Com’è noto, l’art. 1241 c.c. ammette, tra i modi di estinzione delle obbligazioni diversi dall’adempimento, la compensazione dei contrapposti rapporti di debito-credito. È opinione diffusa che la compensazione risponda al generale principio di economia, perché evita l’esecuzione di due prestazioni; essa, inoltre, tutela efficacemente il creditore, eliminando il rischio che quest’ultimo adempia e non riceva il pagamento del proprio diritto di credito, magari a causa dell’incapacità patrimoniale della controparte. Sotto questo profilo, allora, la compensazione assume la funzione di rimedio in autotutela, che però si distingue nettamente dagli altri (rimedi in autotutela), quali – ad esempio – il diritto di ritenzione e l’eccezione di inadempimento: questi ultimi, infatti, vogliono indurre la controparte all’adempimento, senza l’estinzione delle obbligazioni esistenti. La compensazione, invece, determina la soddisfazione del creditore. Il contributo, pertanto, esamina criticamente la disciplina dettata dal codice civile in tema di compensazione, avuto riguardo agli autorevoli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali in materia. Lo stesso contributo, ancora, analizza la compensazione in delicati settori del diritto privato dell’economia, quali contratti bancari e procedure concorsuali. Esso, inoltre, nel soffermarsi sull’applicazione della compensazione all’interno del processo, sottolinea la necessità di rimeditare quel principio, affermato di recente anche dalle Sezioni Unite, secondo cui il giudice non può pronunciare la compensazione, legale o giudiziale, se l'esistenza del controcredito opposto dal debitore è controversa, nello stesso giudizio instaurato dal creditore principale ovvero in altro giudizio già pendente.
La compensazione: soluzioni consolidate e nuove prospettive applicative / DI MARTINO, Gaetano. - (2017), pp. 85-132.
La compensazione: soluzioni consolidate e nuove prospettive applicative
Gaetano Di Martino
2017
Abstract
Com’è noto, l’art. 1241 c.c. ammette, tra i modi di estinzione delle obbligazioni diversi dall’adempimento, la compensazione dei contrapposti rapporti di debito-credito. È opinione diffusa che la compensazione risponda al generale principio di economia, perché evita l’esecuzione di due prestazioni; essa, inoltre, tutela efficacemente il creditore, eliminando il rischio che quest’ultimo adempia e non riceva il pagamento del proprio diritto di credito, magari a causa dell’incapacità patrimoniale della controparte. Sotto questo profilo, allora, la compensazione assume la funzione di rimedio in autotutela, che però si distingue nettamente dagli altri (rimedi in autotutela), quali – ad esempio – il diritto di ritenzione e l’eccezione di inadempimento: questi ultimi, infatti, vogliono indurre la controparte all’adempimento, senza l’estinzione delle obbligazioni esistenti. La compensazione, invece, determina la soddisfazione del creditore. Il contributo, pertanto, esamina criticamente la disciplina dettata dal codice civile in tema di compensazione, avuto riguardo agli autorevoli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali in materia. Lo stesso contributo, ancora, analizza la compensazione in delicati settori del diritto privato dell’economia, quali contratti bancari e procedure concorsuali. Esso, inoltre, nel soffermarsi sull’applicazione della compensazione all’interno del processo, sottolinea la necessità di rimeditare quel principio, affermato di recente anche dalle Sezioni Unite, secondo cui il giudice non può pronunciare la compensazione, legale o giudiziale, se l'esistenza del controcredito opposto dal debitore è controversa, nello stesso giudizio instaurato dal creditore principale ovvero in altro giudizio già pendente.File | Dimensione | Formato | |
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