Già alla fine degli anni Novanta Jerome Bruner aveva indicato una linea di tendenza caratterizzante lo scenario culturale, politico e sociale del mondo contemporaneo, in cui si sono andati progressivamente a definire due modelli educativi: un modello “specialistico” (tecnico e professionalizzante) che si è evoluto a partire dall’età moderna ed un modello “polivalente” (riflessivo, multifunzionale) sviluppato in una prospettiva post- moderna (Bruner, 1996). Quale modello potrebbe risultare più efficace in un mondo globalizzato in cui si definisce la possibilità di coltivare una cittadinanza planetaria? Nella misura in cui nei diversi scenari della formazione che connotano il mondo in cui viviamo si riconosce da un lato l’esigenza di abilità professionali e tecniche, dall’altro il bisogno di auto-consapevolezza, coscienza critica, flessibilità e riflessività, questi modelli sembrano essere in qualche modo in competizione. Un trend ampiamente condiviso in ambito internazionale definisce gli obiettivi di cittadinanza in termini di abilità, conoscenze e competenze sulla base dei quali vengono ad essere specificamente costruiti percorsi curricolari dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria. La cittadinanza si traduce, quindi, nell’esercizio contestuale e strategico di saperi e competenze in una pluralità di contesti che ne richiedono l’applicazione. Si tende così ad inscrivere anche la cittadinanza all’interno di una prospettiva tecnico-specialistica, in cui i processi educativi sono orientati a far acquisire, testare e validare una serie di strumentalità apprese. Puntare sull’apprendimento (in una prospettiva che Gert Biesta ha definito “learnification”) significa declinare l’educazione essenzialmente come istruzione, acquisizione di conoscenze che si traducono in competenze con l’obiettivo di dotare i cittadini di un bagaglio di “know what” e di “know how” che consentono loro di confrontarsi in modo informato e competente con i problemi e le sfide che incontreranno su diversi piani e a diversi livelli. Ciò ci chiede di orientare i processi educativi verso la creazione di profili culturali e professionali che possano trovare una collocazione effettiva in un contesto globale. Nondimeno come sottolinea Nel Noddings i bisogni educativi che caratterizzano uno scenario planetario non sono riferibili unicamente all’acquisizione di forme di conoscenza e di competenze, ma piuttosto alla capacità di esercitare forme di discernimento e di scelta consapevole e di preoccuparsi per questioni di rilevanza globale (Noddings, 2005). Ciò significa che l’educazione non dovrebbe essere uno strumento per l’acquisizione di saperi, abilità e competenze, ma piuttosto uno strumento per sostenere diverse forme di impegno e di pensiero in funzione di un posizionamento etico e responsabile nei confronti di questioni di interesse universale, che riguardano a tutto tondo processi di sviluppo umano e sociale. In questa prospettiva la cittadinanza non si configura come l’esercizio attento ed informato di competenze sostenute da un solido background di saperi, ma come l’espressione di forme di agency, condivisione, impegno, riflessione in cui gli individui, nella loro complessa identità di persone connotate da una propria cultura e da una propria storia, giocano un ruolo essenziale. Si tratterebbe quindi di orientare i processi educativi verso lo sviluppo di identità personali consapevoli, capaci, flessibili, riflessive e responsabili che possano essere agenti attivi e propositivi all’interno di una pluralità di contesti, contribuendo allo sviluppo e al cambiamento sociale. Lo sviluppo si realizza soltanto se si configura come il prodotto dell’intersezione di quattro direttrici di forza: lo sviluppo ed il cambiamento sociale, l’inclusione sociale e lo sviluppo umano. All’interno di questo complesso scenario l’educazione è chiamata a contribuire alla realizzazione di tutti questi processi nella misura in cui essi sono intessuti insieme. La sfida è integrare prospettive contestuali e globali in un gioco di specchi che ci consente di avere una rappresentazione multiprospettica della complessa realtà del mondo globalizzato e del pianeta. Allo sviluppo di una coscienza dei bisogni globali in una prospettiva planetaria e di una cittadinanza globale è necessario integrare la consapevolezza delle opportunità e delle risorse disponibili nei diversi contesti e sistemi sociali all’interno di uno scenario globale. Ciò allo scopo di sostenere maggiori aspirazioni e canalizzare una maggiore quantità di energie positive. All’interno di questa cornice la cittadinanza globale può essere considerata il risultato di un intreccio di due fattori: l’ educazione globale e la globalizzazione dei processi educativi. La richiesta di una educazione globale in una prospettiva planetaria è una questione problematica da un punto di vista pedagogico. Essa infatti non deve essere intesa come un processo orientato a fornire a tutti i cittadini abilità, conoscenze, e prospettive allo scopo di creare una forza lavoro, competente e motivata a servizio di una economia globalizzata ed una personalità civica informata, ma un processo più articolato e complesso di cambiamento culturale e di sviluppo sociale basato su una nuova comprensione ed una nuova visione dei problemi globali. Questa prospettiva è delineata in modo chiaro nella Maastricht Global Education Declaration in cui si sottolinea come l’educazione globale debba essere orientata a dare strumenti culturali e cognitivi per creare “cittadini consapevoli e partecipativi” (EU, 2002) e debba configurarsi come un complesso e multidimensionale processo di “empowerment” basato sul pieno riconoscimento e sull’uso consapevole delle risorse personali ed orientato alla crescita individuale e collettiva (Cuzba, Page, 1999). Si tratta di un processo che implica emancipazione, intesa come progressiva liberazione da vincoli culturali e sociali che possono condizionare o limitare l’agentività e l’espressione delle capacità individuali a servizio dello sviluppo sociale. L’acquizione e l’esercizio di una identità di cittadino implica l’aver affrontato un percorso di quello che Jacques Rancière definisce “emancipazione sociale” in cui determinanti sono il riconoscimento e la chiamata in causa dell’altro come soggetto pensante e parlante che si colloca in « una sorta di comunità degli esseri parlanti, o degli esseri ragionevoli”; questa comunità si configura come una realtà fluida, dipendente dal mantenimento dell’intenzione comunicativa, dalla reciprocità di un voler dire e di un voler ascoltare» realizzando l’emancipazione nella sua dimensione pubblica e sociale (Ranciere, L’esercizio della cittadinanza passa attraverso il riconoscimento di sé come agenti attivi e propositivi, capaci di assumersi responsabiltà e rischi e di impegnarsi progettualmente per la realizzazione di processi di crescita e di cambiamento di cui si riconoscono le potenzialità di impatto a breve, medio e lungo termine a livello locale e globale. L’educazione del cittadino planetario passa necessariamente un processo che Paulo Freire definirebbe di “coscientizzazione” attraverso cui diventa possibile prendere coscienza della propria condizione, del proprio ruolo, della propria posizione nel mondo e per costruire nuove forme di relazione con le cose e con gli altri (Freire….). Un aspetto chiave della “coscientizzazione” è l’approfondimento della consapevolezza del contesto socioculturale con cui l’individuo co-evolve e del suo potenziale di cambiamento e di trasformazione;. in una prospettiva globale e planetaria richiede un quotidiano riposizionamento rispetto ad eventi, problemi, situazioni apparentemente remoti dei quali si giunge a preoccuparsi e a prendersi cura in prima persona (Noddings, 2005). Tra questi uno dei temi che richiede di essere affrontato a livello globale e trasversale da diversi punti di vista è quello dello sviluppo sostenibile delle risorse ambientali.

L'educazione del cittadino planetario / Striano, Maura; Marone, Francesca; Oliverio, Stefano; Vittoria, Paolo. - (2018). (Intervento presentato al convegno Cittadini di un pianeta intelligente. Quali saperi per la civiltà terrestre tenutosi a Università di Firenze nel 4 ottobre 2018).

L'educazione del cittadino planetario

Maura Striano
Conceptualization
;
Francesca Marone
Conceptualization
;
Stefano Oliverio
Conceptualization
;
Paolo Vittoria
Conceptualization
2018

Abstract

Già alla fine degli anni Novanta Jerome Bruner aveva indicato una linea di tendenza caratterizzante lo scenario culturale, politico e sociale del mondo contemporaneo, in cui si sono andati progressivamente a definire due modelli educativi: un modello “specialistico” (tecnico e professionalizzante) che si è evoluto a partire dall’età moderna ed un modello “polivalente” (riflessivo, multifunzionale) sviluppato in una prospettiva post- moderna (Bruner, 1996). Quale modello potrebbe risultare più efficace in un mondo globalizzato in cui si definisce la possibilità di coltivare una cittadinanza planetaria? Nella misura in cui nei diversi scenari della formazione che connotano il mondo in cui viviamo si riconosce da un lato l’esigenza di abilità professionali e tecniche, dall’altro il bisogno di auto-consapevolezza, coscienza critica, flessibilità e riflessività, questi modelli sembrano essere in qualche modo in competizione. Un trend ampiamente condiviso in ambito internazionale definisce gli obiettivi di cittadinanza in termini di abilità, conoscenze e competenze sulla base dei quali vengono ad essere specificamente costruiti percorsi curricolari dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria. La cittadinanza si traduce, quindi, nell’esercizio contestuale e strategico di saperi e competenze in una pluralità di contesti che ne richiedono l’applicazione. Si tende così ad inscrivere anche la cittadinanza all’interno di una prospettiva tecnico-specialistica, in cui i processi educativi sono orientati a far acquisire, testare e validare una serie di strumentalità apprese. Puntare sull’apprendimento (in una prospettiva che Gert Biesta ha definito “learnification”) significa declinare l’educazione essenzialmente come istruzione, acquisizione di conoscenze che si traducono in competenze con l’obiettivo di dotare i cittadini di un bagaglio di “know what” e di “know how” che consentono loro di confrontarsi in modo informato e competente con i problemi e le sfide che incontreranno su diversi piani e a diversi livelli. Ciò ci chiede di orientare i processi educativi verso la creazione di profili culturali e professionali che possano trovare una collocazione effettiva in un contesto globale. Nondimeno come sottolinea Nel Noddings i bisogni educativi che caratterizzano uno scenario planetario non sono riferibili unicamente all’acquisizione di forme di conoscenza e di competenze, ma piuttosto alla capacità di esercitare forme di discernimento e di scelta consapevole e di preoccuparsi per questioni di rilevanza globale (Noddings, 2005). Ciò significa che l’educazione non dovrebbe essere uno strumento per l’acquisizione di saperi, abilità e competenze, ma piuttosto uno strumento per sostenere diverse forme di impegno e di pensiero in funzione di un posizionamento etico e responsabile nei confronti di questioni di interesse universale, che riguardano a tutto tondo processi di sviluppo umano e sociale. In questa prospettiva la cittadinanza non si configura come l’esercizio attento ed informato di competenze sostenute da un solido background di saperi, ma come l’espressione di forme di agency, condivisione, impegno, riflessione in cui gli individui, nella loro complessa identità di persone connotate da una propria cultura e da una propria storia, giocano un ruolo essenziale. Si tratterebbe quindi di orientare i processi educativi verso lo sviluppo di identità personali consapevoli, capaci, flessibili, riflessive e responsabili che possano essere agenti attivi e propositivi all’interno di una pluralità di contesti, contribuendo allo sviluppo e al cambiamento sociale. Lo sviluppo si realizza soltanto se si configura come il prodotto dell’intersezione di quattro direttrici di forza: lo sviluppo ed il cambiamento sociale, l’inclusione sociale e lo sviluppo umano. All’interno di questo complesso scenario l’educazione è chiamata a contribuire alla realizzazione di tutti questi processi nella misura in cui essi sono intessuti insieme. La sfida è integrare prospettive contestuali e globali in un gioco di specchi che ci consente di avere una rappresentazione multiprospettica della complessa realtà del mondo globalizzato e del pianeta. Allo sviluppo di una coscienza dei bisogni globali in una prospettiva planetaria e di una cittadinanza globale è necessario integrare la consapevolezza delle opportunità e delle risorse disponibili nei diversi contesti e sistemi sociali all’interno di uno scenario globale. Ciò allo scopo di sostenere maggiori aspirazioni e canalizzare una maggiore quantità di energie positive. All’interno di questa cornice la cittadinanza globale può essere considerata il risultato di un intreccio di due fattori: l’ educazione globale e la globalizzazione dei processi educativi. La richiesta di una educazione globale in una prospettiva planetaria è una questione problematica da un punto di vista pedagogico. Essa infatti non deve essere intesa come un processo orientato a fornire a tutti i cittadini abilità, conoscenze, e prospettive allo scopo di creare una forza lavoro, competente e motivata a servizio di una economia globalizzata ed una personalità civica informata, ma un processo più articolato e complesso di cambiamento culturale e di sviluppo sociale basato su una nuova comprensione ed una nuova visione dei problemi globali. Questa prospettiva è delineata in modo chiaro nella Maastricht Global Education Declaration in cui si sottolinea come l’educazione globale debba essere orientata a dare strumenti culturali e cognitivi per creare “cittadini consapevoli e partecipativi” (EU, 2002) e debba configurarsi come un complesso e multidimensionale processo di “empowerment” basato sul pieno riconoscimento e sull’uso consapevole delle risorse personali ed orientato alla crescita individuale e collettiva (Cuzba, Page, 1999). Si tratta di un processo che implica emancipazione, intesa come progressiva liberazione da vincoli culturali e sociali che possono condizionare o limitare l’agentività e l’espressione delle capacità individuali a servizio dello sviluppo sociale. L’acquizione e l’esercizio di una identità di cittadino implica l’aver affrontato un percorso di quello che Jacques Rancière definisce “emancipazione sociale” in cui determinanti sono il riconoscimento e la chiamata in causa dell’altro come soggetto pensante e parlante che si colloca in « una sorta di comunità degli esseri parlanti, o degli esseri ragionevoli”; questa comunità si configura come una realtà fluida, dipendente dal mantenimento dell’intenzione comunicativa, dalla reciprocità di un voler dire e di un voler ascoltare» realizzando l’emancipazione nella sua dimensione pubblica e sociale (Ranciere, L’esercizio della cittadinanza passa attraverso il riconoscimento di sé come agenti attivi e propositivi, capaci di assumersi responsabiltà e rischi e di impegnarsi progettualmente per la realizzazione di processi di crescita e di cambiamento di cui si riconoscono le potenzialità di impatto a breve, medio e lungo termine a livello locale e globale. L’educazione del cittadino planetario passa necessariamente un processo che Paulo Freire definirebbe di “coscientizzazione” attraverso cui diventa possibile prendere coscienza della propria condizione, del proprio ruolo, della propria posizione nel mondo e per costruire nuove forme di relazione con le cose e con gli altri (Freire….). Un aspetto chiave della “coscientizzazione” è l’approfondimento della consapevolezza del contesto socioculturale con cui l’individuo co-evolve e del suo potenziale di cambiamento e di trasformazione;. in una prospettiva globale e planetaria richiede un quotidiano riposizionamento rispetto ad eventi, problemi, situazioni apparentemente remoti dei quali si giunge a preoccuparsi e a prendersi cura in prima persona (Noddings, 2005). Tra questi uno dei temi che richiede di essere affrontato a livello globale e trasversale da diversi punti di vista è quello dello sviluppo sostenibile delle risorse ambientali.
2018
L'educazione del cittadino planetario / Striano, Maura; Marone, Francesca; Oliverio, Stefano; Vittoria, Paolo. - (2018). (Intervento presentato al convegno Cittadini di un pianeta intelligente. Quali saperi per la civiltà terrestre tenutosi a Università di Firenze nel 4 ottobre 2018).
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