Questo volume propone un ricco corpus di contributi sulla ‘Città Altra’, un tema sinora poco battuto ma degno di tutta la nostra attenzione, che s’impone sulla scena della storiografia internazionale, moderna e contemporanea, per la sua innegabile attualità. Nel corso della storia, la città ha dovuto sempre fare i conti con le ‘alterità’ sociali, ossia con i privilegi di classe e, conseguentemente, con la discriminazione e l’emarginazione delle minoranze, dei meno abbienti, degli stranieri, insomma con le diversità di status, di cultura, di religione. Sicché il tessuto urbano ha finito per strutturarsi anche in funzione di quelle diseguaglianze, oltre che dei luoghi strategici per l’esercizio del potere, del controllo politico, militare o sociale, degli spazi per la reclusione, per l’isolamento sanitario o per il rimedio ‘temporaneo’ alle catastrofi. Dai primi ritratti di città elaborati e diffusi sul principio del Quattrocento per fini di esaltazione politica o per la propaganda religiosa e per scopi devozionali, che spesso, attraverso tecniche grafiche sempre più raffinate, falsano o addirittura negano la vera immagine urbana, si giunge, all’alba della storia contemporanea, al nuovo significato dato dalla topografia scientifica e dai nuovi metodi di rappresentazione, atti a svelare la struttura e il paesaggio urbano nella loro oggettività, spesso cruda e inaspettata per quanti, prima di allora, avessero conosciuto la città attraverso il filtro dell’iconografia ‘di regime’. La rappresentazione dell’immagine urbana mostra ancora oggi le contraddizioni di una comunità che a volte include, e persino esalta, le diversità, altre volte le respinge, tradendo il malessere di una difficile integrazione. / This volume proposes a rich corpus of papers about the ‘Other City’, a subject only few times dealt with, but worthy of all our attention: it imposes itself on the scene of international modern and contemporary historiography for its undeniable topicality. Throughout history, the city has always had to deal with social ‘otherness’, i.e. with class privileges and, consequently, with discrimination and marginalization of minorities, of the less well-off, of foreigners, in short, with the differences in status, culture, religion. So that the urban fabric has ended up structuring itself also in function of those inequalities, as well as of the strategic places for the exercise of power, of the political, military or social control, of the spaces for imprisonment, for the sanitary isolation or for the ‘temporary’ remedy to the catastrophes. From the first portraits of cities, made and diffused at the beginning of the fifteenth century for political exaltation purposes or for religious propaganda and for devotional purposes, which often, through increasingly refined graphic techniques, distort or even deny the true urban image, we reach, at the dawn of contemporary history, the new meaning given by scientific topography and new methods of representation; these latter aimed at revealing the structure and the urban landscape in their objectivity, often unexpected for who had known the city through the filter of ‘regime’ iconography. The representation of the urban image still shows the contradictions of a community that sometimes includes and even exalts the diversities, other times rejects them, showing the unease of a difficult integration.

Un quartiere direzionale per la città borghese: il progetto di Giuseppe Michelacci per un palazzo reale a Firenze nel primo Ottocento / Capano, Francesca. - (2018), pp. 1-2095.

Un quartiere direzionale per la città borghese: il progetto di Giuseppe Michelacci per un palazzo reale a Firenze nel primo Ottocento

Francesca Capano
2018

Abstract

Questo volume propone un ricco corpus di contributi sulla ‘Città Altra’, un tema sinora poco battuto ma degno di tutta la nostra attenzione, che s’impone sulla scena della storiografia internazionale, moderna e contemporanea, per la sua innegabile attualità. Nel corso della storia, la città ha dovuto sempre fare i conti con le ‘alterità’ sociali, ossia con i privilegi di classe e, conseguentemente, con la discriminazione e l’emarginazione delle minoranze, dei meno abbienti, degli stranieri, insomma con le diversità di status, di cultura, di religione. Sicché il tessuto urbano ha finito per strutturarsi anche in funzione di quelle diseguaglianze, oltre che dei luoghi strategici per l’esercizio del potere, del controllo politico, militare o sociale, degli spazi per la reclusione, per l’isolamento sanitario o per il rimedio ‘temporaneo’ alle catastrofi. Dai primi ritratti di città elaborati e diffusi sul principio del Quattrocento per fini di esaltazione politica o per la propaganda religiosa e per scopi devozionali, che spesso, attraverso tecniche grafiche sempre più raffinate, falsano o addirittura negano la vera immagine urbana, si giunge, all’alba della storia contemporanea, al nuovo significato dato dalla topografia scientifica e dai nuovi metodi di rappresentazione, atti a svelare la struttura e il paesaggio urbano nella loro oggettività, spesso cruda e inaspettata per quanti, prima di allora, avessero conosciuto la città attraverso il filtro dell’iconografia ‘di regime’. La rappresentazione dell’immagine urbana mostra ancora oggi le contraddizioni di una comunità che a volte include, e persino esalta, le diversità, altre volte le respinge, tradendo il malessere di una difficile integrazione. / This volume proposes a rich corpus of papers about the ‘Other City’, a subject only few times dealt with, but worthy of all our attention: it imposes itself on the scene of international modern and contemporary historiography for its undeniable topicality. Throughout history, the city has always had to deal with social ‘otherness’, i.e. with class privileges and, consequently, with discrimination and marginalization of minorities, of the less well-off, of foreigners, in short, with the differences in status, culture, religion. So that the urban fabric has ended up structuring itself also in function of those inequalities, as well as of the strategic places for the exercise of power, of the political, military or social control, of the spaces for imprisonment, for the sanitary isolation or for the ‘temporary’ remedy to the catastrophes. From the first portraits of cities, made and diffused at the beginning of the fifteenth century for political exaltation purposes or for religious propaganda and for devotional purposes, which often, through increasingly refined graphic techniques, distort or even deny the true urban image, we reach, at the dawn of contemporary history, the new meaning given by scientific topography and new methods of representation; these latter aimed at revealing the structure and the urban landscape in their objectivity, often unexpected for who had known the city through the filter of ‘regime’ iconography. The representation of the urban image still shows the contradictions of a community that sometimes includes and even exalts the diversities, other times rejects them, showing the unease of a difficult integration.
2018
978-88-99930-03-5
Un quartiere direzionale per la città borghese: il progetto di Giuseppe Michelacci per un palazzo reale a Firenze nel primo Ottocento / Capano, Francesca. - (2018), pp. 1-2095.
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