I media digitali si stanno profilando come lo spazio liminare in cui sembrano trovare dimora tutte le più profonde tensioni verso il superamento della finitezza del corpo e dei limiti del tempo nel tentativo di assicurare al sé digitale un ancoraggio nella memoria. I media digitali, dunque, rendono possibili alcune pratiche di immortalità, rispondendo in un modo alquanto verosimile all’inconscia incredulità rispetto alla propria morte. Una volta Borges ha scritto che verso la fine della vita «el animal ha muerto o casi ha muerto. Quedan el hombre y su alma», ed è su questi temi che Gianfranco Pecchinenda propone di analizzare le relazioni tra corpo, carne e anima come strumenti con cui riflettere sul processo della morte, su cosa sopravvive quando dell’animale non resta che polvere, sulle strategie che l’uomo mette in atto per vincere contro la sua fine e sul potere che solo il linguaggio ha nel cambiare il destino attraverso la memoria. In quest’ottica, tutti i media — in quanto elaborazioni sofisticate del sistema linguistico umano — possono essere considerati mezzi con cui si tenta una continua fuga dalla morte.
La tentazione della malinconia. La morte del corpo e l'immortale finzione del sé / Pecchinenda, Gianfranco. - 1:(2017), pp. 173-198.
La tentazione della malinconia. La morte del corpo e l'immortale finzione del sé.
Pecchinenda
2017
Abstract
I media digitali si stanno profilando come lo spazio liminare in cui sembrano trovare dimora tutte le più profonde tensioni verso il superamento della finitezza del corpo e dei limiti del tempo nel tentativo di assicurare al sé digitale un ancoraggio nella memoria. I media digitali, dunque, rendono possibili alcune pratiche di immortalità, rispondendo in un modo alquanto verosimile all’inconscia incredulità rispetto alla propria morte. Una volta Borges ha scritto che verso la fine della vita «el animal ha muerto o casi ha muerto. Quedan el hombre y su alma», ed è su questi temi che Gianfranco Pecchinenda propone di analizzare le relazioni tra corpo, carne e anima come strumenti con cui riflettere sul processo della morte, su cosa sopravvive quando dell’animale non resta che polvere, sulle strategie che l’uomo mette in atto per vincere contro la sua fine e sul potere che solo il linguaggio ha nel cambiare il destino attraverso la memoria. In quest’ottica, tutti i media — in quanto elaborazioni sofisticate del sistema linguistico umano — possono essere considerati mezzi con cui si tenta una continua fuga dalla morte.File | Dimensione | Formato | |
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