Agostino-Montaigne-Pascal-Port-Royal a proposito della “libido sciendi” e della sua metamorfosi in seno alla cultura seicentesca tra i libertinismi. Pascal e talune esperienze tra il religioso e il mistico, di contro al veto agostiniano dei tre modi della “libido” come molla del pensare e del vivere. “Vulgata” vuole che se in Agostino – ma la cosa diviene persino più rigida a Port-Royal – la “curiosità” fosse il peccato che conduceva al sapere inautentico (e Bossuet vorrà ribadirlo con vigore nel suo Trattato della concupiscenza), nella cultura libertina, sulla scia di Montaigne e del suo “essayer” il mondo nel senso del vero e proprio “gustare”, non si trattava neanche più di un eventuale punto di partenza di un sapere, bensì di un vero e proprio compito e di un diletto: ancor più che plaisir de connaître, “libido sciendi” si ritraduceva in bonheur de connaître. Molla del pensare e dell’indagare, insomma; di più, ciò che stuzzicava le “curiosità” della libido sciendi era proprio la possibilità di squadernare l’atmosfera di favola e di impostura che produce ogni credenza e ogni dottrina (o anche il clima politico-ideologico che l’ha imposta).
Pascal, Port-Royal (e Montaigne) / Amodio, Paolo. - (2014). (Intervento presentato al convegno Etica e teologia a Port-Royal tenutosi a Coro di Notte, Monastero dei Benedettini - Dipartimento di Scienze Umanistiche - Università di Catania nel 21 gennaio 2014).
Pascal, Port-Royal (e Montaigne)
AMODIO, PAOLO
2014
Abstract
Agostino-Montaigne-Pascal-Port-Royal a proposito della “libido sciendi” e della sua metamorfosi in seno alla cultura seicentesca tra i libertinismi. Pascal e talune esperienze tra il religioso e il mistico, di contro al veto agostiniano dei tre modi della “libido” come molla del pensare e del vivere. “Vulgata” vuole che se in Agostino – ma la cosa diviene persino più rigida a Port-Royal – la “curiosità” fosse il peccato che conduceva al sapere inautentico (e Bossuet vorrà ribadirlo con vigore nel suo Trattato della concupiscenza), nella cultura libertina, sulla scia di Montaigne e del suo “essayer” il mondo nel senso del vero e proprio “gustare”, non si trattava neanche più di un eventuale punto di partenza di un sapere, bensì di un vero e proprio compito e di un diletto: ancor più che plaisir de connaître, “libido sciendi” si ritraduceva in bonheur de connaître. Molla del pensare e dell’indagare, insomma; di più, ciò che stuzzicava le “curiosità” della libido sciendi era proprio la possibilità di squadernare l’atmosfera di favola e di impostura che produce ogni credenza e ogni dottrina (o anche il clima politico-ideologico che l’ha imposta).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.