In Italia si è andato consolidando un “modello italiano della povertà” che si caratterizza per alcune connotazioni specifiche. La povertà è in primo luogo concentrata territorialmente nel Mezzogiorno. Qui vive meno di un terzo della popolazione italiana, ma due terzi delle persone al di sotto della soglia di povertà relativa e metà di coloro che sono in condizione di povertà assoluta. In secondo luogo, la povertà colpisce in maniera particolare famiglie con figli, spesso caratterizzate dalla presenza di anziani, laddove nella maggior parte dei paesi europei tale fenomeno riguarda soprattutto persone o gruppi sociali più vulnerabili per vicende personali o per ragioni storiche di discriminazione istituzionale. In terzo luogo essa si configura per lo più come una condizione di lunga durata, ereditata dalla famiglia di origine, piuttosto che dovuta ad una riduzione temporanea del reddito legata a eventi biografici come una separazione, un cambiamento di lavoro, l’uscita dalla famiglia o alle difficoltà del primo arrivo in un paese diverso da quello di origine. E naturalmente essa è fortemente connessa alla disoccupazione e comunque al basso numero di occupati all’interno della famiglia. L’analisi delle classi sociali di Paolo Calza Bini, e soprattutto della complessa articolazione interna del proletariato urbano e rurale in Italia, pur risalente agli anni Settanta, costituisce tuttora un modello interpretativo particolarmente utile per comprendere i processi che hanno portato al consolidamento del modello italiano di povertà.

Diversità socio-territoriali e sistemi di welfare. Il modello italiano di povertà / Morlicchio, Enrica. - (2015). (Intervento presentato al convegno Le prospettive di analisi della sociologia economica. Convegno in onore di Paolo Calza Bini tenutosi a Sala Congressi, Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche, Sapienza, Università di Roma nel 25 maggio 2015).

Diversità socio-territoriali e sistemi di welfare. Il modello italiano di povertà

MORLICCHIO, ENRICA
2015

Abstract

In Italia si è andato consolidando un “modello italiano della povertà” che si caratterizza per alcune connotazioni specifiche. La povertà è in primo luogo concentrata territorialmente nel Mezzogiorno. Qui vive meno di un terzo della popolazione italiana, ma due terzi delle persone al di sotto della soglia di povertà relativa e metà di coloro che sono in condizione di povertà assoluta. In secondo luogo, la povertà colpisce in maniera particolare famiglie con figli, spesso caratterizzate dalla presenza di anziani, laddove nella maggior parte dei paesi europei tale fenomeno riguarda soprattutto persone o gruppi sociali più vulnerabili per vicende personali o per ragioni storiche di discriminazione istituzionale. In terzo luogo essa si configura per lo più come una condizione di lunga durata, ereditata dalla famiglia di origine, piuttosto che dovuta ad una riduzione temporanea del reddito legata a eventi biografici come una separazione, un cambiamento di lavoro, l’uscita dalla famiglia o alle difficoltà del primo arrivo in un paese diverso da quello di origine. E naturalmente essa è fortemente connessa alla disoccupazione e comunque al basso numero di occupati all’interno della famiglia. L’analisi delle classi sociali di Paolo Calza Bini, e soprattutto della complessa articolazione interna del proletariato urbano e rurale in Italia, pur risalente agli anni Settanta, costituisce tuttora un modello interpretativo particolarmente utile per comprendere i processi che hanno portato al consolidamento del modello italiano di povertà.
2015
Diversità socio-territoriali e sistemi di welfare. Il modello italiano di povertà / Morlicchio, Enrica. - (2015). (Intervento presentato al convegno Le prospettive di analisi della sociologia economica. Convegno in onore di Paolo Calza Bini tenutosi a Sala Congressi, Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche, Sapienza, Università di Roma nel 25 maggio 2015).
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