Il libro è il frutto di un lungo e approfondito lavoro di ricerca, documentale e visuale, analitico e critico, ma esso è, per molti aspetti, anche la testimonianza di una vicenda identitaria e persino esistenziale, evoca, cioè, una storia di traiettorie biografiche che si sono descritte in parallelo, oppure incrociandosi variamente, nel corso del tempo. Insomma, il dialogo che gli autori hanno sempre intrattenuto in questi anni, si è sviluppato certo, intercettando taluni momenti salienti di riflessione sociologica, aprendosi a prospettive scientifiche affascinanti e suggestive, ma è stato, non secondariamente, la scena di un colloquio culturale ed accademico, fondato sull’amicizia, sulla stima, personale ed intellettuale, aspetto che rappresenta il punto di partenza fondamentale. Il testo che presentiamo qui ha origine da alcuni spunti presenti nella sezione terza de Il Medium Nucleare (1987) di Luigi Caramiello, che hanno sollecitato un approfondimento della ricerca, avviata dall’autore, nella prima metà degli anni Ottanta e proseguita, poi, sino a tutti gli anni Novanta. Gli scritti sono poi finiti nel cassetto, insieme a tanti altri, e sono stati ripresi dalla sua allieva, Raffaella Monia Calia, allora dottoranda di ricerca, al fine di poterli, proficuamente, integrare, sia dal punto di vista “cronologico”, ma sarebbe più corretto dire “epocale”, sia dedicandosi all’analisi sociologica di quegli ambiti culturali, come la pittura, le arti figurative e performative, che pure avevano affrontato, a più riprese, la tematica della catastrofe atomica, come chiave di un più importante mutamento sociale e che erano stati solo toccati nel contesto originario della riflessione sull’immaginario nucleare. Per quanto il lavoro di ricerca di reperti visuali, iconografici, letterari, filmici e testuali non si sia mai interrotto negli anni, dall’una e dall’altra parte, la redazione definitiva del testo ha impiegato più tempo di quello previsto, poiché la stessa Calia, ha dovuto superare non poche difficoltà per “contenere” l’ingente mole di materiali che si accumulavano (e giungono costantemente) sulla scena della riflessione tematica in oggetto. La ricerca e lo studio, affrontati dai due autori, riflettono, in un certo qual modo, anche il clima culturale nel quale sono vissuti e si sono formati; Caramiello, infatti, ha rielaborato, nel primo e secondo capitolo, un racconto della catastrofe più vicino alle tematiche geo-politiche che hanno interessato gli anni della Guerra Fredda, e quelli immediatamente successivi alla sua "conclusione", con chiari rimandi ad opere narrative che si concentravano principalmente sull’avvenuto declino delle Grandi Narrazioni ideologiche e su un nuovo scenario agonistico, dove il nemico, i mostri ed i mutanti da combattere riecheggiavano, spesso e volentieri trasfigurandola in chiave immaginifica, la realtà geopolitica e le complesse dinamiche del tradizionale e nuovo conflitto tra potenze mondiali. Calia ha approfondito, invece, nel terzo e quarto capitolo, le nuove narrative del disastro atomico, più caratterizzate in senso psicologico ed esistenziale, un repertorio, tanto caro alla sua infanzia e adolescenza, che ha trovato il suo massimo compimento in tutta quella produzione artistica, animata e mangaesque, soprattutto di matrice giapponese, stagliata su una city-decadence, i cui luoghi cyberpunk e virtuali, rimandano a spazi mortiferi da gestire anche solipsisticamente, ripiegati in possibili intersezioni di una “realtà” allucinata, persino, favolistica, ma sostanzialmente “finta”. Sono gli anni della fine della contestazione "classica", e dell’emergere di élite senzienti e non che trasfigurano, brutalmente, all’esterno, sul proprio “habitus”, riconfigurazioni di una possibile conformità o dissidenza. Allo stesso modo, questo sub-strato immaginifico, diviene il portato attraverso cui si ri-configurano “resistenze simboliche” di giovani e di adulti infantilizzati, come li chiamerebbe Bruckner, dando vita ad inediti modelli di comportamento, che si “organizzano” mediante peculiari stili di vita, caratterizzati da una crisi apocalittica perenne, globale ed intimista, letta più come una risorsa che come rischio sociale, di cui i meccanismi di consumo tipici, concorrono a strutturare una vaga, instabile seppur plurima, cornice identitaria, senza fissa dimora. In ogni modo, le due traiettorie di indagine sociologica hanno trovato il modo di ricomporsi, nella maniera più coerente e la lunga gestazione dell’opera é arrivata finalmente al traguardo. Oggi vede le stampe, scongiurando il rischio di vanificare un così lungo e meticoloso lavoro di indagine e riflessione. Naturalmente, neppure con questa nuova importante tappa di analisi sociologica, possiamo pensare di aver conseguito esiti conclusivi, non solo per la vastità del filone della fiction che ha fatto della distruzione atomica il suo fondamentale patrimonio immaginativo, ma anche perché l’Apocalisse atomica, da quando è comparsa sulla scena esistenziale della comunità umana ha continuato e continuerà ad agire come una sorta di convitato di pietra della sensibilità collettiva anche e marcatamente in rapporto ai nuovi scenari globali della comunicazione digitale. Sono passati trent’anni da quando inaugurammo questo filone di analisi, che ha sollecitato la riflessione di tanti altri studiosi, che ha avuto continuatori sapienti e valorosi, epigoni modesti e talvolta imitatori maldestri. Oggi, con questo lavoro, ci ripresentiamo con spirito nuovo e idee originali, sulla scia che tracciammo allora, sperando che ancora tanti altri possano percorrere questa strada e fornire i loro contributi alla ricerca. Lo auspichiamo molto vivamente, anche perché questo vorrà dire che l’apocalisse atomica, con tutta la complessità del suo portato, sarà ancora un oggetto “confinato” nei territori dell’immaginario.

L'Apocalisse Immaginaria. Sociologia della fiction nucleare e post-atomica: scenari della comunicazione fra analogico e digitale / Calia, Raffaella Monia; Caramiello, Luigi. - (2019), pp. 3-232.

L'Apocalisse Immaginaria. Sociologia della fiction nucleare e post-atomica: scenari della comunicazione fra analogico e digitale

CALIA, Raffaella Monia
;
CARAMIELLO, LUIGI
2019

Abstract

Il libro è il frutto di un lungo e approfondito lavoro di ricerca, documentale e visuale, analitico e critico, ma esso è, per molti aspetti, anche la testimonianza di una vicenda identitaria e persino esistenziale, evoca, cioè, una storia di traiettorie biografiche che si sono descritte in parallelo, oppure incrociandosi variamente, nel corso del tempo. Insomma, il dialogo che gli autori hanno sempre intrattenuto in questi anni, si è sviluppato certo, intercettando taluni momenti salienti di riflessione sociologica, aprendosi a prospettive scientifiche affascinanti e suggestive, ma è stato, non secondariamente, la scena di un colloquio culturale ed accademico, fondato sull’amicizia, sulla stima, personale ed intellettuale, aspetto che rappresenta il punto di partenza fondamentale. Il testo che presentiamo qui ha origine da alcuni spunti presenti nella sezione terza de Il Medium Nucleare (1987) di Luigi Caramiello, che hanno sollecitato un approfondimento della ricerca, avviata dall’autore, nella prima metà degli anni Ottanta e proseguita, poi, sino a tutti gli anni Novanta. Gli scritti sono poi finiti nel cassetto, insieme a tanti altri, e sono stati ripresi dalla sua allieva, Raffaella Monia Calia, allora dottoranda di ricerca, al fine di poterli, proficuamente, integrare, sia dal punto di vista “cronologico”, ma sarebbe più corretto dire “epocale”, sia dedicandosi all’analisi sociologica di quegli ambiti culturali, come la pittura, le arti figurative e performative, che pure avevano affrontato, a più riprese, la tematica della catastrofe atomica, come chiave di un più importante mutamento sociale e che erano stati solo toccati nel contesto originario della riflessione sull’immaginario nucleare. Per quanto il lavoro di ricerca di reperti visuali, iconografici, letterari, filmici e testuali non si sia mai interrotto negli anni, dall’una e dall’altra parte, la redazione definitiva del testo ha impiegato più tempo di quello previsto, poiché la stessa Calia, ha dovuto superare non poche difficoltà per “contenere” l’ingente mole di materiali che si accumulavano (e giungono costantemente) sulla scena della riflessione tematica in oggetto. La ricerca e lo studio, affrontati dai due autori, riflettono, in un certo qual modo, anche il clima culturale nel quale sono vissuti e si sono formati; Caramiello, infatti, ha rielaborato, nel primo e secondo capitolo, un racconto della catastrofe più vicino alle tematiche geo-politiche che hanno interessato gli anni della Guerra Fredda, e quelli immediatamente successivi alla sua "conclusione", con chiari rimandi ad opere narrative che si concentravano principalmente sull’avvenuto declino delle Grandi Narrazioni ideologiche e su un nuovo scenario agonistico, dove il nemico, i mostri ed i mutanti da combattere riecheggiavano, spesso e volentieri trasfigurandola in chiave immaginifica, la realtà geopolitica e le complesse dinamiche del tradizionale e nuovo conflitto tra potenze mondiali. Calia ha approfondito, invece, nel terzo e quarto capitolo, le nuove narrative del disastro atomico, più caratterizzate in senso psicologico ed esistenziale, un repertorio, tanto caro alla sua infanzia e adolescenza, che ha trovato il suo massimo compimento in tutta quella produzione artistica, animata e mangaesque, soprattutto di matrice giapponese, stagliata su una city-decadence, i cui luoghi cyberpunk e virtuali, rimandano a spazi mortiferi da gestire anche solipsisticamente, ripiegati in possibili intersezioni di una “realtà” allucinata, persino, favolistica, ma sostanzialmente “finta”. Sono gli anni della fine della contestazione "classica", e dell’emergere di élite senzienti e non che trasfigurano, brutalmente, all’esterno, sul proprio “habitus”, riconfigurazioni di una possibile conformità o dissidenza. Allo stesso modo, questo sub-strato immaginifico, diviene il portato attraverso cui si ri-configurano “resistenze simboliche” di giovani e di adulti infantilizzati, come li chiamerebbe Bruckner, dando vita ad inediti modelli di comportamento, che si “organizzano” mediante peculiari stili di vita, caratterizzati da una crisi apocalittica perenne, globale ed intimista, letta più come una risorsa che come rischio sociale, di cui i meccanismi di consumo tipici, concorrono a strutturare una vaga, instabile seppur plurima, cornice identitaria, senza fissa dimora. In ogni modo, le due traiettorie di indagine sociologica hanno trovato il modo di ricomporsi, nella maniera più coerente e la lunga gestazione dell’opera é arrivata finalmente al traguardo. Oggi vede le stampe, scongiurando il rischio di vanificare un così lungo e meticoloso lavoro di indagine e riflessione. Naturalmente, neppure con questa nuova importante tappa di analisi sociologica, possiamo pensare di aver conseguito esiti conclusivi, non solo per la vastità del filone della fiction che ha fatto della distruzione atomica il suo fondamentale patrimonio immaginativo, ma anche perché l’Apocalisse atomica, da quando è comparsa sulla scena esistenziale della comunità umana ha continuato e continuerà ad agire come una sorta di convitato di pietra della sensibilità collettiva anche e marcatamente in rapporto ai nuovi scenari globali della comunicazione digitale. Sono passati trent’anni da quando inaugurammo questo filone di analisi, che ha sollecitato la riflessione di tanti altri studiosi, che ha avuto continuatori sapienti e valorosi, epigoni modesti e talvolta imitatori maldestri. Oggi, con questo lavoro, ci ripresentiamo con spirito nuovo e idee originali, sulla scia che tracciammo allora, sperando che ancora tanti altri possano percorrere questa strada e fornire i loro contributi alla ricerca. Lo auspichiamo molto vivamente, anche perché questo vorrà dire che l’apocalisse atomica, con tutta la complessità del suo portato, sarà ancora un oggetto “confinato” nei territori dell’immaginario.
2019
978-88-9391-512-0
L'Apocalisse Immaginaria. Sociologia della fiction nucleare e post-atomica: scenari della comunicazione fra analogico e digitale / Calia, Raffaella Monia; Caramiello, Luigi. - (2019), pp. 3-232.
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