Nel Rinascimento, molti umanisti attivi nel Regno di Napoli indagavano il passato classico delle proprie città incrociando lo studio delle fonti letterarie con l’osservazione diretta delle rovine visibili sul luogo. Il caso di studio prescelto riguarda l’umanista e medico salentino Antonio de Ferrariis, detto Galateo dal nome della sua città di nascita, Galàtone, il quale, in una delle sue opere di maggior fama, il De situ Iapygiae, tratta, tra l’altro, delle antichità di Lecce, fornendone una descrizione che mira a enfatizzare la presenza del sostrato greco e pre-greco, e allo stesso tempo a minimizzare l’importanza della fase romana della città.
Antonio Galateo e le antichità di Lecce / Miletti, Lorenzo. - (2015). (Intervento presentato al convegno Workshop al Max Planck Institut – Bibliotheca Hertziana tenutosi a Roma, Max Planck Institut – Bibliotheca Hertziana nel 1 dicembre 2015).
Antonio Galateo e le antichità di Lecce
MILETTI, LORENZO
2015
Abstract
Nel Rinascimento, molti umanisti attivi nel Regno di Napoli indagavano il passato classico delle proprie città incrociando lo studio delle fonti letterarie con l’osservazione diretta delle rovine visibili sul luogo. Il caso di studio prescelto riguarda l’umanista e medico salentino Antonio de Ferrariis, detto Galateo dal nome della sua città di nascita, Galàtone, il quale, in una delle sue opere di maggior fama, il De situ Iapygiae, tratta, tra l’altro, delle antichità di Lecce, fornendone una descrizione che mira a enfatizzare la presenza del sostrato greco e pre-greco, e allo stesso tempo a minimizzare l’importanza della fase romana della città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.