in genere una quadragesima) normalmente percepite anche in Gallia? E ancora va osservato che la cifra chiesta per il portorium cambia nelle quattro località citate, arrivando a sei denari per il vino destinato a superare i confini del territorio romano (ab eis qui ad hostem portarent). Ma emerge esplicitamente anche un altro elemento dall’orazione ciceroniana: l’accusa è tanto più grave proprio perché riguarda il commercio del vino (video, iudices, esse crimen et genere ipso magnum), chiaramente il vino che dall’Italia viene mandato in provincia e oltre (vectigal enim esse impositum fructibus nostris dicitur), lasciando intravedere una qualche forma di ‘protezione’ della produzione italica, in genere esclusa per il mondo romano.

De crimine vinario / Merola, G. D.. - (2019). (Intervento presentato al convegno Simposio Internazionale LAWINE. Diritti e prassi commerciali nel Mediterraneo antico. tenutosi a Napoli, ex Dipartimento di diritto romano. nel 17-18 gennaio 2019).

De crimine vinario

G. D. Merola
2019

Abstract

Marco Fonteio, che era stato governatore della Gallia Narbonense tra il 76 e il 74 a.C., al ritorno a Roma viene accusato dai provinciali di repetundae. La sua difesa è assunta da Cicerone, che nel 70 (o forse nel 69 a.C.) pronuncia l’orazione Pro Fonteio, il cui testo ci è solo parzialmente giunto. Tre i capi di accusa: de crimine vinario, de bello Vocontiorum, de dispositione hibernorum. Il primo, in particolare, viene considerato dagli accusatori particolarmente odioso (invidiosissimum et maximum): Fonteio avrebbe stabilito, ben prima di arrivare in provincia, un portorium sul vino (non in Gallia primum venisse in mentem ut portorium vini institueret), con tariffe fisse e differenziate a seconda della località in cui era riscosso. Il brano, molto noto e studiato, lascia tuttora aperti numerosi quesiti. Dal punto di vista giuridico: in cosa consisterebbe l’illecito di Fonteio? Nel fatto di aver creato nuovi portoria? o piuttosto di averne tratto un profitto personale? Dal punto di vista storico-economico: come si rapportano questi dazi fissi su un solo specifico prodotto (il vino appunto) con le tariffe ad valorem (in genere una quadragesima) normalmente percepite anche in Gallia? E ancora va osservato che la cifra chiesta per il portorium cambia nelle quattro località citate, arrivando a sei denari per il vino destinato a superare i confini del territorio romano (ab eis qui ad hostem portarent). Ma emerge esplicitamente anche un altro elemento dall’orazione ciceroniana: l’accusa è tanto più grave proprio perché riguarda il commercio del vino (video, iudices, esse crimen et genere ipso magnum), chiaramente il vino che dall’Italia viene mandato in provincia e oltre (vectigal enim esse impositum fructibus nostris dicitur), lasciando intravedere una qualche forma di ‘protezione’ della produzione italica, in genere esclusa per il mondo romano.
2019
De crimine vinario / Merola, G. D.. - (2019). (Intervento presentato al convegno Simposio Internazionale LAWINE. Diritti e prassi commerciali nel Mediterraneo antico. tenutosi a Napoli, ex Dipartimento di diritto romano. nel 17-18 gennaio 2019).
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