Per un umanesimo giuridico: le 'ragioni' del diritto nel 'mondo umano' della storia

La dimensione del "giuridico" e della "giuridicità" abita da sempre una zona intermedia tra ragione teoretica e ragion pratica, di opportuna mediazione tra l'aspetto simbolico e quello empirico dell'umano, sì da favorirne l'apertura al dialogo e la necessaria interconnessione. Per questo, la ragione giuridica indagata nei suoi principi e nella sua astratta metodologia tipizzante, deve essere pur sempre interrogata e compresa entro l'orizzonte storico da cui muove e che ne legittima e ne condiziona, attraverso le idee formatrici del tessuto storico-sociale, gli sviluppi storici e le positivizzazioni effettive. Le idee metastoriche del "riconoscersi" e del rappresentarsi nell'esteriorità tipizzata dell'azione giuridica sono dunque costitutive del mondo umano del diritto, ma ne fissano anche i limiti oltre i quali la ragione giuridica corre il rischio di manipolare e strumentalizzare il cammino della fragile e infondata vulnerabilità umana, ergendosi ad unico strumento del potere sulla vita.