È un’immagine ambigua quella tracciata dai due letterati trecenteschi, la quale oscilla tra la dimensione edenica e la dimensione infernale. «Tra i luoghi del Decameron – dichiara Palumbo – Napoli si presenta con un doppio volto: città infernale, abbandonata dalla legge, palcoscenico di ladri, imbroglioni, ma anche luogo della cortesia e dell’incanto. Per Boccaccio, vivificata dai ricordi della giovinezza, esiste nel Decameron, oltre che nell’Elegia e nel Filocolo, l’eco di una città costituita da paesaggi incantati, abbellita dalla magia di mondi cortesi, affollati di giochi e di galanterie. Se si prende però in considerazione il caso della famosa novella di Andreuccio da Perugia, si comprende facilmente come, entrando nelle viscere di Napoli, gli attori diventino mercanti sprovveduti e donne infide, ladri e truffatori. Colpisce, in questo senso, la stretta contiguità tra il resoconto compiuto da Petrarca in una celebre lettera e l’invenzione di Boccaccio. Le corrispondenze tra i giudizi del poeta e la scenografia allestita dal narratore sono assai strette, al punto da sembrare interdipendenti l’una all’altra. In entrambi i casi l’atmosfera della città richiama la condizione di un girone infernale, in cui le risorse individuali sono indispensabili per sopravvivere».
Le due Napoli tra Petrarca e Boccaccio / Germano, Giuseppe. - (2018).
Le due Napoli tra Petrarca e Boccaccio
Germano GiuseppeSupervision
2018
Abstract
È un’immagine ambigua quella tracciata dai due letterati trecenteschi, la quale oscilla tra la dimensione edenica e la dimensione infernale. «Tra i luoghi del Decameron – dichiara Palumbo – Napoli si presenta con un doppio volto: città infernale, abbandonata dalla legge, palcoscenico di ladri, imbroglioni, ma anche luogo della cortesia e dell’incanto. Per Boccaccio, vivificata dai ricordi della giovinezza, esiste nel Decameron, oltre che nell’Elegia e nel Filocolo, l’eco di una città costituita da paesaggi incantati, abbellita dalla magia di mondi cortesi, affollati di giochi e di galanterie. Se si prende però in considerazione il caso della famosa novella di Andreuccio da Perugia, si comprende facilmente come, entrando nelle viscere di Napoli, gli attori diventino mercanti sprovveduti e donne infide, ladri e truffatori. Colpisce, in questo senso, la stretta contiguità tra il resoconto compiuto da Petrarca in una celebre lettera e l’invenzione di Boccaccio. Le corrispondenze tra i giudizi del poeta e la scenografia allestita dal narratore sono assai strette, al punto da sembrare interdipendenti l’una all’altra. In entrambi i casi l’atmosfera della città richiama la condizione di un girone infernale, in cui le risorse individuali sono indispensabili per sopravvivere».File | Dimensione | Formato | |
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