Alle politiche di rilancio devono seguire azioni per la realizzazione delle opere e degli interventi fondate su regole certe e legalità da un lato ma accelerate nei passaggi burocratici-amministrativi dall’altro. Tra la decisione politica e la realizzazione degli interventi si devono impiegare i tempi necessari e non inabissarsi nelle sabbie mobili e nelle paludi della burocrazia. Si propone un progetto di ricucitura della “frattura” tra il porto e la Città Metropolitana di Napoli per il superamento della vischiosità urbana e la congestione del traffico in ingresso alla città da est attraverso il raddoppio degli attraversamenti est-ovest della città bassa. Il punto di forza della riqualificazione del fronte del porto della città storica rappresenta un passo in avanti nella ricucitura della “frattura” e San Ferdinando è il quartiere principale del waterfront che si estende fino al Molo del Carmine coinvolgendo anche gli altri quartieri di Porto, Pendino e Mercato. Certo non è auspicabile il raddoppio dell’edificio fronte mare dei Magazzini Generali che occluderebbe definitivamente la visuale prospettica verso il mare di una porzione del Centro Storico, il waterfront della città storica, infatti, richiede la stretta relazione paesaggistica tra terra e mare. Altro tema fondamentale per la ricucitura delle aree del Porto e della Città Stratificata è l’apertura del Molo San Vincenzo alla città già sistemato ad opera dell’Autorità Portuale ed ancora in attesa delle decisioni della Marina Militare. La partenza delle ZES, infine, come retroporto fondamentale per una sinergia sistemica. Le aree industriali dismesse da oltre trent’anni devono contribuire ad imprimere una marcia decisiva per il decollo del Porto 4.0. La cooperazione istituzionale Regione e Autorità Portuale con l’istituzione delle ZES da un lato e la necessità della ristrutturazione del retroporto produttivo-manifatturiero e logistico dall’altro non può essere compromesso dalla densificazione edilizia e abitativa che sta programmando e facendo realizzare il Comune di Napoli.
Il Porto della Città Stratificata di Napoli e le Zone Economiche Speciali dell'area orientale, strategie unitarie / Buondonno, Emma. - (2018). (Intervento presentato al convegno Il Mare bagna Napoli? Le prospettive del Porto e delle Zone Economiche Speciali tenutosi a Galleria Mediterranea, Via Carlo De Cesare, n. 60 – Napoli nel 5 Febbraio 2018).
Il Porto della Città Stratificata di Napoli e le Zone Economiche Speciali dell'area orientale, strategie unitarie
BUONDONNO, EMMA
2018
Abstract
Alle politiche di rilancio devono seguire azioni per la realizzazione delle opere e degli interventi fondate su regole certe e legalità da un lato ma accelerate nei passaggi burocratici-amministrativi dall’altro. Tra la decisione politica e la realizzazione degli interventi si devono impiegare i tempi necessari e non inabissarsi nelle sabbie mobili e nelle paludi della burocrazia. Si propone un progetto di ricucitura della “frattura” tra il porto e la Città Metropolitana di Napoli per il superamento della vischiosità urbana e la congestione del traffico in ingresso alla città da est attraverso il raddoppio degli attraversamenti est-ovest della città bassa. Il punto di forza della riqualificazione del fronte del porto della città storica rappresenta un passo in avanti nella ricucitura della “frattura” e San Ferdinando è il quartiere principale del waterfront che si estende fino al Molo del Carmine coinvolgendo anche gli altri quartieri di Porto, Pendino e Mercato. Certo non è auspicabile il raddoppio dell’edificio fronte mare dei Magazzini Generali che occluderebbe definitivamente la visuale prospettica verso il mare di una porzione del Centro Storico, il waterfront della città storica, infatti, richiede la stretta relazione paesaggistica tra terra e mare. Altro tema fondamentale per la ricucitura delle aree del Porto e della Città Stratificata è l’apertura del Molo San Vincenzo alla città già sistemato ad opera dell’Autorità Portuale ed ancora in attesa delle decisioni della Marina Militare. La partenza delle ZES, infine, come retroporto fondamentale per una sinergia sistemica. Le aree industriali dismesse da oltre trent’anni devono contribuire ad imprimere una marcia decisiva per il decollo del Porto 4.0. La cooperazione istituzionale Regione e Autorità Portuale con l’istituzione delle ZES da un lato e la necessità della ristrutturazione del retroporto produttivo-manifatturiero e logistico dall’altro non può essere compromesso dalla densificazione edilizia e abitativa che sta programmando e facendo realizzare il Comune di Napoli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


