Reverse Engineering e Additive Manufacturing: rilievo e restituzione del modello 3D di edifici della Mostra d’Oltremare a Napoli

Tra le tecniche di reverse engineering la fotogrammetria è low-cost, non a contatto, passiva e si basa sul il principio di triangolazione. Mediante l’analisi di una coppia di fotogrammi stereometrici, consente di acquisire la posizione spaziale dei punti dell’oggetto. Negli ultimi tempi, l’elevata risoluzione delle fotocamere, lo sviluppo di calcolatori sofisticati e l’opportunità di avere a disposizione software dedicati hanno favorito la diffusione di tale tecnica. Dall’altro lato, invece, l’espressione additive manufacturing (“produzione additiva”) si riferisce a processi che consentono di ottenere oggetti 3D a partire da modelli 3D digitali, depositando materiale strato dopo strato. In particolare, la tecnologia Fused Deposition Modeling (FDM) permette di produrre un modello o una sua parte processando, a temperatura controllata, un filamento di materiale mediante un iniettore/estrusore, generalmente depositando un polimero termoplastico o un composito a matrice polimerica su una piattaforma con una specifica procedura strato dopo strato. Tecniche di reverse engineering sono state utilizzate per il rilievo di alcuni edifici ubicati nella Mostra d’Oltremare a Napoli. Integrando l’approccio del reverse engineering con le tecnologie di additive manufacturing, a partire dai modelli CAD 3D di edifici sono stati opportunamente realizzati copie in scala tramite FDM, riproducendo in maniera adeguata i diversi aspetti. Ovviamente, analisi calorimetriche, meccaniche e funzionali hanno consentito di ottimizzare le condizioni di processo dei materiali utilizzati.