Le politiche e le scelte delle amministrazioni pubbliche incidono concretamente sulla vita delle persone ed in particolare su quella delle donne alle quali è affidata la cura della famiglia e dei figli. I bilanci di genere sono finalizzati al miglioramento del benessere di donne e di uomini contemporaneamente. Le donne, inoltre, dalla famiglia alle istituzioni pubbliche assorbono le attività della cura sia dentro che fuori casa. I comandamenti di una vita consapevole per le donne si articolano nei seguenti principi: 1) avere accesso alle risorse; 2) vivere una vita sana; 3) vivere in spazi adeguati e sicuri; 4) muoversi e viaggiare liberamente; 5) godere della bellezza e della cultura; 6) partecipare alla vita sociale e politica; 7) avere accesso all’istruzione, formazione e dirigenza in ogni campo; 8) impegnarsi nella cura della famiglia condividendola con gli uomini; 9) lavorare e fare impresa secondo le proprie aspirazioni; 10) avere consapevolezza nella scelta di procreare libera da ogni ricatto sociale e culturale. Al 2006 risale la pubblicazione della Carta Europea dell’uguaglianza delle donne. Al 2008 risale l’obbligo da parte delle pubbliche amministrazioni di redigere i bilanci di genere ed in Italia ad oggi soltanto 146 istituzioni hanno provveduto alla loro stesura. Nel Mezzogiorno d’Italia si sta accumulando un ulteriore ritardo rispetto al centro-nord del Paese. I bilanci per essere realmente efficaci devono tradurre le idee in fatti concreti che riducono le discriminazioni e agevolano le donne nell’empowerment. Sono tre i livelli di azione: il livello politico che sceglie le strategie, il livello amministrativo che le attua ed il livello gestionale che ne controlla il regolare andamento. Nella parte che riguarda i contesti ambientali e socio/economici le analisi demografiche rappresentano generalmente i punti di partenza degli studi. Un indice che misura le disuguaglianze è l’indice di asimmetria tra donne e uomini, la valutazione dei redditi tra uomini e donne può imprimere la più importante accelerazione di rimozione delle diseguaglianze. Ad esempio all’indice di reddito si incrocia l’indice della mobilità sociale ovvero la capacità di modificare la propria condizione di disagio economico e sociale dei cittadini. Generalmente per gli uomini c’è sempre una maggiore garanzia di miglioramento e mobilità sociale che per le donne. Fino ad arrivare alla più odiosa delle discriminazioni sociali, ovvero, la spesa sanitaria è molto maggiore per gli uomini che per le donne, cioè il Paese investe più risorse per la cura degli uomini piuttosto che per la cura e la salute delle donne.

Diseguaglianze di genere nel mondo della ricerca e dell'università / Buondonno, Emma. - (2016). (Intervento presentato al convegno Dimensione di Genere nella Ricerca e nella Università tenutosi a Accademia Pontaniana, Via Mezzocannone, n. 16 – Napoli nel 29 febbraio 2016).

Diseguaglianze di genere nel mondo della ricerca e dell'università

BUONDONNO, EMMA
2016

Abstract

Le politiche e le scelte delle amministrazioni pubbliche incidono concretamente sulla vita delle persone ed in particolare su quella delle donne alle quali è affidata la cura della famiglia e dei figli. I bilanci di genere sono finalizzati al miglioramento del benessere di donne e di uomini contemporaneamente. Le donne, inoltre, dalla famiglia alle istituzioni pubbliche assorbono le attività della cura sia dentro che fuori casa. I comandamenti di una vita consapevole per le donne si articolano nei seguenti principi: 1) avere accesso alle risorse; 2) vivere una vita sana; 3) vivere in spazi adeguati e sicuri; 4) muoversi e viaggiare liberamente; 5) godere della bellezza e della cultura; 6) partecipare alla vita sociale e politica; 7) avere accesso all’istruzione, formazione e dirigenza in ogni campo; 8) impegnarsi nella cura della famiglia condividendola con gli uomini; 9) lavorare e fare impresa secondo le proprie aspirazioni; 10) avere consapevolezza nella scelta di procreare libera da ogni ricatto sociale e culturale. Al 2006 risale la pubblicazione della Carta Europea dell’uguaglianza delle donne. Al 2008 risale l’obbligo da parte delle pubbliche amministrazioni di redigere i bilanci di genere ed in Italia ad oggi soltanto 146 istituzioni hanno provveduto alla loro stesura. Nel Mezzogiorno d’Italia si sta accumulando un ulteriore ritardo rispetto al centro-nord del Paese. I bilanci per essere realmente efficaci devono tradurre le idee in fatti concreti che riducono le discriminazioni e agevolano le donne nell’empowerment. Sono tre i livelli di azione: il livello politico che sceglie le strategie, il livello amministrativo che le attua ed il livello gestionale che ne controlla il regolare andamento. Nella parte che riguarda i contesti ambientali e socio/economici le analisi demografiche rappresentano generalmente i punti di partenza degli studi. Un indice che misura le disuguaglianze è l’indice di asimmetria tra donne e uomini, la valutazione dei redditi tra uomini e donne può imprimere la più importante accelerazione di rimozione delle diseguaglianze. Ad esempio all’indice di reddito si incrocia l’indice della mobilità sociale ovvero la capacità di modificare la propria condizione di disagio economico e sociale dei cittadini. Generalmente per gli uomini c’è sempre una maggiore garanzia di miglioramento e mobilità sociale che per le donne. Fino ad arrivare alla più odiosa delle discriminazioni sociali, ovvero, la spesa sanitaria è molto maggiore per gli uomini che per le donne, cioè il Paese investe più risorse per la cura degli uomini piuttosto che per la cura e la salute delle donne.
2016
Diseguaglianze di genere nel mondo della ricerca e dell'università / Buondonno, Emma. - (2016). (Intervento presentato al convegno Dimensione di Genere nella Ricerca e nella Università tenutosi a Accademia Pontaniana, Via Mezzocannone, n. 16 – Napoli nel 29 febbraio 2016).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/633995
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