Il funzionamento del credito nel Mezzogiorno (e in Italia) ha fatto importanti passi avanti sulla via della concorrenza, dell’efficienza e dell’indipendenza dalle logiche clientelari del passato. Tuttavia, senza dimenticare i gravi, e forse decisivi, problemi che riguardano il lato della domanda di credito, le difficoltà del sistema bancario meridionale non sembrano affatto risolte. Se in passato sono state le gravi inefficienze gestionali e le finalità improprie (non sempre lecite) che le banche avevano assunto nel Mezzogiorno a rendere urgente un radicale cambiamento di rotta, è oggi l’affermarsi nel Mezzogiorno di un sistema bancario dipendente e “irresponsabile” che dovrebbe tener parimenti desta l’attenzione di tutti. La crisi delle banche meridionali nell’analisi della letteratura che si è sviluppata sul tema è riconducibile a tre motivi principali: 1) «il vaso di coccio» ovvero le differenze di costo del sistema e le maggiori debolezze e quindi le maggiori rischiosità dell’economia meridionale; 2) «la trappola politica» che con la caduta della prima repubblica travolge anche il sistema bancario meridionale in cui forti sono i legami con il potere pubblico e, infine, 3) «lo shock macroeconomico» con la riduzione dei trasferimenti dalle amministrazioni centrali al Sud. Basti dire che dal 1995 al 2001 il Mezzogiorno registra la scomparsa del 39% delle proprie banche contro un 6% della altre aree del Paese. Ancor oggi, si sorvola, spesso con disinvoltura, sulle difficoltà in cui ancora versa il sistema bancario del Mezzogiorno, sulla necessità o meno di una nuova iniziativa pubblica in campo bancario nelle regioni del Sud, sulla sua incapacità di sostenere e incoraggiare il sistema produttivo meridionale e sui timori per la scomparsa in questa parte del paese dei centri decisionali e strategici bancari che, invece, numerose ricerche condotte negli ultimi anni hanno fatto emergere con estrema chiarezza. il settore finanziario del Mezzogiorno “subisce” le ragioni reali del dualismo Nord-Sud, e il conseguente divario di rischiosità, riflettendole nelle condizioni di credito. E se i centri decisionali sono posizionati altrove risulta ancora più difficile che ci sia una spinta ad investire sul rischioso e sull’incerto. Le cause del divario Nord-Sud sono di carattere reale e il settore finanziario le asseconda: per queste ragioni le risposte del legislatore dovrebbero partire da questa consapevolezza.

La regolamentazione dei sistemi bancari regionali tra crisi finanziaria e recessione economica / Scipione, Luigi. - (2015). (Intervento presentato al convegno Seminario sul Mezzogiorno tenutosi a Giammarino Editore - Napoli nel 3 dicembre 2015).

La regolamentazione dei sistemi bancari regionali tra crisi finanziaria e recessione economica

SCIPIONE, Luigi
2015

Abstract

Il funzionamento del credito nel Mezzogiorno (e in Italia) ha fatto importanti passi avanti sulla via della concorrenza, dell’efficienza e dell’indipendenza dalle logiche clientelari del passato. Tuttavia, senza dimenticare i gravi, e forse decisivi, problemi che riguardano il lato della domanda di credito, le difficoltà del sistema bancario meridionale non sembrano affatto risolte. Se in passato sono state le gravi inefficienze gestionali e le finalità improprie (non sempre lecite) che le banche avevano assunto nel Mezzogiorno a rendere urgente un radicale cambiamento di rotta, è oggi l’affermarsi nel Mezzogiorno di un sistema bancario dipendente e “irresponsabile” che dovrebbe tener parimenti desta l’attenzione di tutti. La crisi delle banche meridionali nell’analisi della letteratura che si è sviluppata sul tema è riconducibile a tre motivi principali: 1) «il vaso di coccio» ovvero le differenze di costo del sistema e le maggiori debolezze e quindi le maggiori rischiosità dell’economia meridionale; 2) «la trappola politica» che con la caduta della prima repubblica travolge anche il sistema bancario meridionale in cui forti sono i legami con il potere pubblico e, infine, 3) «lo shock macroeconomico» con la riduzione dei trasferimenti dalle amministrazioni centrali al Sud. Basti dire che dal 1995 al 2001 il Mezzogiorno registra la scomparsa del 39% delle proprie banche contro un 6% della altre aree del Paese. Ancor oggi, si sorvola, spesso con disinvoltura, sulle difficoltà in cui ancora versa il sistema bancario del Mezzogiorno, sulla necessità o meno di una nuova iniziativa pubblica in campo bancario nelle regioni del Sud, sulla sua incapacità di sostenere e incoraggiare il sistema produttivo meridionale e sui timori per la scomparsa in questa parte del paese dei centri decisionali e strategici bancari che, invece, numerose ricerche condotte negli ultimi anni hanno fatto emergere con estrema chiarezza. il settore finanziario del Mezzogiorno “subisce” le ragioni reali del dualismo Nord-Sud, e il conseguente divario di rischiosità, riflettendole nelle condizioni di credito. E se i centri decisionali sono posizionati altrove risulta ancora più difficile che ci sia una spinta ad investire sul rischioso e sull’incerto. Le cause del divario Nord-Sud sono di carattere reale e il settore finanziario le asseconda: per queste ragioni le risposte del legislatore dovrebbero partire da questa consapevolezza.
2015
La regolamentazione dei sistemi bancari regionali tra crisi finanziaria e recessione economica / Scipione, Luigi. - (2015). (Intervento presentato al convegno Seminario sul Mezzogiorno tenutosi a Giammarino Editore - Napoli nel 3 dicembre 2015).
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