Definire un’impronta o il significato che essa può assumere nella trasposizione in forma dello spazio, non è una cosa semplice perché traccia un insieme emozionale che può essere estremamente variabile e pertanto non immediatamente comprensibile (effabĭlis). Eppure ogni cultura ha tentato di tramandare la memoria di un dolore o di un evento positivo attraverso la costruzione di architetture rappresentative, assunte a simbolo per trasmettere alle generazioni future il senso – inteso come emozione collettiva – della storia avvenuta. Sembra esserci un dovere sentito, oltre ad una volontà recondita, di voler tradurre in forma concreta, geometrica e spaziale un carico emotivo che, per definizione, è difficilmente riproducibile. Il processo di trasposizione, che deve convogliare l’emozione in forma fisica, ha prodotto episodi di architettura che hanno rappresentato momenti espressivi di notevole pregio, producendo opere che sono rimaste emblematiche, divenendo vere e proprie impronte del percorso espressivo dei paesi che le hanno promosse. In epoca recente, diversi esempi testimoniano che il rapporto evocativo tra un monumento e la collettività che lo vive, si rafforza e cresce fino a diventare non solo luogo con un’identità delineata e precisa, ma addirittura trascende dalla fisicità propria della composizione architettonica per assumere valenze emotive su cui convogliare l’orgoglio di un’intera nazione. In tal modo il memoriale perde la sua specificità episodica per assumere una nuova e più ampia essenza semiotica della storia nazionale di un paese. Il saggio proposto vuole analizzare come l'importa emotiva lasciata da un evento sconvolgente possa diventare traccia architettonica, che si eleva a simbolo per depositare nella memoria collettiva il sedime emozionale della storia. Gli esempi delle Twin Tower di New York che lasciano la loro impronta nel memoriale che segna il ricordo del loro tremendo attacco, il Denkmal für die ermordeten Juden Europas, conosciuto anche come Memoriale della Shoah di Berlino, progettato dall'architetto Peter Eisenman sono solo alcuni esempi contemporanei di spazi architettonici che volontariamente tracciano le ferite della storia di un popolo, quasi a volerle lasciare aperte per imprimere la memoria del dolore nella coscienza comune.

Il disegno della memoria nello spazio architettonico contemporaneo / Campi, Massimiliano. - 1:(2014), pp. 40-45.

Il disegno della memoria nello spazio architettonico contemporaneo

Massimiliano Campi
2014

Abstract

Definire un’impronta o il significato che essa può assumere nella trasposizione in forma dello spazio, non è una cosa semplice perché traccia un insieme emozionale che può essere estremamente variabile e pertanto non immediatamente comprensibile (effabĭlis). Eppure ogni cultura ha tentato di tramandare la memoria di un dolore o di un evento positivo attraverso la costruzione di architetture rappresentative, assunte a simbolo per trasmettere alle generazioni future il senso – inteso come emozione collettiva – della storia avvenuta. Sembra esserci un dovere sentito, oltre ad una volontà recondita, di voler tradurre in forma concreta, geometrica e spaziale un carico emotivo che, per definizione, è difficilmente riproducibile. Il processo di trasposizione, che deve convogliare l’emozione in forma fisica, ha prodotto episodi di architettura che hanno rappresentato momenti espressivi di notevole pregio, producendo opere che sono rimaste emblematiche, divenendo vere e proprie impronte del percorso espressivo dei paesi che le hanno promosse. In epoca recente, diversi esempi testimoniano che il rapporto evocativo tra un monumento e la collettività che lo vive, si rafforza e cresce fino a diventare non solo luogo con un’identità delineata e precisa, ma addirittura trascende dalla fisicità propria della composizione architettonica per assumere valenze emotive su cui convogliare l’orgoglio di un’intera nazione. In tal modo il memoriale perde la sua specificità episodica per assumere una nuova e più ampia essenza semiotica della storia nazionale di un paese. Il saggio proposto vuole analizzare come l'importa emotiva lasciata da un evento sconvolgente possa diventare traccia architettonica, che si eleva a simbolo per depositare nella memoria collettiva il sedime emozionale della storia. Gli esempi delle Twin Tower di New York che lasciano la loro impronta nel memoriale che segna il ricordo del loro tremendo attacco, il Denkmal für die ermordeten Juden Europas, conosciuto anche come Memoriale della Shoah di Berlino, progettato dall'architetto Peter Eisenman sono solo alcuni esempi contemporanei di spazi architettonici che volontariamente tracciano le ferite della storia di un popolo, quasi a volerle lasciare aperte per imprimere la memoria del dolore nella coscienza comune.
2014
978-88-904585-8-3
Il disegno della memoria nello spazio architettonico contemporaneo / Campi, Massimiliano. - 1:(2014), pp. 40-45.
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