L’iniziazione manzoniana di Ezio Raimondi avviene nel segno di Burckhardt: di un maestro, cioè, la cui lezione verrà ricordata, sulla soglia dell’edizione arricchita di Rinascimento inquieto, per aver portato «alla luce nel paesaggio rinascimentale [...] la matrice stessa della modernità» in un senso «aristocratico e fiammante», assai diverso da quello dei recenti apporti di Klein e di Foucault. Il libro di Foucault al quale si allude è quel Le parole e le cose che nel 1966 si era incaricato di ridisegnare l’orizzonte; e nel cui solco si celebrerà, un lustro dopo quel primo cimento, il battesimo effettivo del “Manzoni di Raimondi”: il saggio La nuova scienza e la visione degli oggetti, destinato anche ad inaugurare il volume del 1974 (laddove la nota burckhardtiana verrà posta in coda, col titolo Un lettore a Basilea). 1964, 1969 e 1974 sono le tre tappe di una cronologia euritmica e carica di senso, che scandisce in lustri perfetti il passaggio da una vecchia spigolatura erudita alle tesi originali del bigger book conchiuso dieci anni dopo: il solo che donerà ai Promessi sposi «cittadinanza piena». Nel Ro- manzo senza idillio, insomma, è ancora una volta il pensiero di Michel Foucault a funzionare come relais della svolta di Raimondi nella sua personale lettura del romanzo; ma anche come relais della decisiva svolta ch’egli imprime nella fortuna di Manzoni e nella sua immagine condivisa da una vasta comunità di interpreti e di lettori.

Antitesi romanzesca e realismo dialettico. Manzoni dopo Raimondi / DE CRISTOFARO, Francesco Paolo. - (2016), pp. 177-187.

Antitesi romanzesca e realismo dialettico. Manzoni dopo Raimondi

DE CRISTOFARO, Francesco Paolo
2016

Abstract

L’iniziazione manzoniana di Ezio Raimondi avviene nel segno di Burckhardt: di un maestro, cioè, la cui lezione verrà ricordata, sulla soglia dell’edizione arricchita di Rinascimento inquieto, per aver portato «alla luce nel paesaggio rinascimentale [...] la matrice stessa della modernità» in un senso «aristocratico e fiammante», assai diverso da quello dei recenti apporti di Klein e di Foucault. Il libro di Foucault al quale si allude è quel Le parole e le cose che nel 1966 si era incaricato di ridisegnare l’orizzonte; e nel cui solco si celebrerà, un lustro dopo quel primo cimento, il battesimo effettivo del “Manzoni di Raimondi”: il saggio La nuova scienza e la visione degli oggetti, destinato anche ad inaugurare il volume del 1974 (laddove la nota burckhardtiana verrà posta in coda, col titolo Un lettore a Basilea). 1964, 1969 e 1974 sono le tre tappe di una cronologia euritmica e carica di senso, che scandisce in lustri perfetti il passaggio da una vecchia spigolatura erudita alle tesi originali del bigger book conchiuso dieci anni dopo: il solo che donerà ai Promessi sposi «cittadinanza piena». Nel Ro- manzo senza idillio, insomma, è ancora una volta il pensiero di Michel Foucault a funzionare come relais della svolta di Raimondi nella sua personale lettura del romanzo; ma anche come relais della decisiva svolta ch’egli imprime nella fortuna di Manzoni e nella sua immagine condivisa da una vasta comunità di interpreti e di lettori.
2016
9788815267245
Antitesi romanzesca e realismo dialettico. Manzoni dopo Raimondi / DE CRISTOFARO, Francesco Paolo. - (2016), pp. 177-187.
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