Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, all'arrivo dell'Armata Rossa sul territorio tedesco, inizia un massiccio esodo della popolazione tedesca delle regioni orientali verso Ovest. Contemporaneamente, in seguito al formarsi dei nuovi governi comunisti e filosovietici nell'Europa centro-orientale, ha luogo un'ondata di violenze e discriminazioni, nonché di espulsioni "selvagge" della popolazione germanofona di questa parte dell'Europa. Gli Alleati durante la Conferenza di Potsdam daranno il loro consenso ufficiale a queste espulsioni, con l'indicazioni che esse dovranno avvenire in forma "ordinata e umana". L'obiettivo della politica di omogeneizzazione etnica degli Stati dell'Europa centro-orientale, avallata e sostenuta dai vincitori della guerra, era quello di evitare in futuro pericolosi e destabilizzanti rigurgiti nazionalistici di minoranze etniche nei nuovi contesti geo-politici di questa parte dell'Europa. In tal modo si attuò un drammatico trasferimento forzato di popolazioni negli ultimi mesi della guerra e nei primi mesi e anni del secondo dopoguerra, che colpì innanzi tutto la popolazione tedesca e germanofona dell'Europa centro-orientale, con circa 14 milioni di profughi e una cifra che oscilla tra centinaia e alcuni milioni di morti.

I profughi tedeschi, tra fughe e migrazioni forzate, nel secondo dopoguerra / D'Onofrio, Andrea. - (2017). (Intervento presentato al convegno Percorso di eccellenza in Scienze Storiche "Esuli e profughi dal Medioevo all’età contemporanea" tenutosi a Dipartimento di Storia, culture, religioni dell'Università di Roma Sapienza nel 17 maggio 2017).

I profughi tedeschi, tra fughe e migrazioni forzate, nel secondo dopoguerra

D'ONOFRIO, ANDREA
2017

Abstract

Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, all'arrivo dell'Armata Rossa sul territorio tedesco, inizia un massiccio esodo della popolazione tedesca delle regioni orientali verso Ovest. Contemporaneamente, in seguito al formarsi dei nuovi governi comunisti e filosovietici nell'Europa centro-orientale, ha luogo un'ondata di violenze e discriminazioni, nonché di espulsioni "selvagge" della popolazione germanofona di questa parte dell'Europa. Gli Alleati durante la Conferenza di Potsdam daranno il loro consenso ufficiale a queste espulsioni, con l'indicazioni che esse dovranno avvenire in forma "ordinata e umana". L'obiettivo della politica di omogeneizzazione etnica degli Stati dell'Europa centro-orientale, avallata e sostenuta dai vincitori della guerra, era quello di evitare in futuro pericolosi e destabilizzanti rigurgiti nazionalistici di minoranze etniche nei nuovi contesti geo-politici di questa parte dell'Europa. In tal modo si attuò un drammatico trasferimento forzato di popolazioni negli ultimi mesi della guerra e nei primi mesi e anni del secondo dopoguerra, che colpì innanzi tutto la popolazione tedesca e germanofona dell'Europa centro-orientale, con circa 14 milioni di profughi e una cifra che oscilla tra centinaia e alcuni milioni di morti.
2017
I profughi tedeschi, tra fughe e migrazioni forzate, nel secondo dopoguerra / D'Onofrio, Andrea. - (2017). (Intervento presentato al convegno Percorso di eccellenza in Scienze Storiche "Esuli e profughi dal Medioevo all’età contemporanea" tenutosi a Dipartimento di Storia, culture, religioni dell'Università di Roma Sapienza nel 17 maggio 2017).
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