In alcuni passi del De bello Neapolitano di Giovanni Pontano si incon¬trano annotazioni sulle origini e sulla storia di diverse città del Regno di Napoli, talvolta vere e proprie digressioni di carattere antiquario, che riguardano tanto la storia più antica quanto, soprattutto, il medioevo. Nel presente contributo si discutono alcune di queste annotazioni, che peraltro rappresentano gli addimenta più tardivi al piano dell’intera opera, cercando di comprenderne il ruolo nell’economia complessiva del De bello Neapolitano. In particolare, si analizzano le sezioni storico-antiquarie su Canosa (libro IV, c. E4r-v dell’editio princeps), Barletta (IV, c. E4r-v) e Troia (IV, c. E6v), mostrando come in esse sia forte l’influenza del metodo corografico sviluppato da Biondo Flavio e già adottato a Napoli dal domenicano e umanista Pietro Ranzano, contemporaneo di Pontano. Si mette anche in luce un dato mai individuato prima, come cioè Pontano si sia servito, senza dichiararlo, anche di fonti medievali, in particolare del chronicon di Romualdo Salernitano.
Il De bello Neapolitano di Pontano e le città del Regno di Napoli / Miletti, Lorenzo. - (2018), pp. 63-79.
Il De bello Neapolitano di Pontano e le città del Regno di Napoli
Lorenzo Miletti
2018
Abstract
In alcuni passi del De bello Neapolitano di Giovanni Pontano si incon¬trano annotazioni sulle origini e sulla storia di diverse città del Regno di Napoli, talvolta vere e proprie digressioni di carattere antiquario, che riguardano tanto la storia più antica quanto, soprattutto, il medioevo. Nel presente contributo si discutono alcune di queste annotazioni, che peraltro rappresentano gli addimenta più tardivi al piano dell’intera opera, cercando di comprenderne il ruolo nell’economia complessiva del De bello Neapolitano. In particolare, si analizzano le sezioni storico-antiquarie su Canosa (libro IV, c. E4r-v dell’editio princeps), Barletta (IV, c. E4r-v) e Troia (IV, c. E6v), mostrando come in esse sia forte l’influenza del metodo corografico sviluppato da Biondo Flavio e già adottato a Napoli dal domenicano e umanista Pietro Ranzano, contemporaneo di Pontano. Si mette anche in luce un dato mai individuato prima, come cioè Pontano si sia servito, senza dichiararlo, anche di fonti medievali, in particolare del chronicon di Romualdo Salernitano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.