Le Saline Reali di Arc-et-Senans nella foresta di Chaux fanno parte di una imponente opera territoriale di C. N. Ledoux, progettata nel 1774 e solo parzialmente realizzata, inserita dal 1982 nell’elenco Unesco dei patrimoni dell’umanità. Il progetto del cimitero per la città ideale di Chaux (1785) fa parte del secondo gruppo di architetture progettate da Ledoux, e rimaste incompiute, che avrebbero dovuto svilupparsi intorno alle saline. La necropoli della città ideale di Chaux si sviluppa nel sottosuolo, attraverso una serie di gallerie che conducono a tre corridoi principali, culminanti tutti in un grande ambiente centrale di forma sferica, dotato di un maestoso oculo circolare in sommità. La sfera è per i progettisti visionari del periodo illuminista francese un simbolo caratterizzato da forti e complessi significati: la tavola incisa da Ledoux e intitolata Vue perspective du Cimetière è una rappresentazione singolare ed emblematica poiché non raffigura né un edificio, né un luogo, bensì il sistema planetario, con il globo terrestre per metà coperto di nubi e con i pianeti illuminati dal sole. Ledoux propone una visione astronomica del progetto, probabilmente suggerita dall’entusiasmo per le coeve acquisizioni scientifiche in tal campo, che nel presente lavoro di ricerca siamo andati ad indagare con particolare attenzione. Dopo un’attenta verifica della coerenza architettonica dei grafici mongiani lasciati dall’architetto francese, e attraverso una serie di ipotesi interpretative basate sulla regolarità e sulla simmetria della forma mandalica, cui la pianta del cimitero fa esplicitamente riferimento, è stato possibile costruire un modello 3D dell’intero complesso ipogeo e delle sue sistemazioni esterne alla quota d’ingresso. Il modello virtuale così ottenuto è stato analizzato in funzione dei possibili allineamenti astronomici annuali con il Sole, per la latitudine considerata, e tale ricerca ha condotto allo svelamento di numerosi legami geometrico-proiettivi tra la forma della luce solare in ingresso attraverso l’oculo circolare dell’immensa calotta sferica e la configurazione architettonica delle bucature in essa presenti, che finiscono per coincidere con assoluta precisione con i disegni luminosi che i raggi solari generano in particolari momenti dell’anno. Ad esempio, la trifora disposta a Nord nella nostra ipotesi di geolocalizzazione del cimitero rispetto alle Saline, viene esattamente ricalcata dalla forma luminosa che il cilindro di raggi solari, passanti attraverso l’oculo circolare della cupola, assume nell’intersezione con la superficie sferica i giorni 10 aprile e 2 settembre, alle ore 12.00. Analogamente, data la doppia simmetria ortogonale che caratterizza l’impianto planimetrico, la trifora di NE si trasforma in una effimera figura luminosa nei giorni 30 aprile e 18 agosto, esattamente alle ore 14.00, per poi divenire un segno permanente nella compattezza lapidea dell’architettura non appena la continua mutevolezza dei raggi solari finisce per assumere una differente inclinazione, ovvero una rappresentazione della forma che la ha generata in un complesso rapporto dicotomico con la sua matrice effimera tra stabilità e mutevolezza, incorporeità e compattezza materica.

Dal sole alla pietra: le forme della luce nel progetto del cimitero C. N. Ledoux per il Cimitero di Chaux / Pagliano, Alessandra. - (2014), pp. 261-265.

Dal sole alla pietra: le forme della luce nel progetto del cimitero C. N. Ledoux per il Cimitero di Chaux

PAGLIANO, ALESSANDRA
2014

Abstract

Le Saline Reali di Arc-et-Senans nella foresta di Chaux fanno parte di una imponente opera territoriale di C. N. Ledoux, progettata nel 1774 e solo parzialmente realizzata, inserita dal 1982 nell’elenco Unesco dei patrimoni dell’umanità. Il progetto del cimitero per la città ideale di Chaux (1785) fa parte del secondo gruppo di architetture progettate da Ledoux, e rimaste incompiute, che avrebbero dovuto svilupparsi intorno alle saline. La necropoli della città ideale di Chaux si sviluppa nel sottosuolo, attraverso una serie di gallerie che conducono a tre corridoi principali, culminanti tutti in un grande ambiente centrale di forma sferica, dotato di un maestoso oculo circolare in sommità. La sfera è per i progettisti visionari del periodo illuminista francese un simbolo caratterizzato da forti e complessi significati: la tavola incisa da Ledoux e intitolata Vue perspective du Cimetière è una rappresentazione singolare ed emblematica poiché non raffigura né un edificio, né un luogo, bensì il sistema planetario, con il globo terrestre per metà coperto di nubi e con i pianeti illuminati dal sole. Ledoux propone una visione astronomica del progetto, probabilmente suggerita dall’entusiasmo per le coeve acquisizioni scientifiche in tal campo, che nel presente lavoro di ricerca siamo andati ad indagare con particolare attenzione. Dopo un’attenta verifica della coerenza architettonica dei grafici mongiani lasciati dall’architetto francese, e attraverso una serie di ipotesi interpretative basate sulla regolarità e sulla simmetria della forma mandalica, cui la pianta del cimitero fa esplicitamente riferimento, è stato possibile costruire un modello 3D dell’intero complesso ipogeo e delle sue sistemazioni esterne alla quota d’ingresso. Il modello virtuale così ottenuto è stato analizzato in funzione dei possibili allineamenti astronomici annuali con il Sole, per la latitudine considerata, e tale ricerca ha condotto allo svelamento di numerosi legami geometrico-proiettivi tra la forma della luce solare in ingresso attraverso l’oculo circolare dell’immensa calotta sferica e la configurazione architettonica delle bucature in essa presenti, che finiscono per coincidere con assoluta precisione con i disegni luminosi che i raggi solari generano in particolari momenti dell’anno. Ad esempio, la trifora disposta a Nord nella nostra ipotesi di geolocalizzazione del cimitero rispetto alle Saline, viene esattamente ricalcata dalla forma luminosa che il cilindro di raggi solari, passanti attraverso l’oculo circolare della cupola, assume nell’intersezione con la superficie sferica i giorni 10 aprile e 2 settembre, alle ore 12.00. Analogamente, data la doppia simmetria ortogonale che caratterizza l’impianto planimetrico, la trifora di NE si trasforma in una effimera figura luminosa nei giorni 30 aprile e 18 agosto, esattamente alle ore 14.00, per poi divenire un segno permanente nella compattezza lapidea dell’architettura non appena la continua mutevolezza dei raggi solari finisce per assumere una differente inclinazione, ovvero una rappresentazione della forma che la ha generata in un complesso rapporto dicotomico con la sua matrice effimera tra stabilità e mutevolezza, incorporeità e compattezza materica.
2014
9788890458583
Dal sole alla pietra: le forme della luce nel progetto del cimitero C. N. Ledoux per il Cimitero di Chaux / Pagliano, Alessandra. - (2014), pp. 261-265.
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