La Chiesa della Santissima Trinità delle Monache con il suo Convento è il gigante addormentato ai piedi delle pendici di Monte Sant’Erasmo e si erge tra Vico Paradiso e Corso Vittorio Emanuele, all’altezza della Pedamentina, a ridosso dello sperone e del bastione della cinta muraria vicereale della città stratificata di Napoli e lungo il tracciato della Funicolare che da Montesanto conduce sulla collina del Vomero. Il complesso conventuale, sopravvissuto in gran parte ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, ebbe come ultima destinazione quella di Ospedale Militare e dalla fine degli anni ’70 fu del tutto abbandonato. I suoi grandi orti e giardini, adagiati su due terrazzamenti principali, erano tra i più decantati per la panoramicità sulla baia di Napoli e per la grandezza delle loro “peschiere” al punto che le monache vi “potevano andare in barchetta”. Trinità delle Monache non fu il solo complesso religioso edificato alle pendici della Collina di San Martino, ma, al contrario, insieme a Santa Lucia al Monte, Suor Orsola Benincasa e San Nicola da Tolentino, costituì il sistema delle cittadelle monastiche dei diversi ordini religiosi che, tra le mura difensive, in corrispondenza della Pedamentina ad est e del Petraio ad ovest, abbracciavano tutte le pendici di Monte Sant’Erasmo con in sommità la Certosa di San Martino e il Castel Sant’Elmo. La veduta della città di Napoli dal porto, per secoli ed ancora oggi, è stata sempre caratterizzata dal fondale scenografico proprio delle architetture religiose suddette e dalla natura del Monte Sant’Erasmo con le vigne e gli orti dei monaci e dei certosini. Fu proprio questa, infatti, la ragione per cui gli ordini religiosi scelsero le pendici collinari a ridosso dei Quartieri Spagnoli per edificare le loro chiese e i loro conventi, per poter disporre cioè di ampi appezzamenti di terreno coltivabile, ormai divenuti scarsi nel denso tessuto del centro storico della città, per rispondere operosamente ai dettami del credo religioso e della vita monastica. Da quasi quarant’anni studi, ricerche e progetti impegnano singoli studiosi come anche università, centri di ricerca, amministrazioni, associazioni e comunità di cittadini nel tentativo di rendere questo luogo un centro di attività strettamente unito alla vita e alle esigenze del quartiere come della città. Nel presente studio sono documentate alcune delle tappe intercorse in questi decenni nel tentativo di offrire con l’impegno accademico, sempre rivolto alla realtà e ai territori di Napoli e della Campania, un piccolo contributo purché sia nella direzione di aiuto alla valorizzazione di un esempio straordinario di architettura e natura, da un lato, e alla ricostruzione del senso di comunità e di coesione sociale, dall’altro, in un quartiere ad elevato rischio di penetrazione di poteri criminali. Sullo sfondo, infatti, dello scenario socio-economico e politico c’è il denso quartiere di Montecalvario, da sempre identificato con i Quartieri Spagnoli edificati a ridosso di Via Toledo, ma che in realtà nella cartografia storica e dalle tracce del Catasto Borbonico si estendeva fino alla collina del Vomero, “all’Arenella alle Due Porte” inglobando, appunto, Monte Sant’Erasmo e le verdeggianti colline che incorniciavano la baia di Napoli verso nord e verso ovest. Qualche intervento recente di recupero di alcune parti del complesso conventuale e l’apertura di sporadici spazi pubblici non rendono tuttavia giustizia alla bellezza dei luoghi e alla ragione pressante dell’unitarietà del progetto di valorizzazione e, cosa ancor più grave, si rischia in tal modo di recuperare “pezzi” o “superfetazioni” che, al contrario, alla luce di un recupero prudente delle alternanze dei pieni delle fabbriche e dei vuoti degli spazi verdi, andrebbero demoliti proprio per liberare quegli originari orti e giardini che rendevano unico, nel panorama delle architetture religiose e conventuali di Napoli, il complesso della Santissima Trinità delle Monache.

Trinità delle Monache. Centro Intergenerazionale Ricreativo nei Quartieri Spagnoli di Napoli / Buondonno, Emma. - 1:(2018), pp. 1-96.

Trinità delle Monache. Centro Intergenerazionale Ricreativo nei Quartieri Spagnoli di Napoli.

BUONDONNO, EMMA
2018

Abstract

La Chiesa della Santissima Trinità delle Monache con il suo Convento è il gigante addormentato ai piedi delle pendici di Monte Sant’Erasmo e si erge tra Vico Paradiso e Corso Vittorio Emanuele, all’altezza della Pedamentina, a ridosso dello sperone e del bastione della cinta muraria vicereale della città stratificata di Napoli e lungo il tracciato della Funicolare che da Montesanto conduce sulla collina del Vomero. Il complesso conventuale, sopravvissuto in gran parte ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, ebbe come ultima destinazione quella di Ospedale Militare e dalla fine degli anni ’70 fu del tutto abbandonato. I suoi grandi orti e giardini, adagiati su due terrazzamenti principali, erano tra i più decantati per la panoramicità sulla baia di Napoli e per la grandezza delle loro “peschiere” al punto che le monache vi “potevano andare in barchetta”. Trinità delle Monache non fu il solo complesso religioso edificato alle pendici della Collina di San Martino, ma, al contrario, insieme a Santa Lucia al Monte, Suor Orsola Benincasa e San Nicola da Tolentino, costituì il sistema delle cittadelle monastiche dei diversi ordini religiosi che, tra le mura difensive, in corrispondenza della Pedamentina ad est e del Petraio ad ovest, abbracciavano tutte le pendici di Monte Sant’Erasmo con in sommità la Certosa di San Martino e il Castel Sant’Elmo. La veduta della città di Napoli dal porto, per secoli ed ancora oggi, è stata sempre caratterizzata dal fondale scenografico proprio delle architetture religiose suddette e dalla natura del Monte Sant’Erasmo con le vigne e gli orti dei monaci e dei certosini. Fu proprio questa, infatti, la ragione per cui gli ordini religiosi scelsero le pendici collinari a ridosso dei Quartieri Spagnoli per edificare le loro chiese e i loro conventi, per poter disporre cioè di ampi appezzamenti di terreno coltivabile, ormai divenuti scarsi nel denso tessuto del centro storico della città, per rispondere operosamente ai dettami del credo religioso e della vita monastica. Da quasi quarant’anni studi, ricerche e progetti impegnano singoli studiosi come anche università, centri di ricerca, amministrazioni, associazioni e comunità di cittadini nel tentativo di rendere questo luogo un centro di attività strettamente unito alla vita e alle esigenze del quartiere come della città. Nel presente studio sono documentate alcune delle tappe intercorse in questi decenni nel tentativo di offrire con l’impegno accademico, sempre rivolto alla realtà e ai territori di Napoli e della Campania, un piccolo contributo purché sia nella direzione di aiuto alla valorizzazione di un esempio straordinario di architettura e natura, da un lato, e alla ricostruzione del senso di comunità e di coesione sociale, dall’altro, in un quartiere ad elevato rischio di penetrazione di poteri criminali. Sullo sfondo, infatti, dello scenario socio-economico e politico c’è il denso quartiere di Montecalvario, da sempre identificato con i Quartieri Spagnoli edificati a ridosso di Via Toledo, ma che in realtà nella cartografia storica e dalle tracce del Catasto Borbonico si estendeva fino alla collina del Vomero, “all’Arenella alle Due Porte” inglobando, appunto, Monte Sant’Erasmo e le verdeggianti colline che incorniciavano la baia di Napoli verso nord e verso ovest. Qualche intervento recente di recupero di alcune parti del complesso conventuale e l’apertura di sporadici spazi pubblici non rendono tuttavia giustizia alla bellezza dei luoghi e alla ragione pressante dell’unitarietà del progetto di valorizzazione e, cosa ancor più grave, si rischia in tal modo di recuperare “pezzi” o “superfetazioni” che, al contrario, alla luce di un recupero prudente delle alternanze dei pieni delle fabbriche e dei vuoti degli spazi verdi, andrebbero demoliti proprio per liberare quegli originari orti e giardini che rendevano unico, nel panorama delle architetture religiose e conventuali di Napoli, il complesso della Santissima Trinità delle Monache.
2018
978-88-89972-73-1
Trinità delle Monache. Centro Intergenerazionale Ricreativo nei Quartieri Spagnoli di Napoli / Buondonno, Emma. - 1:(2018), pp. 1-96.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/718772
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