Il noto principio del too big to fail rappresenta uno degli argomenti più peculiari del settore bancario e, alla luce dell’evoluzione del mercato verso la concentrazione in pochi istituzioni dalle dimensioni internazionali, sempre più cruciale. Le banche insieme ad altri intermediari finanziari – spesso crossborder – sono divenuti attori talmente complessi da meritare l’appellativo di Systemically Important Financial Institutions. Nascono come frutti del capitalismo, ma allo stesso tempo sono vittime dell’accesa competizione che le logora. Direbbe il giurista e lo si è sperimentato: simul stabunt simul cadent. Si è dinnanzi ad fenomeno di generalizzazione del rischio di controparte e le interconnessioni – in quanto interdipendenze – accelerano e amplificano le occasioni di contagio, rendendolo più rapido e più immediato. Tali attori necessitano, pertanto, di un sistema di regole che le vigili in maniera intelligente, ma i risultati della regolamentazione intrecciano solo i problemi. In questa sede ci si limiterà a richiamare i principi e i contenuti delle principali iniziative legislative intraprese sulle due sponde dell’Atlantico in tema requisiti prudenziali e risoluzione ordinata degli intermediari. Maggiore spazio verrà invece dedicato al tema della separazione bancaria. Occorre premettere che la similarità delle misure adottate è in parte dovuta a delle considerazioni di competitività e in parte alla pressione internazionale volta all’adozione degli standard minimi internazionali. Le misure organizzative introdotte negli Stati Uniti e, in ordine minore, le normative proposte dalla Commissione europea, postulano entrambe una separazione proprietaria per le operazioni in proprio e per le altre operazioni a rischio.
Le banche too big to fail tra vigilanza rafforzata e abbandono del modello di banca universale: prime evidenze di un quadro in chiaroscuro / Scipione, Luigi. - II:(2017), pp. 91-128.
Le banche too big to fail tra vigilanza rafforzata e abbandono del modello di banca universale: prime evidenze di un quadro in chiaroscuro
SCIPIONE, Luigi
2017
Abstract
Il noto principio del too big to fail rappresenta uno degli argomenti più peculiari del settore bancario e, alla luce dell’evoluzione del mercato verso la concentrazione in pochi istituzioni dalle dimensioni internazionali, sempre più cruciale. Le banche insieme ad altri intermediari finanziari – spesso crossborder – sono divenuti attori talmente complessi da meritare l’appellativo di Systemically Important Financial Institutions. Nascono come frutti del capitalismo, ma allo stesso tempo sono vittime dell’accesa competizione che le logora. Direbbe il giurista e lo si è sperimentato: simul stabunt simul cadent. Si è dinnanzi ad fenomeno di generalizzazione del rischio di controparte e le interconnessioni – in quanto interdipendenze – accelerano e amplificano le occasioni di contagio, rendendolo più rapido e più immediato. Tali attori necessitano, pertanto, di un sistema di regole che le vigili in maniera intelligente, ma i risultati della regolamentazione intrecciano solo i problemi. In questa sede ci si limiterà a richiamare i principi e i contenuti delle principali iniziative legislative intraprese sulle due sponde dell’Atlantico in tema requisiti prudenziali e risoluzione ordinata degli intermediari. Maggiore spazio verrà invece dedicato al tema della separazione bancaria. Occorre premettere che la similarità delle misure adottate è in parte dovuta a delle considerazioni di competitività e in parte alla pressione internazionale volta all’adozione degli standard minimi internazionali. Le misure organizzative introdotte negli Stati Uniti e, in ordine minore, le normative proposte dalla Commissione europea, postulano entrambe una separazione proprietaria per le operazioni in proprio e per le altre operazioni a rischio.File | Dimensione | Formato | |
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