Nel regno di Napoli le scritture prodotte dagli ufficiali regi costituirono il più importante modello di scrittura per tutti coloro che non avevano accesso alla formazione universitaria (teologi, giuristi, medici) e a quella umanistica. Molti esponenti dei ceti medio-alti (proprietari terrieri e allevatori, fattori, uomini d’arme, bottegai, artigiani), svilupparono le proprie competenze scrittorie (literacy) nell'ambito della comunicazione di tipo amministrativo, condizionata dagli ufficiali regi e dai modelli testuali diffusi tra gli amministratori e i notai. Come è noto, non esistevano scuole specifiche per sviluppare le competenze linguistiche necessarie per la scrittura amministrativa, in particolare quella in lingua italiana. Si imparava con la pratica, direttamente, lavorando nelle cancellerie delle amministrazioni pubbliche (della monarchia, dei feudatari, delle città e della Chiesa) e indirettamente, grazie cioè alle numerose occasioni di contatto con esse. L'intervento intende dimostrare questo assunto esaminando gli interventi del sovrano in materia di scrittura amministrativa, i modelli di scrittura circolanti e un importante strumento della comunicazione tra dominanti e dominati: la supplica, di cui si esamineranno la struttura e le formule.
Forme testuali del potere nel regno di Napoli. I modelli documentari, le suppliche / Senatore, Francesco. - (2017), pp. 113-145.
Forme testuali del potere nel regno di Napoli. I modelli documentari, le suppliche
SENATORE, FRANCESCO
2017
Abstract
Nel regno di Napoli le scritture prodotte dagli ufficiali regi costituirono il più importante modello di scrittura per tutti coloro che non avevano accesso alla formazione universitaria (teologi, giuristi, medici) e a quella umanistica. Molti esponenti dei ceti medio-alti (proprietari terrieri e allevatori, fattori, uomini d’arme, bottegai, artigiani), svilupparono le proprie competenze scrittorie (literacy) nell'ambito della comunicazione di tipo amministrativo, condizionata dagli ufficiali regi e dai modelli testuali diffusi tra gli amministratori e i notai. Come è noto, non esistevano scuole specifiche per sviluppare le competenze linguistiche necessarie per la scrittura amministrativa, in particolare quella in lingua italiana. Si imparava con la pratica, direttamente, lavorando nelle cancellerie delle amministrazioni pubbliche (della monarchia, dei feudatari, delle città e della Chiesa) e indirettamente, grazie cioè alle numerose occasioni di contatto con esse. L'intervento intende dimostrare questo assunto esaminando gli interventi del sovrano in materia di scrittura amministrativa, i modelli di scrittura circolanti e un importante strumento della comunicazione tra dominanti e dominati: la supplica, di cui si esamineranno la struttura e le formule.File | Dimensione | Formato | |
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