Nei primi decenni dell’Ottocento le modalità di viaggio tipiche del Grand Tour settecentesco mutano anche per gli architetti, alla ricerca di luoghi in grado di offrire elementi di novità rispetto ai capisaldi del classicismo delle grandi città italiane. Da Roma si spostano verso Napoli non solo per ammirare il paesaggio del golfo, visitare Pompei ed Ercolano e studiare al Museo Borbonico, o al limite spingersi fino a Paestum, ma anche per scoprire architetture meno note, appartenenti a diversi periodi storici. Tra gli architetti europei, più di altri forse i tedeschi si mostrano curiosi di visitare luoghi ed edifici meno noti. Esemplare in tal caso è la figura di Karl Friedrich Schinkel che, nel corso del suo primo viaggio in Italia tra il 1804 e il 1805, decide di non visitare Pompei, ma di recarsi a Capri, a Sorrento e ad Amalfi: insieme allo studio compiuto in altre parti d’Italia, e segnatamente in Sicilia, egli conierà la categoria dell’architettura “saracena”, che trova modelli significativi nel vernacolare delle coste campane. Sulle orme di Schinkel si muoveranno anche i suoi allievi e diversi esponenti della scuola prussiana, non più alla ricerca della novità ma ormai consapevoli della cronologia delle diverse fasi storiche. Amalfi, insieme alla sua costa, rappresenta uno dei luoghi più amati anche da Leo von Klenze, architetto di fiducia di Ludwig I di Baviera, come di diversi altri architetti provenienti dal resto della Germania, tra cui il celebre teorico amburghese Gottfried Semper, tra i principali studiosi del carattere e dell’evoluzione degli stili. I centri della penisola sorrentina hanno fornito quindi elementi molto utili allo studio di fasi meno note della storia dell’architettura e nel corso della prima metà del XIX secolo, anche grazie agli studiosi tedeschi e ai loro viaggi, la curiosità e la conoscenza empirica cedono il passo all’analisi sistematica fondata su basi scientifiche. Oltre al paesaggio naturale, sono quindi le caratteristiche anti-monumentali e anti-classiche dell’architettura spontanea di tali luoghi “periferici” ad alimentare l’interesse degli architetti e a suggerire nuove ipotesi storiografiche.

Oltre il classico: architetti tedeschi ad Amalfi nel primo Ottocento / Maglio, Andrea. - (2017), pp. 185-197.

Oltre il classico: architetti tedeschi ad Amalfi nel primo Ottocento

Andrea Maglio
2017

Abstract

Nei primi decenni dell’Ottocento le modalità di viaggio tipiche del Grand Tour settecentesco mutano anche per gli architetti, alla ricerca di luoghi in grado di offrire elementi di novità rispetto ai capisaldi del classicismo delle grandi città italiane. Da Roma si spostano verso Napoli non solo per ammirare il paesaggio del golfo, visitare Pompei ed Ercolano e studiare al Museo Borbonico, o al limite spingersi fino a Paestum, ma anche per scoprire architetture meno note, appartenenti a diversi periodi storici. Tra gli architetti europei, più di altri forse i tedeschi si mostrano curiosi di visitare luoghi ed edifici meno noti. Esemplare in tal caso è la figura di Karl Friedrich Schinkel che, nel corso del suo primo viaggio in Italia tra il 1804 e il 1805, decide di non visitare Pompei, ma di recarsi a Capri, a Sorrento e ad Amalfi: insieme allo studio compiuto in altre parti d’Italia, e segnatamente in Sicilia, egli conierà la categoria dell’architettura “saracena”, che trova modelli significativi nel vernacolare delle coste campane. Sulle orme di Schinkel si muoveranno anche i suoi allievi e diversi esponenti della scuola prussiana, non più alla ricerca della novità ma ormai consapevoli della cronologia delle diverse fasi storiche. Amalfi, insieme alla sua costa, rappresenta uno dei luoghi più amati anche da Leo von Klenze, architetto di fiducia di Ludwig I di Baviera, come di diversi altri architetti provenienti dal resto della Germania, tra cui il celebre teorico amburghese Gottfried Semper, tra i principali studiosi del carattere e dell’evoluzione degli stili. I centri della penisola sorrentina hanno fornito quindi elementi molto utili allo studio di fasi meno note della storia dell’architettura e nel corso della prima metà del XIX secolo, anche grazie agli studiosi tedeschi e ai loro viaggi, la curiosità e la conoscenza empirica cedono il passo all’analisi sistematica fondata su basi scientifiche. Oltre al paesaggio naturale, sono quindi le caratteristiche anti-monumentali e anti-classiche dell’architettura spontanea di tali luoghi “periferici” ad alimentare l’interesse degli architetti e a suggerire nuove ipotesi storiografiche.
2017
978-88-917-5243-7
Oltre il classico: architetti tedeschi ad Amalfi nel primo Ottocento / Maglio, Andrea. - (2017), pp. 185-197.
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