La persistenza in trattamento è definita come il periodo compreso tra l’inizio e l’interruzione di un trattamento farmacologico. Numerosi studi hanno dimostrato come, per una grande varietà di malattie, ed in particolar modo per quelle cronico-degenerative, un’inadeguata persistenza alle terapie prescritte comporti un aumento sia della morbilità che della mortalità. L’osteoporosi rientra tra le condizioni morbose croniche che necessitano di un trattamento prolungato. Pochi studi, in Italia, hanno valutato la persistenza in trattamento di tutti i farmaci antiosteoporotici. Di recente, particolare interesse è stato volto all’utilizzo delle banche dati amministrative quale strumento di misurazione indiretta dei livelli di persistenza. Studio di coorte a partire dai dati di prescrizione farmaceutica della Regione Campania. Dalla Banca Dati CIRFF, contenente i dati di prescrizione farmaceutica territoriale convenzionata del territorio campano, sono stati estratti tutti i soggetti con età ≥ 40 anni che abbiano ricevuto almeno una prescrizione, nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2009 ed il 31 dicembre 2009 , e che non abbiano ricevuto prescrizioni nei 365 giorni precedenti l’inizio dello studio (pazienti incidenti) di farmaci per l’osteoporosi: Alendronato (ATCV:M05BA04); Alendronato e Colecalciferolo (ATC V M05BB03; Risedronato (ATC V M05BA07); Ibandronato (ATC V M05BA06); Raloxifene (ATC V G03XC01); Ranelato di stronzio (ATC V M05BX03). Lo studio di coorte ha incluso 30.348 soggetti di cui 87,2% femmine e12,8% maschi. L’età media del nostro campione è risultata complessivamente pari a 69,1 anni. (68,9 femmine e 70,8 maschi). Dall’analisi eseguita è risultato che il 54,8% dei soggetti è persistente a 3 mesi, il 32,8% è persistente a 6 mesi, il 21,9% è persistente a 9 mesi e solo il 15,9% è persistente a 12 mesi. Nel nostro studio si evince che, in Campania, meno di un quarto della popolazione trattata risulta essere persistente ad un anno. Al fine di garantire una continuità terapeutica assistenziale ottimale è necessario definire al meglio quale sia la reale persistenza in terapia con farmaci per l’osteoporosi e quali fattori siano predittivi di persistenza attraverso studi su popolazioni ancora più numerose

La terapia farmacologica anti-osteoporotica: analisi della persistenza in Regione Campania / Iolascon, G; Capaldo, A; Orlando, Valentina; Gimigliano, F; Riccio, I; Menditto, Enrica. - (2012). (Intervento presentato al convegno National Congress GISOOS tenutosi a Bergamo (Italy) nel November 29- December 1 2012).

La terapia farmacologica anti-osteoporotica: analisi della persistenza in Regione Campania.

ORLANDO, VALENTINA;MENDITTO, ENRICA
2012

Abstract

La persistenza in trattamento è definita come il periodo compreso tra l’inizio e l’interruzione di un trattamento farmacologico. Numerosi studi hanno dimostrato come, per una grande varietà di malattie, ed in particolar modo per quelle cronico-degenerative, un’inadeguata persistenza alle terapie prescritte comporti un aumento sia della morbilità che della mortalità. L’osteoporosi rientra tra le condizioni morbose croniche che necessitano di un trattamento prolungato. Pochi studi, in Italia, hanno valutato la persistenza in trattamento di tutti i farmaci antiosteoporotici. Di recente, particolare interesse è stato volto all’utilizzo delle banche dati amministrative quale strumento di misurazione indiretta dei livelli di persistenza. Studio di coorte a partire dai dati di prescrizione farmaceutica della Regione Campania. Dalla Banca Dati CIRFF, contenente i dati di prescrizione farmaceutica territoriale convenzionata del territorio campano, sono stati estratti tutti i soggetti con età ≥ 40 anni che abbiano ricevuto almeno una prescrizione, nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2009 ed il 31 dicembre 2009 , e che non abbiano ricevuto prescrizioni nei 365 giorni precedenti l’inizio dello studio (pazienti incidenti) di farmaci per l’osteoporosi: Alendronato (ATCV:M05BA04); Alendronato e Colecalciferolo (ATC V M05BB03; Risedronato (ATC V M05BA07); Ibandronato (ATC V M05BA06); Raloxifene (ATC V G03XC01); Ranelato di stronzio (ATC V M05BX03). Lo studio di coorte ha incluso 30.348 soggetti di cui 87,2% femmine e12,8% maschi. L’età media del nostro campione è risultata complessivamente pari a 69,1 anni. (68,9 femmine e 70,8 maschi). Dall’analisi eseguita è risultato che il 54,8% dei soggetti è persistente a 3 mesi, il 32,8% è persistente a 6 mesi, il 21,9% è persistente a 9 mesi e solo il 15,9% è persistente a 12 mesi. Nel nostro studio si evince che, in Campania, meno di un quarto della popolazione trattata risulta essere persistente ad un anno. Al fine di garantire una continuità terapeutica assistenziale ottimale è necessario definire al meglio quale sia la reale persistenza in terapia con farmaci per l’osteoporosi e quali fattori siano predittivi di persistenza attraverso studi su popolazioni ancora più numerose
2012
La terapia farmacologica anti-osteoporotica: analisi della persistenza in Regione Campania / Iolascon, G; Capaldo, A; Orlando, Valentina; Gimigliano, F; Riccio, I; Menditto, Enrica. - (2012). (Intervento presentato al convegno National Congress GISOOS tenutosi a Bergamo (Italy) nel November 29- December 1 2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/597480
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