Giovanni Pontano, il più grande umanista e poligrafo del Rinascimento meridionale, non avrebbe mai potuto non cedere all’istanza di lasciare in eredità ai posteri un proprio ritratto d’autore ed ‘autorizzato’, che potesse rappresentarlo di fronte alle generazioni future. Così, egli ci ha lasciato nella sua opera una molteplicità di autorappresentazioni che consentono di focalizzare di volta in volta quell’aspetto che intendeva tramandare in un ritratto personale da affidare alla posterità. Diversamente da Petrarca, il Pontano non era incline all’idealizzazione di se stesso ed amava l’autoironia. Nella sua autorappresentazione come letterato, tuttavia, emerge tutto il suo orgoglio e tutta la sua autocoscienza di continuatore e restauratore della grande tradizione classica: nel suo poema 'Urania' affida orgogliosamente ai posteri un’autorappresentazione che lo colloca accanto ad Omero ed a Virgilio in un Parnaso restaurato e fatto napoletano.
Giovanni Pontano di fronte ai posteri: un autoritratto letterario / Germano, Giuseppe. - (2016). (Intervento presentato al convegno XX Congresso ADI – Associazione degli Italianisti, La letteratura Italiana e le arti tenutosi a Dipartimento di Studi Umanistici, Aula 5, sede Centrale di Corso Umberto I, Università degli Studi di Napoli Federico II nel 9 settembre 2016).
Giovanni Pontano di fronte ai posteri: un autoritratto letterario
GERMANO, GIUSEPPE
2016
Abstract
Giovanni Pontano, il più grande umanista e poligrafo del Rinascimento meridionale, non avrebbe mai potuto non cedere all’istanza di lasciare in eredità ai posteri un proprio ritratto d’autore ed ‘autorizzato’, che potesse rappresentarlo di fronte alle generazioni future. Così, egli ci ha lasciato nella sua opera una molteplicità di autorappresentazioni che consentono di focalizzare di volta in volta quell’aspetto che intendeva tramandare in un ritratto personale da affidare alla posterità. Diversamente da Petrarca, il Pontano non era incline all’idealizzazione di se stesso ed amava l’autoironia. Nella sua autorappresentazione come letterato, tuttavia, emerge tutto il suo orgoglio e tutta la sua autocoscienza di continuatore e restauratore della grande tradizione classica: nel suo poema 'Urania' affida orgogliosamente ai posteri un’autorappresentazione che lo colloca accanto ad Omero ed a Virgilio in un Parnaso restaurato e fatto napoletano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.