Per comprendere le dinamiche competitive di molti settori non si può prescindere dal ruolo e dal peso che esercita la criminalità organizzata. L’interesse dei clan nei confronti di tanti comparti economici ha fatto nascere quella che diversi studiosi definiscono «area grigia» (Sciarrone, a cura di, 2011), dove si intrecciano le relazioni tra gli imprenditori, le organizzazioni criminali, le imprese mafiose, i politici, gli amministratori pubblici e i professionisti. La relazione tra impresa e criminalità organizzata merita uno sforzo di approfondimento almeno per due motivi fondamentali: in primo luogo perché è un argomento che la letteratura, in particolar modo quella manageriale, ha, salvo rare eccezioni, trascurato; in secondo luogo perché il fenomeno condiziona, in maniera crescente, le dinamiche di numerosi settori dell’economia italiana e non solo (Riccardi 2014). Prima di approfondire la configurazione dei rapporti tra imprenditori e organizzazioni criminali è necessario, preliminarmente, chiarire le caratteristiche delle imprese mafiose. L’organizzazione criminale, infatti, per garantire la propria presenza sul territorio e attuare le proprie strategie di sviluppo nell’economia legale costituisce e/o acquisisce imprese che definiremo mafiose. Queste imprese rappresentano spesso il tramite attraverso cui le organizzazioni criminali stabiliscono contatti con il sistema imprenditoriale. In questo paragrafo passeremo in rassegna i contributi che hanno affrontato questo tema, facendo riferimento principalmente a studi di area sociologica, criminologica, di political science o a lavori, di taglio non accademico, prodotti da esperti del settore, in particolare magistrati o appartenenti alle forze dell’ordine.

Quando gli imprenditori usano i clan: il caso del re dei video poker / Consiglio, Stefano; De Nito, Ernesto. - (2015), pp. 189-210.

Quando gli imprenditori usano i clan: il caso del re dei video poker

CONSIGLIO, Stefano;
2015

Abstract

Per comprendere le dinamiche competitive di molti settori non si può prescindere dal ruolo e dal peso che esercita la criminalità organizzata. L’interesse dei clan nei confronti di tanti comparti economici ha fatto nascere quella che diversi studiosi definiscono «area grigia» (Sciarrone, a cura di, 2011), dove si intrecciano le relazioni tra gli imprenditori, le organizzazioni criminali, le imprese mafiose, i politici, gli amministratori pubblici e i professionisti. La relazione tra impresa e criminalità organizzata merita uno sforzo di approfondimento almeno per due motivi fondamentali: in primo luogo perché è un argomento che la letteratura, in particolar modo quella manageriale, ha, salvo rare eccezioni, trascurato; in secondo luogo perché il fenomeno condiziona, in maniera crescente, le dinamiche di numerosi settori dell’economia italiana e non solo (Riccardi 2014). Prima di approfondire la configurazione dei rapporti tra imprenditori e organizzazioni criminali è necessario, preliminarmente, chiarire le caratteristiche delle imprese mafiose. L’organizzazione criminale, infatti, per garantire la propria presenza sul territorio e attuare le proprie strategie di sviluppo nell’economia legale costituisce e/o acquisisce imprese che definiremo mafiose. Queste imprese rappresentano spesso il tramite attraverso cui le organizzazioni criminali stabiliscono contatti con il sistema imprenditoriale. In questo paragrafo passeremo in rassegna i contributi che hanno affrontato questo tema, facendo riferimento principalmente a studi di area sociologica, criminologica, di political science o a lavori, di taglio non accademico, prodotti da esperti del settore, in particolare magistrati o appartenenti alle forze dell’ordine.
2015
9788868431914
Quando gli imprenditori usano i clan: il caso del re dei video poker / Consiglio, Stefano; De Nito, Ernesto. - (2015), pp. 189-210.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/642713
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