L'inizio della lattazione, nella specie bufalina, è caratterizzato da un continuo modificarsi del quadro endocrino-metabolico condizionato dal rapporto tra l'energia assunta con gli alimenti e quella eliminata con la produzione di latte. L'incremento dell'energia prodotta (produzione lattea) e la minore assunzione di sostanza secca e, quindi, di nutrienti si traduce metabolicamente in un abbassamento, temporaneo dei valori ematici di glucosio. L'organismo risponde a questa emergenza innalzando i livelli di GH e abbassando quelli del T4 (ipotiroidismo funzionale). L'ormone della crescita agisce riducendo l'attività o quanto meno la responsività del tessuto adiposo all'insulina, modificando il rapporto insulina:glucagone a favore di quest'ultimo ormone. Ciò garantisce una diversa ripartizione del glucosio ematico (sistema nervoso centrale e mammella) e attiva la neoglucogenesi a partire da altre molecole (Nefa, gruppi carbossilici, etc.). Tale meccanismo facilita, tra l'altro, la mobilizzazione dei tessuti di deposito e delle proteine muscolari che forniscono l'energia e i precursori necessari a mantenere i livelli ematici di glucosio entro valori in grado di consentire al soggetto di espletare le proprie attività fisiologiche. La lipomobilizzazione è responsabile dell'innalzamento dei NEFA e dei livelli di beta-idrossibutirrato che nella specie bufalina può verificarsi anche nella fase finale della curva di lattazione. Ciò comporta un aumento dell'acidità titolabile e difficoltà nella caseificazione del latte con produzioni di mozzarelle che presentano una durata commerciale minore e un peggioramento delle caratteristiche organolettiche del formaggio. Ad inizio lattazione, infatti, l'acidità titolabile del latte di bufala risulta superiore a 12 °SH (gradi Soxhlet-Henkel, riferiti a 100 ml di latte), per abbassarsi a circa 10 a due settimane e permanere a valori superiori a 9 fino a 25 giorni, a fronte di un valore normale che risulta essere di circa 8.Nella fase iniziale della lattazione, errori di razionamento (carenza energetica, carenza proteica, eccessi di insilato, ecc.) possono amplificare il fenomeno in seguito ad un eccessivo ricorso alle riserve endogene ed ad un conseguente aumento degli acidi organici che si sviluppano. L'origine tropicale della specie bufalina, la poca adattabilità alle basse temperature e specialmente alle notevoli escursioni termiche, acuite dall'esposizione ai venti freddi e da stalle che non garantiscono una buona termoregolazione dei soggetti, possono essere causa di aumento dell'acidità titolabile particolarmente nei passaggi da periodi caldi a periodi freddi. Questo fenomeno è frequentemente osservato nei primi mesi dell'anno anche nei soggetti a metà ed a fine lattazione. La risoluzione di questa problematica risulta, pertanto, alquanto complessa ed è fondamentale analizzare e valutare le diverse cause che possono indurre l'incremento dell'acidità titolabile prima di adottare le opportune soluzioni. L’obiettivo più generale del progetto è quello di sviluppare metodiche analitiche utili a verificare indicatori di stati metabolici che possono compromettere il benessere della bufala in lattazione, la caseificabilità del latte e le caratteristiche organolettiche della mozzarella di bufala Campana. L’adozione di un controllo sistematico sul latte e la messa a punto di strategie manageriali e piani alimentari appropriati rappresenteranno un mezzo utile a migliorare lo stato di benessere degli animali allevati e a mitigare le modificazioni metaboliche responsabili del peggioramento della produzione quanti-qualitativa della specie e della qualità della mozzarella. In definitiva il progetto si propone di porre le basi per la messa a punto di una metodica di controllo continuo e sistematico, attraverso il sistema dei controlli funzionali, dello stato metabolico della bufala durante i diversi periodi dell’anno al fine di creare uno schema di intervento che prevenga dismetabolie che condizionerebbero la trasformazione e la qualità del prodotto finito. Tale scopo è perseguibile attraverso il raggiungimento dei 3 obiettivi che il progetto si propone: Obiettivo 1: Verifica dello stato metabolico dei soggetti attraverso la validazioni di indicatori rilevabili a livello ematico e relazioni con le caratteristiche qualitative del latte. Obiettivo 2: Validazione e messa punto dell’analisi degli indicatori sul latte al fine di rendere applicabile il sistema di rilevazione dei dati metabolici. Obiettivo 3: Creazione di un sistema di supporto alle decisioni aziendali, di facile accesso per gli imprenditori agro-zootecnici, che fornisca informazioni sulla probabilità di convenienza relativa a diverse scelte gestionali: piani di razionamento, interventi sulle tecniche di allevamento, etc.. Il progetto nasce dall’esigenza, espressa dalle imprese proponenti, di porre in evidenza alcune problematiche connesse alla gestione della filiera bufalina, e dunque trovare adeguato rimedio.

“BENENIR: Validazione di indicatori di rischio per il benessere animale nei bufali” / Gasparrini, Bianca. - (2014). (Intervento presentato al convegno “BENENIR: Validazione di indicatori di rischio per il benessere animale nei bufali” nel 2014).

“BENENIR: Validazione di indicatori di rischio per il benessere animale nei bufali”

GASPARRINI, BIANCA
2014

Abstract

L'inizio della lattazione, nella specie bufalina, è caratterizzato da un continuo modificarsi del quadro endocrino-metabolico condizionato dal rapporto tra l'energia assunta con gli alimenti e quella eliminata con la produzione di latte. L'incremento dell'energia prodotta (produzione lattea) e la minore assunzione di sostanza secca e, quindi, di nutrienti si traduce metabolicamente in un abbassamento, temporaneo dei valori ematici di glucosio. L'organismo risponde a questa emergenza innalzando i livelli di GH e abbassando quelli del T4 (ipotiroidismo funzionale). L'ormone della crescita agisce riducendo l'attività o quanto meno la responsività del tessuto adiposo all'insulina, modificando il rapporto insulina:glucagone a favore di quest'ultimo ormone. Ciò garantisce una diversa ripartizione del glucosio ematico (sistema nervoso centrale e mammella) e attiva la neoglucogenesi a partire da altre molecole (Nefa, gruppi carbossilici, etc.). Tale meccanismo facilita, tra l'altro, la mobilizzazione dei tessuti di deposito e delle proteine muscolari che forniscono l'energia e i precursori necessari a mantenere i livelli ematici di glucosio entro valori in grado di consentire al soggetto di espletare le proprie attività fisiologiche. La lipomobilizzazione è responsabile dell'innalzamento dei NEFA e dei livelli di beta-idrossibutirrato che nella specie bufalina può verificarsi anche nella fase finale della curva di lattazione. Ciò comporta un aumento dell'acidità titolabile e difficoltà nella caseificazione del latte con produzioni di mozzarelle che presentano una durata commerciale minore e un peggioramento delle caratteristiche organolettiche del formaggio. Ad inizio lattazione, infatti, l'acidità titolabile del latte di bufala risulta superiore a 12 °SH (gradi Soxhlet-Henkel, riferiti a 100 ml di latte), per abbassarsi a circa 10 a due settimane e permanere a valori superiori a 9 fino a 25 giorni, a fronte di un valore normale che risulta essere di circa 8.Nella fase iniziale della lattazione, errori di razionamento (carenza energetica, carenza proteica, eccessi di insilato, ecc.) possono amplificare il fenomeno in seguito ad un eccessivo ricorso alle riserve endogene ed ad un conseguente aumento degli acidi organici che si sviluppano. L'origine tropicale della specie bufalina, la poca adattabilità alle basse temperature e specialmente alle notevoli escursioni termiche, acuite dall'esposizione ai venti freddi e da stalle che non garantiscono una buona termoregolazione dei soggetti, possono essere causa di aumento dell'acidità titolabile particolarmente nei passaggi da periodi caldi a periodi freddi. Questo fenomeno è frequentemente osservato nei primi mesi dell'anno anche nei soggetti a metà ed a fine lattazione. La risoluzione di questa problematica risulta, pertanto, alquanto complessa ed è fondamentale analizzare e valutare le diverse cause che possono indurre l'incremento dell'acidità titolabile prima di adottare le opportune soluzioni. L’obiettivo più generale del progetto è quello di sviluppare metodiche analitiche utili a verificare indicatori di stati metabolici che possono compromettere il benessere della bufala in lattazione, la caseificabilità del latte e le caratteristiche organolettiche della mozzarella di bufala Campana. L’adozione di un controllo sistematico sul latte e la messa a punto di strategie manageriali e piani alimentari appropriati rappresenteranno un mezzo utile a migliorare lo stato di benessere degli animali allevati e a mitigare le modificazioni metaboliche responsabili del peggioramento della produzione quanti-qualitativa della specie e della qualità della mozzarella. In definitiva il progetto si propone di porre le basi per la messa a punto di una metodica di controllo continuo e sistematico, attraverso il sistema dei controlli funzionali, dello stato metabolico della bufala durante i diversi periodi dell’anno al fine di creare uno schema di intervento che prevenga dismetabolie che condizionerebbero la trasformazione e la qualità del prodotto finito. Tale scopo è perseguibile attraverso il raggiungimento dei 3 obiettivi che il progetto si propone: Obiettivo 1: Verifica dello stato metabolico dei soggetti attraverso la validazioni di indicatori rilevabili a livello ematico e relazioni con le caratteristiche qualitative del latte. Obiettivo 2: Validazione e messa punto dell’analisi degli indicatori sul latte al fine di rendere applicabile il sistema di rilevazione dei dati metabolici. Obiettivo 3: Creazione di un sistema di supporto alle decisioni aziendali, di facile accesso per gli imprenditori agro-zootecnici, che fornisca informazioni sulla probabilità di convenienza relativa a diverse scelte gestionali: piani di razionamento, interventi sulle tecniche di allevamento, etc.. Il progetto nasce dall’esigenza, espressa dalle imprese proponenti, di porre in evidenza alcune problematiche connesse alla gestione della filiera bufalina, e dunque trovare adeguato rimedio.
2014
“BENENIR: Validazione di indicatori di rischio per il benessere animale nei bufali” / Gasparrini, Bianca. - (2014). (Intervento presentato al convegno “BENENIR: Validazione di indicatori di rischio per il benessere animale nei bufali” nel 2014).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/658292
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