È ormai accertato che l’impianto del Rione Terra che ancora oggi si legge risalga all’insediamento della colonia romana del 194 a. C., che per la presenza nel suo territorio di sorgenti di acque sulfuree e termali fu detta Puteoli, a puteis “piccoli pozzi”, superando definitivamente le teorie che ritenevano tale tessuto regolare riferibile all’epoca greca. Rimane, tuttavia, confermata l’ipotesi della presenza della struttura templare, in posizione preminente, in epoca molto antica prima ancora dell’insediamento di Dicearchìa, la città fondata intorno al 530 a. C., quasi sicuramente nei luoghi della futura Pozzuoli, da alcuni esuli dell’isola di Samo che si rifugiarono nei territori dell’antica Cuma per sfuggire alla tirannìa di Policrate. L’impianto urbano dell’insediamento originario, pur rispondendo al modello di un castrum con due assi centrali intersecantisi ad angolo retto, risultava fortemente condizionato dall’orografia del luogo; il principale asse viario, il decumanus maximus, correva alle spalle del tempio, il cardo maximus va individuato nel tracciato attuale di via del Vescovado. Puteoli divenne ben presto il porto mediterraneo di Roma ed una delle città più importanti dell’Impero sviluppandosi dalla Rocca dell’Acropoli verso la parte bassa prospiciente il mare fino alla collina della Solfatara. La rocca fu oggetto di continui flussi di popolamento e spopolamento dovuti alle fortune mercantili e portuali della città di Puteoli ed alle vicende del bradisismo, fino ad acquisire la conformazione di castrum fortificato che a partire dal V-VI sec. d. C. venne mantenuta sino alle vicende sismiche degli inizi del Cinquecento che culminarono con l’eruzione del Monte Nuovo del 1538. Tale evento provocò il trasferimento di gran parte degli abitanti a Napoli e indusse il viceré don Pedro de Toledo a promuovere la rinascita di Puteoli riservando grande attenzione al Rione Terra che fu interessato da una massiccia ricostruzione, con la quale si sconvolse la fondazione di epoca romana realizzando nuove strade rialzate su rinterri che ricalcavano le geometrie dell’antico impianto. L’acropoli puteolana ha continuato a subire alterne vicende che l’hanno condotta allo stato di abbandono degli ultimi decenni prima che si desse inizio nel 1993 alle opere di recupero dell’intero Rione Terra.

Rione Terra, Pozzuoli, Italia / Florio, Riccardo. - 4:(2015), pp. 305-306.

Rione Terra, Pozzuoli, Italia

FLORIO, RICCARDO
2015

Abstract

È ormai accertato che l’impianto del Rione Terra che ancora oggi si legge risalga all’insediamento della colonia romana del 194 a. C., che per la presenza nel suo territorio di sorgenti di acque sulfuree e termali fu detta Puteoli, a puteis “piccoli pozzi”, superando definitivamente le teorie che ritenevano tale tessuto regolare riferibile all’epoca greca. Rimane, tuttavia, confermata l’ipotesi della presenza della struttura templare, in posizione preminente, in epoca molto antica prima ancora dell’insediamento di Dicearchìa, la città fondata intorno al 530 a. C., quasi sicuramente nei luoghi della futura Pozzuoli, da alcuni esuli dell’isola di Samo che si rifugiarono nei territori dell’antica Cuma per sfuggire alla tirannìa di Policrate. L’impianto urbano dell’insediamento originario, pur rispondendo al modello di un castrum con due assi centrali intersecantisi ad angolo retto, risultava fortemente condizionato dall’orografia del luogo; il principale asse viario, il decumanus maximus, correva alle spalle del tempio, il cardo maximus va individuato nel tracciato attuale di via del Vescovado. Puteoli divenne ben presto il porto mediterraneo di Roma ed una delle città più importanti dell’Impero sviluppandosi dalla Rocca dell’Acropoli verso la parte bassa prospiciente il mare fino alla collina della Solfatara. La rocca fu oggetto di continui flussi di popolamento e spopolamento dovuti alle fortune mercantili e portuali della città di Puteoli ed alle vicende del bradisismo, fino ad acquisire la conformazione di castrum fortificato che a partire dal V-VI sec. d. C. venne mantenuta sino alle vicende sismiche degli inizi del Cinquecento che culminarono con l’eruzione del Monte Nuovo del 1538. Tale evento provocò il trasferimento di gran parte degli abitanti a Napoli e indusse il viceré don Pedro de Toledo a promuovere la rinascita di Puteoli riservando grande attenzione al Rione Terra che fu interessato da una massiccia ricostruzione, con la quale si sconvolse la fondazione di epoca romana realizzando nuove strade rialzate su rinterri che ricalcavano le geometrie dell’antico impianto. L’acropoli puteolana ha continuato a subire alterne vicende che l’hanno condotta allo stato di abbandono degli ultimi decenni prima che si desse inizio nel 1993 alle opere di recupero dell’intero Rione Terra.
2015
9788865424087
Rione Terra, Pozzuoli, Italia / Florio, Riccardo. - 4:(2015), pp. 305-306.
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