Nelle città di camorra l’organizzazione della vita delle donne e dei bambini risponde al controllo del territorio attraverso la segregazione intellettuale, culturale, psicologica, sociale che si traduce anche nella segregazione economica e produttiva. In molte città del Sud Italia l’oppressione camorristica ha trasformato il territorio in luoghi praticamente costruiti in barriere di cemento armato e strade strette, asfaltate; si generano quindi spazi urbani dove non è garantita la sicurezza dei cittadini ma al contrario c’è la garanzia del controllo del territorio da parte della stessa criminalità organizzata. Le città di camorra generano contesti sub-urbani completamente edificati e in tali contesti la violenza si amplifica e la segregazione delle donne è ancora più grave. A differenza delle città del Sud Italia, ad esempio, in Francia è vietato costruire muri di cemento armato, le proprietà delle case singole debbono avere staccionate di legno e siepi di verde, sono ben distinte le reti stradali primarie e secondarie, anche nei tessuti urbani storici sono chiaramente distinte le opere di urbanizzazione primaria da quelle di urbanizzazione secondaria. Nelle regioni del Sud Italia prevale il pensiero unico del razional-funzionalismo per l’edilizia “popolare” ben lontana dai modelli di architettura democratica dell’edilizia pubblica. Si continua ad imporre il modello della ripetizione ossessiva del tracciato ippodameo con blocchi edilizi omologati e standardizzati. Bisogna uscire da questa visione e pensare che le città del Mezzogiorno non devono essere accampamenti militari proprio perché oggi è il controllo militare e armato della camorra che governa questi spazi. Bisogna pensare ad una diversa pianificazione delle città e progettare quartieri dove penetra la natura; le città devono essere attraversate da corridoi ecologici e dalle infrastrutture primarie e secondarie. Bisogna migliorare la condizione di vita delle donne nelle città, dare la possibilità di accedere ai servizi che elevino la qualità della vita per contrastare la violenza contro di esse.

Quale città per le donne. Condizioni esistenziali e forme urbane / Buondonno, Emma. - (2017). (Intervento presentato al convegno Le voci celate. Incontro - dibattito sul fenomeno della violenza di genere tenutosi a Liceo Classico Antonio Genovesi, Piazza del Gesù, Napoli nel 30 Novembre 2017).

Quale città per le donne. Condizioni esistenziali e forme urbane

BUONDONNO, EMMA
2017

Abstract

Nelle città di camorra l’organizzazione della vita delle donne e dei bambini risponde al controllo del territorio attraverso la segregazione intellettuale, culturale, psicologica, sociale che si traduce anche nella segregazione economica e produttiva. In molte città del Sud Italia l’oppressione camorristica ha trasformato il territorio in luoghi praticamente costruiti in barriere di cemento armato e strade strette, asfaltate; si generano quindi spazi urbani dove non è garantita la sicurezza dei cittadini ma al contrario c’è la garanzia del controllo del territorio da parte della stessa criminalità organizzata. Le città di camorra generano contesti sub-urbani completamente edificati e in tali contesti la violenza si amplifica e la segregazione delle donne è ancora più grave. A differenza delle città del Sud Italia, ad esempio, in Francia è vietato costruire muri di cemento armato, le proprietà delle case singole debbono avere staccionate di legno e siepi di verde, sono ben distinte le reti stradali primarie e secondarie, anche nei tessuti urbani storici sono chiaramente distinte le opere di urbanizzazione primaria da quelle di urbanizzazione secondaria. Nelle regioni del Sud Italia prevale il pensiero unico del razional-funzionalismo per l’edilizia “popolare” ben lontana dai modelli di architettura democratica dell’edilizia pubblica. Si continua ad imporre il modello della ripetizione ossessiva del tracciato ippodameo con blocchi edilizi omologati e standardizzati. Bisogna uscire da questa visione e pensare che le città del Mezzogiorno non devono essere accampamenti militari proprio perché oggi è il controllo militare e armato della camorra che governa questi spazi. Bisogna pensare ad una diversa pianificazione delle città e progettare quartieri dove penetra la natura; le città devono essere attraversate da corridoi ecologici e dalle infrastrutture primarie e secondarie. Bisogna migliorare la condizione di vita delle donne nelle città, dare la possibilità di accedere ai servizi che elevino la qualità della vita per contrastare la violenza contro di esse.
2017
Quale città per le donne. Condizioni esistenziali e forme urbane / Buondonno, Emma. - (2017). (Intervento presentato al convegno Le voci celate. Incontro - dibattito sul fenomeno della violenza di genere tenutosi a Liceo Classico Antonio Genovesi, Piazza del Gesù, Napoli nel 30 Novembre 2017).
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