Di recente si è tornato a parlare, soprattutto in chiave storica, dei divari fra le regioni che compongono l’Italia. La discussione si è distinta per l’utilizzo di toni animati, a volte deliberatamente polemici, soffermandosi in particolare sulla fase che fa da scenario al compimento del processo unitario. Si tratta di un tema delicato, su cui a lungo in passato si è riflettuto, e che questa volta ha assunto un particolare rilievo a causa dell’accentuazione degli squilibri territoriali determinati dalla crisi degli ultimi anni. La dimensione del lavoro è parte integrante del dibattito, nella prospettiva di cogliere fratture e diversità occupazionali profilatesi fra le varie parti del Regno d’Italia, costituitosi nel marzo del 1861. Tuttavia, in questo ambito, la difficoltà su cui ci si imbatte subito è la carenza di dati affidabili, in grado di supportare su basi documentarie sicure l’individuazione dei basilari motivi che hanno determinato un andamento diversificato delle vicende professionali italiane, che seppure allacciate alle generali trasformazioni dell’economia, hanno comunque avuto uno svolgimento di natura regionale, con peculiarità ed esiti connessi ai territori in cui si radicavano e si sviluppavano. Sicuramente i censimenti post-unitari non sono in grado di fornire chiavi di lettura attendibili, a causa della disomogeneità e dell’approssimazione dei criteri con cui si definivano medesime categorie professionali nei vari contesti regionali. D’altronde, colpisce che le numerose opere che trattano di dualismo nell’Ottocento, non si soffermano, se non a volte in termini molto vaghi, sulla diversità dei mestieri diffusi nelle singole regioni italiane. Si deve dunque necessariamente fare ricorso ad aspetti più generali, che possono far comprendere difformità più o meno palesi nell’ambito delle aree della penisola. Pur con queste lacune, un elemento è comunque largamente acquisito: l’Italia, al momento dell’Unità, era un Paese in massima parte agricolo. Ed è ormai acclarato che da questo settore si innescò il processo di accumulazione originaria, che nel lungo periodo risultò la premessa e il supporto sostanziale, insieme ad altri fattori strategici quali lo Stato e le banche miste, all’industrializzazione dell’area nord-ovest del Regno d’Italia, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento . Occorre dunque osservare con attenzione la fisionomia del settore primario a partire dagli inizi dell’Ottocento nei vari territori, nella prospettiva di comprendere la progressiva maturazione degli squilibri regionali, anche a livello lavorativo, evidenziatisi in modo più nitido sul finire del diciannovesimo secolo e accentuatisi nel corso del Novecento, tali da farne ancora tutt’oggi un tratto emblematico e distintivo della storia italiana. In questo snodarsi dei processi storici, la molteplicità dei lavori svolti nelle campagne e la loro diversificata evoluzione nel corso del diciannovesimo secolo nelle varie regioni italiane ha indubbiamente esercitato un ruolo primario.

Diversità regionali nel mondo del lavoro / Dandolo, Francesco. - (2018), pp. 246-279.

Diversità regionali nel mondo del lavoro

Francesco Dandolo
2018

Abstract

Di recente si è tornato a parlare, soprattutto in chiave storica, dei divari fra le regioni che compongono l’Italia. La discussione si è distinta per l’utilizzo di toni animati, a volte deliberatamente polemici, soffermandosi in particolare sulla fase che fa da scenario al compimento del processo unitario. Si tratta di un tema delicato, su cui a lungo in passato si è riflettuto, e che questa volta ha assunto un particolare rilievo a causa dell’accentuazione degli squilibri territoriali determinati dalla crisi degli ultimi anni. La dimensione del lavoro è parte integrante del dibattito, nella prospettiva di cogliere fratture e diversità occupazionali profilatesi fra le varie parti del Regno d’Italia, costituitosi nel marzo del 1861. Tuttavia, in questo ambito, la difficoltà su cui ci si imbatte subito è la carenza di dati affidabili, in grado di supportare su basi documentarie sicure l’individuazione dei basilari motivi che hanno determinato un andamento diversificato delle vicende professionali italiane, che seppure allacciate alle generali trasformazioni dell’economia, hanno comunque avuto uno svolgimento di natura regionale, con peculiarità ed esiti connessi ai territori in cui si radicavano e si sviluppavano. Sicuramente i censimenti post-unitari non sono in grado di fornire chiavi di lettura attendibili, a causa della disomogeneità e dell’approssimazione dei criteri con cui si definivano medesime categorie professionali nei vari contesti regionali. D’altronde, colpisce che le numerose opere che trattano di dualismo nell’Ottocento, non si soffermano, se non a volte in termini molto vaghi, sulla diversità dei mestieri diffusi nelle singole regioni italiane. Si deve dunque necessariamente fare ricorso ad aspetti più generali, che possono far comprendere difformità più o meno palesi nell’ambito delle aree della penisola. Pur con queste lacune, un elemento è comunque largamente acquisito: l’Italia, al momento dell’Unità, era un Paese in massima parte agricolo. Ed è ormai acclarato che da questo settore si innescò il processo di accumulazione originaria, che nel lungo periodo risultò la premessa e il supporto sostanziale, insieme ad altri fattori strategici quali lo Stato e le banche miste, all’industrializzazione dell’area nord-ovest del Regno d’Italia, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento . Occorre dunque osservare con attenzione la fisionomia del settore primario a partire dagli inizi dell’Ottocento nei vari territori, nella prospettiva di comprendere la progressiva maturazione degli squilibri regionali, anche a livello lavorativo, evidenziatisi in modo più nitido sul finire del diciannovesimo secolo e accentuatisi nel corso del Novecento, tali da farne ancora tutt’oggi un tratto emblematico e distintivo della storia italiana. In questo snodarsi dei processi storici, la molteplicità dei lavori svolti nelle campagne e la loro diversificata evoluzione nel corso del diciannovesimo secolo nelle varie regioni italiane ha indubbiamente esercitato un ruolo primario.
2018
9788869448928
Diversità regionali nel mondo del lavoro / Dandolo, Francesco. - (2018), pp. 246-279.
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