Il tema del recupero degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica del secolo scorso appare oggi di grande attualità anche e soprattutto in rapporto ai problemi della città contemporanea, cresciuta incessantemente e diffusamente consumando suolo ed energia. In tal senso guardare e riconoscere una qualità morfologica, nei quartieri della “città pubblica” del Novecento, significa proporre una alternativa alla accettazione di alcuni meccanismi di costruzione della città - ma sarebbe forse meglio dire della ‘non città’ - che sono stati oggetto di studio negli ultimi decenni soprattutto da parte di altre discipline e poi frettolosamente assunti dall’architettura, estetizzati e aggettivati, come possibili modelli. Con la dicitura “quartieri d’autore” si vuole invece specificamente denotare quegli interventi di edilizia residenziale sociale e/o pubblica del Novecento, caratterizzati da un’elevata qualità morfologica e architettonica e di sperimentazione tipologico-formale ascrivibile a progettisti di identificato valore nell’ambito del dibattito architettonico, soprattutto della stagione razionalista. Il riconoscimento del valore autoriale e formale contenuto nel termine, peraltro da estendersi dai singoli edifici all’impianto urbano, rimanda alla necessità di conservazione di queste testimonianze architettoniche ma, oltre gli aspetti legati alle tematiche della tutela, per lo più da riferirsi agli edifici residenziali e al loro talvolta necessario adeguamento tecnologico, questi quartieri sono ancora “parti” di città chiaramente identificabili e descrivibili nei loro limiti morfologici e possono quindi costituire, anche se vivono oggi condizioni di contesto differenti rispetto a quelle degli anni della loro costruzione, una possibile “dimensione conforme” sulla quale riflettere per riqualificare una periferia priva di identità. La tesi è che, nella cosiddetta “città pubblica” dopo il degrado subito nella seconda metà del Novecento per varie ragioni - dalla progressiva privatizzazione degli spazi pubblici, dall’obsolescenza delle compagini edilizie, dall’abusivismo e dal complessivo accerchiamento dell’edilizia privata di bassa qualità - questi quartieri possono rappresentare, con differenti gradazioni, una nuova risorsa. Infatti, la loro chiarezza d’impianto e l’equilibrato rapporto tra edificato e spazi pubblici, soprattutto nei quartieri dei primi anni del ‘900, possono essere assunti come capisaldi - una sorta di ‘super elementi primari’ a scala urbana - per una più ampia rigenerazione urbana dei tessuti al contorno e luogo d’elezione di nuove polarità urbana. Tre casi-studio a Napoli illustrati nel saggio - il Rione Luzzatti, l’insieme di tre quartieri di edilizia residenziale pubblica costruiti a Barra su piano di Luigi Cosenza, Carlo Coen e Francesco Della Sala e il Rione Mazzini a Capodichino - rappresentano, nelle loro differenze, significative esemplificazioni di queste proposizioni.

Idee e progetti per quartieri napoletani “d’autore” del primo Novecento / Visconti, Federica; Capozzi, Renato. - 11/2016:(2016), pp. 122-124.

Idee e progetti per quartieri napoletani “d’autore” del primo Novecento

VISCONTI, FEDERICA;CAPOZZI, RENATO
2016

Abstract

Il tema del recupero degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica del secolo scorso appare oggi di grande attualità anche e soprattutto in rapporto ai problemi della città contemporanea, cresciuta incessantemente e diffusamente consumando suolo ed energia. In tal senso guardare e riconoscere una qualità morfologica, nei quartieri della “città pubblica” del Novecento, significa proporre una alternativa alla accettazione di alcuni meccanismi di costruzione della città - ma sarebbe forse meglio dire della ‘non città’ - che sono stati oggetto di studio negli ultimi decenni soprattutto da parte di altre discipline e poi frettolosamente assunti dall’architettura, estetizzati e aggettivati, come possibili modelli. Con la dicitura “quartieri d’autore” si vuole invece specificamente denotare quegli interventi di edilizia residenziale sociale e/o pubblica del Novecento, caratterizzati da un’elevata qualità morfologica e architettonica e di sperimentazione tipologico-formale ascrivibile a progettisti di identificato valore nell’ambito del dibattito architettonico, soprattutto della stagione razionalista. Il riconoscimento del valore autoriale e formale contenuto nel termine, peraltro da estendersi dai singoli edifici all’impianto urbano, rimanda alla necessità di conservazione di queste testimonianze architettoniche ma, oltre gli aspetti legati alle tematiche della tutela, per lo più da riferirsi agli edifici residenziali e al loro talvolta necessario adeguamento tecnologico, questi quartieri sono ancora “parti” di città chiaramente identificabili e descrivibili nei loro limiti morfologici e possono quindi costituire, anche se vivono oggi condizioni di contesto differenti rispetto a quelle degli anni della loro costruzione, una possibile “dimensione conforme” sulla quale riflettere per riqualificare una periferia priva di identità. La tesi è che, nella cosiddetta “città pubblica” dopo il degrado subito nella seconda metà del Novecento per varie ragioni - dalla progressiva privatizzazione degli spazi pubblici, dall’obsolescenza delle compagini edilizie, dall’abusivismo e dal complessivo accerchiamento dell’edilizia privata di bassa qualità - questi quartieri possono rappresentare, con differenti gradazioni, una nuova risorsa. Infatti, la loro chiarezza d’impianto e l’equilibrato rapporto tra edificato e spazi pubblici, soprattutto nei quartieri dei primi anni del ‘900, possono essere assunti come capisaldi - una sorta di ‘super elementi primari’ a scala urbana - per una più ampia rigenerazione urbana dei tessuti al contorno e luogo d’elezione di nuove polarità urbana. Tre casi-studio a Napoli illustrati nel saggio - il Rione Luzzatti, l’insieme di tre quartieri di edilizia residenziale pubblica costruiti a Barra su piano di Luigi Cosenza, Carlo Coen e Francesco Della Sala e il Rione Mazzini a Capodichino - rappresentano, nelle loro differenze, significative esemplificazioni di queste proposizioni.
2016
9788874999002
Idee e progetti per quartieri napoletani “d’autore” del primo Novecento / Visconti, Federica; Capozzi, Renato. - 11/2016:(2016), pp. 122-124.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/634041
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact