Ercolano e la sua montagna? Il Vesuvio è il più complesso banco di prova tra bel paesaggio e buon governo e ai nostri giorni i risultati non sono certo sempre confortanti. In soli tre chilometri di Miglio d’Oro si concentrano la città archeologica, venti Ville Vesuviane con i parchi e i giardini del Settecento, la città stratificata con le sue chiese e i suoi conventi e la costa compresa tra le due gobbe delle colate laviche del Granatello, verso Portici, e della Punta Quattro Venti, verso Torre del Greco, quasi a tracciare gli ideali confini rispettivamente a nord e a sud della città. Tre chilometri compresi tra il Sito Reale Borbonico della Reggia, del Parco Superiore e Inferiore, delle Reali Mortelle e della Real Fagianeria di Resina, e il Sito Reale Borbonico della Real Favorita. Emergenze che impongono il buon governo del territorio per la valorizzazione del bel paesaggio ereditato dalla natura e dalla storia dei luoghi. Volgendo lo sguardo a est il paesaggio si trasforma nell’icona permanente del vulcano e delle sue rigogliose pendici di pinete e radure di ginestre; dall’altro lato, ad ovest l’orizzonte del mare è racchiuso tra la Punta della Campanella della Penisola Sorrentina fino a Capri e le isole flegree. Da sempre le escursioni sul Vesuvio fino al cratere segnavano la fine dell’inverno ed oggi divengono la meta degli studenti stranieri del master internazionale per i paesaggi culturali o dei corsi di architettura; quando non esisteva il Parco Nazionale del Vesuvio ma soltanto la riserva Alto Tirone e Gran Cono si immaginava un parco nazionale che lambisse il mare inglobando le grandi colate laviche del Seicento, ma l’idea di un confine di parco che scaturisse dalla struttura geomorfologica e idrogeologica del Vesuvio e del Monte Somma era ancora troppo ambiziosa per una comunità che fosse in grado di sviluppare progetti e rinascite sociali ed economiche fondando lo sviluppo proprio sulla risorsa ambientale e storico-culturale dei luoghi. Soltanto alle istituzioni pubbliche è dato il compito di rigenerare lo spirito della collettività e attuare politiche di sviluppo economico e produttivo, da un lato, e di innovazione sociale e culturale, dall’altro. Tra le istituzioni pubbliche chiamate a svolgere il proprio ruolo per tali obiettivi è senz’altro l’università e la cooperazione istituzionale deve essere orientata all’incentivazione della conoscenza dei luoghi, delle potenzialità intrinseche ed estrinseche del territorio e della sua risorsa umana e delle nuove generazioni, all’implementazione di studi e di ricerche che progressivamente possano costruire un sistema di conoscenze in grado di innovare socialmente la comunità ercolanese e soprattutto elevarne la condizione economica e culturale. Un territorio che custodisce le più importanti risorse naturali, ambientali, paesaggistiche, storiche, archeologiche, artistiche e culturali deve essere l’esempio per coniugare il buon governo con il bel paesaggio. La creatività collettiva dovrebbe costituire quell’atto di slancio verso un’idea di città che i suoi stessi cittadini, figli della loro città, unitamente tracciano per il futuro delle nuove generazioni nel rispetto dei patrimoni collettivi di arte e natura che si sono stratificati nei secoli. Le frontiere della sostenibilità ambientale devono stimolare capacità scientifica e creatività progettuale verso sperimentazioni di opere reversibili, a basso impatto, orientate al recupero prudente delle stratificazioni storiche ma, allo stesso tempo, innovative, a tecnologia avanzata e con approccio appropriato ai luoghi. La comunità ercolanese, inoltre, non può essere, l’unica destinataria della valorizzazione di patrimoni che per la loro importanza vanno ben oltre gli stretti confini amministrativi del Comune e che divengono emblematici per il Mondo intero.

Bel paesaggio e buon governo. Il contributo del Design / Buondonno, Emma. - 1:(2014), pp. 9-9.

Bel paesaggio e buon governo. Il contributo del Design.

BUONDONNO, EMMA
2014

Abstract

Ercolano e la sua montagna? Il Vesuvio è il più complesso banco di prova tra bel paesaggio e buon governo e ai nostri giorni i risultati non sono certo sempre confortanti. In soli tre chilometri di Miglio d’Oro si concentrano la città archeologica, venti Ville Vesuviane con i parchi e i giardini del Settecento, la città stratificata con le sue chiese e i suoi conventi e la costa compresa tra le due gobbe delle colate laviche del Granatello, verso Portici, e della Punta Quattro Venti, verso Torre del Greco, quasi a tracciare gli ideali confini rispettivamente a nord e a sud della città. Tre chilometri compresi tra il Sito Reale Borbonico della Reggia, del Parco Superiore e Inferiore, delle Reali Mortelle e della Real Fagianeria di Resina, e il Sito Reale Borbonico della Real Favorita. Emergenze che impongono il buon governo del territorio per la valorizzazione del bel paesaggio ereditato dalla natura e dalla storia dei luoghi. Volgendo lo sguardo a est il paesaggio si trasforma nell’icona permanente del vulcano e delle sue rigogliose pendici di pinete e radure di ginestre; dall’altro lato, ad ovest l’orizzonte del mare è racchiuso tra la Punta della Campanella della Penisola Sorrentina fino a Capri e le isole flegree. Da sempre le escursioni sul Vesuvio fino al cratere segnavano la fine dell’inverno ed oggi divengono la meta degli studenti stranieri del master internazionale per i paesaggi culturali o dei corsi di architettura; quando non esisteva il Parco Nazionale del Vesuvio ma soltanto la riserva Alto Tirone e Gran Cono si immaginava un parco nazionale che lambisse il mare inglobando le grandi colate laviche del Seicento, ma l’idea di un confine di parco che scaturisse dalla struttura geomorfologica e idrogeologica del Vesuvio e del Monte Somma era ancora troppo ambiziosa per una comunità che fosse in grado di sviluppare progetti e rinascite sociali ed economiche fondando lo sviluppo proprio sulla risorsa ambientale e storico-culturale dei luoghi. Soltanto alle istituzioni pubbliche è dato il compito di rigenerare lo spirito della collettività e attuare politiche di sviluppo economico e produttivo, da un lato, e di innovazione sociale e culturale, dall’altro. Tra le istituzioni pubbliche chiamate a svolgere il proprio ruolo per tali obiettivi è senz’altro l’università e la cooperazione istituzionale deve essere orientata all’incentivazione della conoscenza dei luoghi, delle potenzialità intrinseche ed estrinseche del territorio e della sua risorsa umana e delle nuove generazioni, all’implementazione di studi e di ricerche che progressivamente possano costruire un sistema di conoscenze in grado di innovare socialmente la comunità ercolanese e soprattutto elevarne la condizione economica e culturale. Un territorio che custodisce le più importanti risorse naturali, ambientali, paesaggistiche, storiche, archeologiche, artistiche e culturali deve essere l’esempio per coniugare il buon governo con il bel paesaggio. La creatività collettiva dovrebbe costituire quell’atto di slancio verso un’idea di città che i suoi stessi cittadini, figli della loro città, unitamente tracciano per il futuro delle nuove generazioni nel rispetto dei patrimoni collettivi di arte e natura che si sono stratificati nei secoli. Le frontiere della sostenibilità ambientale devono stimolare capacità scientifica e creatività progettuale verso sperimentazioni di opere reversibili, a basso impatto, orientate al recupero prudente delle stratificazioni storiche ma, allo stesso tempo, innovative, a tecnologia avanzata e con approccio appropriato ai luoghi. La comunità ercolanese, inoltre, non può essere, l’unica destinataria della valorizzazione di patrimoni che per la loro importanza vanno ben oltre gli stretti confini amministrativi del Comune e che divengono emblematici per il Mondo intero.
2014
9788874317523
Bel paesaggio e buon governo. Il contributo del Design / Buondonno, Emma. - 1:(2014), pp. 9-9.
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