La storica villa vesuviana che fu dimora della nipote di Gioacchino Murat è, assieme a Villa Campolieto (Ercolano) e alla Reggia di Portici, il più importante e prestigioso edificio di epoca settecentesca dell’area vesuviana ed è, per estensione, tra le più grandi ville del ‘700 italiane. Nelle sue sale e nel suo giardino, secondo per estensione solo al Real Bosco di Portici, era solita ritrovarsi a la Napoli murattiana e l’intelligenthia napoletana del tempo. Situata nel cuore del centro storico di San Giorgio a Cremano, Villa Vannucchi prospetta sull’attuale via Roma n°47, denominata ancora agli inizi del Novecento come “via Taglia” o “via del Tiglio”. Viene costruita nella seconda metà del settecento come dimora di diporto dei principi di Caramanico appartenenti ai d’Aquino di Caramanico. I Caramanico possedevano già agli inizi del settecento una proprietà con un “casino di edilizie” in Portici, che nel 1742 dovettero cedere a Carlo di Borbone che volle erigere li una propria Reggia. Qualche anno dopo (1755) Don Giacomo d’Aquino acquistò dai fratelli Fabbricatore: una casa palizzata con masseria, sita nel casale di San Giorgio a Cremano e proprio nel luogo detto la Teglia. L’atto di acquisto contiene la pianta dell’edificio originario, la descrizione e l’indicazione dei suoi confini. Le prime notizie risalgono al 1726, quando Giovanni Battista Imparato compra da Biagio Tarallo e dai suoi figli un’abitazione rurale. Nel 1732 la proprietà viene ereditata dal fratello don Giuseppe Imparato che esegue dei lavori per trasformarla da casa rurale a Palazzo Grande. Alla sua morte la proprietà viene ereditata dai fratelli Fabbricatore che la alienano a vantaggio del Principe di Caramanico. Quest’ultimo conferisce all’architetto Antonio Donnamaria l’incarico di sistemare l’edificio. L’elemento architettonico più interessante dell’intera villa, comunque, è costituito dal sistema di connessione della parte posteriore dell’edificio con il parco, realizzato con un luminosissimo cortile ad esedra.

Restauro del Parco di Villa d’Acquino di Caramanico-Vannucchi a San Giorgio a Cremano / Buondonno, Emma. - (2014). (Intervento presentato al convegno Villa Bruno 1800-2015 cultura e coltura: il recupero degli orti. tenutosi a Villa Bruno, San Giorgio a Cremano. nel 21 dicembre 2014).

Restauro del Parco di Villa d’Acquino di Caramanico-Vannucchi a San Giorgio a Cremano.

BUONDONNO, EMMA
2014

Abstract

La storica villa vesuviana che fu dimora della nipote di Gioacchino Murat è, assieme a Villa Campolieto (Ercolano) e alla Reggia di Portici, il più importante e prestigioso edificio di epoca settecentesca dell’area vesuviana ed è, per estensione, tra le più grandi ville del ‘700 italiane. Nelle sue sale e nel suo giardino, secondo per estensione solo al Real Bosco di Portici, era solita ritrovarsi a la Napoli murattiana e l’intelligenthia napoletana del tempo. Situata nel cuore del centro storico di San Giorgio a Cremano, Villa Vannucchi prospetta sull’attuale via Roma n°47, denominata ancora agli inizi del Novecento come “via Taglia” o “via del Tiglio”. Viene costruita nella seconda metà del settecento come dimora di diporto dei principi di Caramanico appartenenti ai d’Aquino di Caramanico. I Caramanico possedevano già agli inizi del settecento una proprietà con un “casino di edilizie” in Portici, che nel 1742 dovettero cedere a Carlo di Borbone che volle erigere li una propria Reggia. Qualche anno dopo (1755) Don Giacomo d’Aquino acquistò dai fratelli Fabbricatore: una casa palizzata con masseria, sita nel casale di San Giorgio a Cremano e proprio nel luogo detto la Teglia. L’atto di acquisto contiene la pianta dell’edificio originario, la descrizione e l’indicazione dei suoi confini. Le prime notizie risalgono al 1726, quando Giovanni Battista Imparato compra da Biagio Tarallo e dai suoi figli un’abitazione rurale. Nel 1732 la proprietà viene ereditata dal fratello don Giuseppe Imparato che esegue dei lavori per trasformarla da casa rurale a Palazzo Grande. Alla sua morte la proprietà viene ereditata dai fratelli Fabbricatore che la alienano a vantaggio del Principe di Caramanico. Quest’ultimo conferisce all’architetto Antonio Donnamaria l’incarico di sistemare l’edificio. L’elemento architettonico più interessante dell’intera villa, comunque, è costituito dal sistema di connessione della parte posteriore dell’edificio con il parco, realizzato con un luminosissimo cortile ad esedra.
2014
Restauro del Parco di Villa d’Acquino di Caramanico-Vannucchi a San Giorgio a Cremano / Buondonno, Emma. - (2014). (Intervento presentato al convegno Villa Bruno 1800-2015 cultura e coltura: il recupero degli orti. tenutosi a Villa Bruno, San Giorgio a Cremano. nel 21 dicembre 2014).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/605673
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