Un’industria dei naufragi fiorì in molte località del Mediterraneo: era pratica comune per alcune popolazioni delle zone costiere appropriarsi dei relitti di navi, del carico scampato al naufragio e persino dei sopravvissuti. La legislazione romana in tema di naufragi può fornire un interessante contributo alla conoscenza dei trasporti e del commercio nell’impero romano. Sono numerosi gli interventi normativi imperiali tesi a tutelare i naufraghi e i loro beni dalle ruberie delle popolazioni rivierasche, ma anche a limitare le pretese del fisco. Analoga tutela era riconosciuta a quelle merci gettate in mare, in genere dal magister navis, per salvare la nave che rischiava di affondare alleggerendone il peso. Il lancio in mare, per quanto volontario, non si configurava infatti come abbandono del bene e non comportava perciò la perdita del diritto di proprietà. Se per salvare la nave, veniva scagliato fuori bordo parte del carico, la lex Rhodia de iactu, tradita nel titolo 14.2 dei Digesta, prevedeva una ripartizione del danno tra tutti coloro che avevano le proprie merci sull’imbarcazione, anche qualora i loro beni non fossero stati buttati in acqua: … aequissimum enim est commune detrimentum fieri eorum, qui propter amissas res aliorum consecuti sunt, ut merces suas salvas haberent …(D. 14.2.2 pr.). Impossibile prescindere dalla questione antica e mai del tutto risolta dell’origine e della portata della lex Rhodia, su cui notevole è stato il dibattito in dottrina, tuttavia in questa sede ci si propone, soprattutto, di valutare come in epoca romana si tentasse di salvaguardare merci e viaggiatori dai pericoli del mare.

Commune detrimentum. La lex Rhodia e i pericoli del mare / Merola, GIOVANNA DANIELA. - (2016). (Intervento presentato al convegno LXXe Session de la SIHDA “Ius et Periculum. Le droit face au risque dans l’Antiquité” tenutosi a Paris, Université Paris II Panthéon-Assas nel 14 settembre 2016).

Commune detrimentum. La lex Rhodia e i pericoli del mare

MEROLA, GIOVANNA DANIELA
2016

Abstract

Un’industria dei naufragi fiorì in molte località del Mediterraneo: era pratica comune per alcune popolazioni delle zone costiere appropriarsi dei relitti di navi, del carico scampato al naufragio e persino dei sopravvissuti. La legislazione romana in tema di naufragi può fornire un interessante contributo alla conoscenza dei trasporti e del commercio nell’impero romano. Sono numerosi gli interventi normativi imperiali tesi a tutelare i naufraghi e i loro beni dalle ruberie delle popolazioni rivierasche, ma anche a limitare le pretese del fisco. Analoga tutela era riconosciuta a quelle merci gettate in mare, in genere dal magister navis, per salvare la nave che rischiava di affondare alleggerendone il peso. Il lancio in mare, per quanto volontario, non si configurava infatti come abbandono del bene e non comportava perciò la perdita del diritto di proprietà. Se per salvare la nave, veniva scagliato fuori bordo parte del carico, la lex Rhodia de iactu, tradita nel titolo 14.2 dei Digesta, prevedeva una ripartizione del danno tra tutti coloro che avevano le proprie merci sull’imbarcazione, anche qualora i loro beni non fossero stati buttati in acqua: … aequissimum enim est commune detrimentum fieri eorum, qui propter amissas res aliorum consecuti sunt, ut merces suas salvas haberent …(D. 14.2.2 pr.). Impossibile prescindere dalla questione antica e mai del tutto risolta dell’origine e della portata della lex Rhodia, su cui notevole è stato il dibattito in dottrina, tuttavia in questa sede ci si propone, soprattutto, di valutare come in epoca romana si tentasse di salvaguardare merci e viaggiatori dai pericoli del mare.
2016
Commune detrimentum. La lex Rhodia e i pericoli del mare / Merola, GIOVANNA DANIELA. - (2016). (Intervento presentato al convegno LXXe Session de la SIHDA “Ius et Periculum. Le droit face au risque dans l’Antiquité” tenutosi a Paris, Université Paris II Panthéon-Assas nel 14 settembre 2016).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/645754
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact