A partire dallo spazio interno nella sua complessità, da quello più privato delle celle ai luoghi collettivi, alla relazione fisica tra interno ed esterno, alle relazioni percettive all'interno e dall'interno verso l'esterno, ciò che è dentro il muro di cinta, ciò che è fuori dal muro di cinta, dai luoghi di soglia tra dentro e fuori, si vuole provare a ragionare sull'architettura del carcere e sullo spazio del vivere costretti come una nuova importante sfida del progetto architettonico contemporaneo nell'ambito dei diritti e della dignità dell'uomo. Il tema di questo incontro vuole spingere a una riflessione comune che muova dalla pluralità dei contesti sociali e dalle legittime aspirazioni e necessità dell'uomo, coinvolgendo coloro che progettano lo spazio, coloro che lo governano e coloro che lo abitano, anche attraverso forme innovative di partecipazione degli utenti; a pieno diritto il carcere si pone come una delle realtà più complesse e difficili, rispetto al quale il progetto di architettura si è totalmente annullato, nel quale l'abitare collettivo non è un'esigenza o un'ipotesi bensì è il dato di partenza, è la quotidianità di vita oggi solo in Italia di circa cinquantaquattromila persone.
Compulsory co-housing: the jail life / Santangelo, MARIA ROSARIA; Rigillo, Marina. - (2015), pp. 456-462.
Compulsory co-housing: the jail life
SANTANGELO, MARIA ROSARIA;RIGILLO, MARINA
2015
Abstract
A partire dallo spazio interno nella sua complessità, da quello più privato delle celle ai luoghi collettivi, alla relazione fisica tra interno ed esterno, alle relazioni percettive all'interno e dall'interno verso l'esterno, ciò che è dentro il muro di cinta, ciò che è fuori dal muro di cinta, dai luoghi di soglia tra dentro e fuori, si vuole provare a ragionare sull'architettura del carcere e sullo spazio del vivere costretti come una nuova importante sfida del progetto architettonico contemporaneo nell'ambito dei diritti e della dignità dell'uomo. Il tema di questo incontro vuole spingere a una riflessione comune che muova dalla pluralità dei contesti sociali e dalle legittime aspirazioni e necessità dell'uomo, coinvolgendo coloro che progettano lo spazio, coloro che lo governano e coloro che lo abitano, anche attraverso forme innovative di partecipazione degli utenti; a pieno diritto il carcere si pone come una delle realtà più complesse e difficili, rispetto al quale il progetto di architettura si è totalmente annullato, nel quale l'abitare collettivo non è un'esigenza o un'ipotesi bensì è il dato di partenza, è la quotidianità di vita oggi solo in Italia di circa cinquantaquattromila persone.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.