Il volume raccoglie il lavoro della 11 edizione del TIIN, Taller Internacional de Interiorismo, una piattaforma istituzionale di carattere teorico, nella quale si confrontano attori di istituzioni internazionali di diversi Paesi. Si riflette sui temi della conoscenza rilevanti per il progetto di architettura, dai diritti umani, alla comunicazione del progetto, alla creatività, materialità, sostenibilità, patrimonio, innovazione tecnologica, arte, costruzione, scienze sociali. Il Convegno è una delle molteplici azioni realizzate nell'ambito dell'ormai ultra decennale Accordo Internazionale di Collaborazione Scientifica tra l'Ateneo Federico II e l'Universidad Autonoma de Aguascalientes in Messico. Il saggio approfondisce alcuni temi della cultura del progetto italian e della formazione dell'architetto. La cultura e la preparazione di un architetto va ben al di là delle questioni di avanzamento e aggiornamento, è un problema assai più profondo che investe la personalità del soggetto. Come disse Le Corbusier in una “Conversazione con gli studenti delle scuole di architettura” nel 1943: «la coscienza dipende dal carattere. Qui travaglio interiore; là esercizio sapiente. Scienza e valutazione non sono altro che cultura (...) E l’architettura può benissimo essere definita cultura generale»; dando, così, all’architettura stessa un ruolo ancor più determinante e incisivo. L’architettura, dunque, come disciplina portatrice in sé di “cultura generale” e la formazione di una giovane personalità passa per un sostrato culturale che può essere indirizzato in un senso o in un altro, più è forte e appassionata la sete di conoscenza, più è appagante indirizzare i ragazzi che vogliono fare questo mestiere. Il cammino ha inizio con la conoscenza del luogo e con la scelta dei riferimenti attraverso lezioni e racconti, architetture e letture. Imparare a guardare un luogo, con occhi diversi e curiosi, camminare per la città in modo nuovo, ritornando nei luoghi di sempre ma con occhi diversi, è il primo sforzo che uno studente di architettura deve imparare a fare. «Ogni volta che ho provato a descrivere un paesaggio, il metodo da seguire nella descrizione diventa altrettanto importate che il paesaggio descritto: si comincia credendo che l’operazione sia semplice, delimitare un pezzo di spazio e dire tutto ciò che vi si vede [...] Anche adesso che sono seduto qui a scrivere sembro fer- mo, sono gli occhi a muoversi, gli occhi esteriori che corrono avanti e indietro seguendo la linea di lettere che corre da un margine all’altro del foglio, e gli occhi interiori che anche loro corrono avanti e indietro tra le cose sparpagliate nella memoria, e cercano di dare loro una successione, tracciare una linea tra i punti discontinui che la memoria conserva isolati, strappati dalla vera esperienza dello spazio». Le parole di Calvino sono intimamente legate anche all’operazione progettuale e la descrizione, come diceva Giuseppe Samonà è il primo atto progettuale, ecco che il progetto stesso è l’unico reale strumento di conoscenza. Spingere a riconoscere in sé l’occhio esteriore e l’occhio interiore di cui parla lo scrittore torinese, per riuscire a tracciare la linea, iniziare a provare scrivendo quello che si vede, cercare la “vera esperienza di spazio”. Si inizia con la lettura dello spazio dalle cartografia e, con il confronto tra quelle storiche e lo stato attuale dei luoghi per imparare a cogliere il senso del tempo e le trasformazioni dei luoghi, per poi provare a scrivere, appuntando con la scrittura le prime osservazioni. La narrazione di un luogo è strettamente collegata al tema sul quale si vuole lavorare con il progetto.

Il progetto come conoscenza. Leggere, disegnare, viaggiare / Santangelo, MARIA ROSARIA. - (2016), pp. 142-151.

Il progetto come conoscenza. Leggere, disegnare, viaggiare

SANTANGELO, MARIA ROSARIA
2016

Abstract

Il volume raccoglie il lavoro della 11 edizione del TIIN, Taller Internacional de Interiorismo, una piattaforma istituzionale di carattere teorico, nella quale si confrontano attori di istituzioni internazionali di diversi Paesi. Si riflette sui temi della conoscenza rilevanti per il progetto di architettura, dai diritti umani, alla comunicazione del progetto, alla creatività, materialità, sostenibilità, patrimonio, innovazione tecnologica, arte, costruzione, scienze sociali. Il Convegno è una delle molteplici azioni realizzate nell'ambito dell'ormai ultra decennale Accordo Internazionale di Collaborazione Scientifica tra l'Ateneo Federico II e l'Universidad Autonoma de Aguascalientes in Messico. Il saggio approfondisce alcuni temi della cultura del progetto italian e della formazione dell'architetto. La cultura e la preparazione di un architetto va ben al di là delle questioni di avanzamento e aggiornamento, è un problema assai più profondo che investe la personalità del soggetto. Come disse Le Corbusier in una “Conversazione con gli studenti delle scuole di architettura” nel 1943: «la coscienza dipende dal carattere. Qui travaglio interiore; là esercizio sapiente. Scienza e valutazione non sono altro che cultura (...) E l’architettura può benissimo essere definita cultura generale»; dando, così, all’architettura stessa un ruolo ancor più determinante e incisivo. L’architettura, dunque, come disciplina portatrice in sé di “cultura generale” e la formazione di una giovane personalità passa per un sostrato culturale che può essere indirizzato in un senso o in un altro, più è forte e appassionata la sete di conoscenza, più è appagante indirizzare i ragazzi che vogliono fare questo mestiere. Il cammino ha inizio con la conoscenza del luogo e con la scelta dei riferimenti attraverso lezioni e racconti, architetture e letture. Imparare a guardare un luogo, con occhi diversi e curiosi, camminare per la città in modo nuovo, ritornando nei luoghi di sempre ma con occhi diversi, è il primo sforzo che uno studente di architettura deve imparare a fare. «Ogni volta che ho provato a descrivere un paesaggio, il metodo da seguire nella descrizione diventa altrettanto importate che il paesaggio descritto: si comincia credendo che l’operazione sia semplice, delimitare un pezzo di spazio e dire tutto ciò che vi si vede [...] Anche adesso che sono seduto qui a scrivere sembro fer- mo, sono gli occhi a muoversi, gli occhi esteriori che corrono avanti e indietro seguendo la linea di lettere che corre da un margine all’altro del foglio, e gli occhi interiori che anche loro corrono avanti e indietro tra le cose sparpagliate nella memoria, e cercano di dare loro una successione, tracciare una linea tra i punti discontinui che la memoria conserva isolati, strappati dalla vera esperienza dello spazio». Le parole di Calvino sono intimamente legate anche all’operazione progettuale e la descrizione, come diceva Giuseppe Samonà è il primo atto progettuale, ecco che il progetto stesso è l’unico reale strumento di conoscenza. Spingere a riconoscere in sé l’occhio esteriore e l’occhio interiore di cui parla lo scrittore torinese, per riuscire a tracciare la linea, iniziare a provare scrivendo quello che si vede, cercare la “vera esperienza di spazio”. Si inizia con la lettura dello spazio dalle cartografia e, con il confronto tra quelle storiche e lo stato attuale dei luoghi per imparare a cogliere il senso del tempo e le trasformazioni dei luoghi, per poi provare a scrivere, appuntando con la scrittura le prime osservazioni. La narrazione di un luogo è strettamente collegata al tema sul quale si vuole lavorare con il progetto.
2016
978-607-8457-73-1
Il progetto come conoscenza. Leggere, disegnare, viaggiare / Santangelo, MARIA ROSARIA. - (2016), pp. 142-151.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/656790
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