Il colore e la luce sono due fattori inscindibili attraverso i quali si costruisce buona parte della qualità dello spazio architettonico, declinandone anche il rapporto con il contesto. Per quanto gli studi scientifici abbiano raggiunto altissimi livelli di definizione, la percezione del colore è estremamente complessa e la sua comprensione non può prescindere dall’esperienza sensibile, come già riconosciuto da Goethe o dallo stesso Wittgenstein; pertanto l’approccio al tema del colore nel progetto degli spazi interni dell’architettura è necessariamente di tipo fenomenologico. Essere nell’interno consente di cogliere sfumature ed effetti cromatici che all’aperto è difficile apprezzare, sia per la diversa intensità della luce sia per i diversi modi della percezione. Questa è resa più intensa dal tempo più lungo e dalla maggiore quiete che connotano lo stare all’interno, ma anche più complessa dalla fruizione, che coinvolge in modo diverso nel tempo alcune parti o componenti dello spazio, stabilendo con loro un rapporto ravvicinato in un determinato momento per poi trasformarli in sfondo in un altro momento, frapponendo una maggiore distanza. Essere dentro un fenomeno non è come porsi di fronte, l’esperienza dello spazio interno, in cui ci muoviamo ed agiamo, è determinata dalla confluenza di tutti gli elementi che concorrono a determinarlo e questa complessità investe anche il ruolo ed il senso del cromatismo. Quando si parla di stimmung per definire l’atmosfera e la qualità di un interno si allude ad un insieme inscindibile di invaso, oggetti, forme, colori, decori. Questo concetto rimanda anche al carattere totalizzante dell’esperienza dello spazio interno, che ci avvolge facendo sì che, prima ancora di metterne a fuoco i singoli elementi, ci relazioniamo ad esso in maniera esistenziale, con il corpo e con la mente . Lo stesso può dirsi della percezione cromatica delle diverse componenti dello spazio interno. Il colore areale, così come definito da Filippo Alison , è dato dalla rifrazione attraverso le fonti di luce e dalla riflessione sulle superfici e gli oggetti che popolano un interno, è un atmosfera colorata che si legge soprattutto nell’interno. È il frutto di un’operazione di sintesi che si relaziona con la diversa densità degli spazi interni dell’architettura. Questo fenomeno è ben compreso e rappresentato nell’opera di molti pittori, come ad esempio J. Vermeer o E. Hopper, che descrivono come i colori sono attivati dalle sorgenti di luce, invadono lo spazio e si mescolano producendo il colore areale. L’opera di Carlo Scarpa offre la possibilità di leggere questo fenomeno e come esso si declini in una maniera specifica interpretando il carattere proprio della luce e del colore di Venezia, introiettandone i caratteri più significativi nell’interno architettonico.

Complessità del fenomeno cromatico nell’interno architettonico. Il contributo di Carlo Scarpa / Cafiero, Gioconda. - (2017). (Intervento presentato al convegno XIII CONFERENZA DEL COLORE tenutosi a Napoli, Centro Congressi Università degli Studi di Napoli Federico II nel 4-5 settembre 2017).

Complessità del fenomeno cromatico nell’interno architettonico. Il contributo di Carlo Scarpa

CAFIERO, GIOCONDA
2017

Abstract

Il colore e la luce sono due fattori inscindibili attraverso i quali si costruisce buona parte della qualità dello spazio architettonico, declinandone anche il rapporto con il contesto. Per quanto gli studi scientifici abbiano raggiunto altissimi livelli di definizione, la percezione del colore è estremamente complessa e la sua comprensione non può prescindere dall’esperienza sensibile, come già riconosciuto da Goethe o dallo stesso Wittgenstein; pertanto l’approccio al tema del colore nel progetto degli spazi interni dell’architettura è necessariamente di tipo fenomenologico. Essere nell’interno consente di cogliere sfumature ed effetti cromatici che all’aperto è difficile apprezzare, sia per la diversa intensità della luce sia per i diversi modi della percezione. Questa è resa più intensa dal tempo più lungo e dalla maggiore quiete che connotano lo stare all’interno, ma anche più complessa dalla fruizione, che coinvolge in modo diverso nel tempo alcune parti o componenti dello spazio, stabilendo con loro un rapporto ravvicinato in un determinato momento per poi trasformarli in sfondo in un altro momento, frapponendo una maggiore distanza. Essere dentro un fenomeno non è come porsi di fronte, l’esperienza dello spazio interno, in cui ci muoviamo ed agiamo, è determinata dalla confluenza di tutti gli elementi che concorrono a determinarlo e questa complessità investe anche il ruolo ed il senso del cromatismo. Quando si parla di stimmung per definire l’atmosfera e la qualità di un interno si allude ad un insieme inscindibile di invaso, oggetti, forme, colori, decori. Questo concetto rimanda anche al carattere totalizzante dell’esperienza dello spazio interno, che ci avvolge facendo sì che, prima ancora di metterne a fuoco i singoli elementi, ci relazioniamo ad esso in maniera esistenziale, con il corpo e con la mente . Lo stesso può dirsi della percezione cromatica delle diverse componenti dello spazio interno. Il colore areale, così come definito da Filippo Alison , è dato dalla rifrazione attraverso le fonti di luce e dalla riflessione sulle superfici e gli oggetti che popolano un interno, è un atmosfera colorata che si legge soprattutto nell’interno. È il frutto di un’operazione di sintesi che si relaziona con la diversa densità degli spazi interni dell’architettura. Questo fenomeno è ben compreso e rappresentato nell’opera di molti pittori, come ad esempio J. Vermeer o E. Hopper, che descrivono come i colori sono attivati dalle sorgenti di luce, invadono lo spazio e si mescolano producendo il colore areale. L’opera di Carlo Scarpa offre la possibilità di leggere questo fenomeno e come esso si declini in una maniera specifica interpretando il carattere proprio della luce e del colore di Venezia, introiettandone i caratteri più significativi nell’interno architettonico.
2017
Complessità del fenomeno cromatico nell’interno architettonico. Il contributo di Carlo Scarpa / Cafiero, Gioconda. - (2017). (Intervento presentato al convegno XIII CONFERENZA DEL COLORE tenutosi a Napoli, Centro Congressi Università degli Studi di Napoli Federico II nel 4-5 settembre 2017).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/691009
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