Il Cilento, territorio della provincia di Salerno che costituisce l'estrema parte meridionale della Campania, è da tempo oggetto di attenzione ed interesse da parte delle Istituzioni provinciali, regionali, nazionali e comunitari. Le ragioni che rendono particolare quest'area sono molteplici, e, ai fini del suo sviluppo socio-economico, possono essere sinteticamente riassunte nella considerazione che il territorio cilentano è caratterizzato dalla coesistenza tra una considerevole mole di risorse di ottima qualità e una notevole quantità di bisogni, alcuni dei quali, rispetto agli standard europei, addirittura di ordine primario. All'origine del ritardo dello sviluppo socio-economico cilentano c’è un non corretto utilizzo delle risorse disponibili; manca, cioè, una pianificazione territoriale adeguata alle peculiarità del tessuto locale, e quindi efficace. Alla luce di questa considerazione, un'eventuale soluzione al problema dello sviluppo socio-economico cilentano risulta evidente, e consiste nel mettere in relazione bisogni e risorse, affinché le seconde, opportunamente interagenti, inneschino cicli virtuosi tali da soddisfare i primi; in altri termini, una soluzione al problema consiste nell'elaborazione ed attuazione di quello che, per definizione, è un piano per lo sviluppo socio-economico territoriale. Il comune di Ascea è collocato sulla fascia costiera centrale del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in provincia di Salerno e si estende su un'area geografica morfologicamente molto varia. L'area geografica dell'attuale Ascea risulta abitata fin dal Neolitico. Nel VI sec. a.C. vi giunsero i profughi di Focea che, giunti sulla costa cilentana, acquisirono dai preesistenti abitanti il diritto di stanziarsi sull'altura che Platone definì Elea che assunse ben presto un ruolo importante nei traffici marittimi del Tirreno. Al tempo stesso, riuscì ad innestare interazioni equilibrate con il luogo che aveva ospitato i profughi di Focea, e a fornirsi di un impianto urbanistico in armonia con esso. Questi fattori furono ragione di prosperità per la città. Circoscritta la "polis" da possenti mura disegnate in relazione alla morfologia del terreno, gli Eleati non si isolarono, però, rispetto al territorio circostante, e penetrarono l'entroterra cilentano, grazie alle naturali vie fluviali (il fiume Alento, in direzione nord, e il torrente della Fiumarella, in direzione nord est) o seguendo l'orografia naturale alla ricerca di terreni agricoli. I Romani conoscevano ed apprezzavano Ascea e la sua marina. La città, da loro definita Velia, era rinomata per il clima e per le proprie acque termali. Il suo nucleo politico-amministrativo era situato sul promontorio le cui pendici erano direttamente bagnate dal Mar Tirreno. All'approssimarsi dell'esercito longobardo, gli abitanti di Velia abbandonarono la parte antica della città, che fu ripopolata soltanto in seguito alla conversione al Cristianesimo degli invasori. L’attuale centro storico dunque nasce intorno all'anno 1000 e la popolazione crebbe per il trasferimento degli abitanti dell'insediamento medioevale di Castellammare della Bruca (antica Velia). Oggi Ascea ha un’estensione territoriale di 37Kmq ed è suddivisa in diverse località. La frazione più alta è quella di Catona (m 595) seguita da quella di Mandìa che supera i m 500. Vi è poi la fascia intermedia, costituita da altre due frazioni e da Ascea capoluogo (m 235). La parte pianeggiante è costituita da altre località tra cui la Piana di Velia. Vi è infine, lungo la costa, la frazione di Marina di Ascea. Le coste si presentano varie e articolate. La fascia costiera compresa tra Agropoli a nord e Capo Palinuro a sud risulta frastagliata, a volte alta, con baie sabbiose alternate a promontori. Le rocce, costituite da argille, calcari marnosi e conglomerati, formano falesie più o meno incise dal mare o pendii lievemente ondulati. Il litorale urbanizzato ha subito violenti fenomeni di antropizzazione del territorio spezzando l’equilibrio naturale, che prima era garantito dalla presenza della dune/retrodune, riducendo in alcuni punti anche l’ampiezza delle stesse spiagge.

Ascea Città Media dell'armatura urbana del Cilento / Buondonno, Emma. - (2014). (Intervento presentato al convegno La Città di Parmenide: Ritorno ad Ascea tenutosi a Palazzo Ricci - De Dominicis, Piazza G. Bovio, Ascea Centro Storico. nel 8 e 9 giugno 2014).

Ascea Città Media dell'armatura urbana del Cilento

BUONDONNO, EMMA
2014

Abstract

Il Cilento, territorio della provincia di Salerno che costituisce l'estrema parte meridionale della Campania, è da tempo oggetto di attenzione ed interesse da parte delle Istituzioni provinciali, regionali, nazionali e comunitari. Le ragioni che rendono particolare quest'area sono molteplici, e, ai fini del suo sviluppo socio-economico, possono essere sinteticamente riassunte nella considerazione che il territorio cilentano è caratterizzato dalla coesistenza tra una considerevole mole di risorse di ottima qualità e una notevole quantità di bisogni, alcuni dei quali, rispetto agli standard europei, addirittura di ordine primario. All'origine del ritardo dello sviluppo socio-economico cilentano c’è un non corretto utilizzo delle risorse disponibili; manca, cioè, una pianificazione territoriale adeguata alle peculiarità del tessuto locale, e quindi efficace. Alla luce di questa considerazione, un'eventuale soluzione al problema dello sviluppo socio-economico cilentano risulta evidente, e consiste nel mettere in relazione bisogni e risorse, affinché le seconde, opportunamente interagenti, inneschino cicli virtuosi tali da soddisfare i primi; in altri termini, una soluzione al problema consiste nell'elaborazione ed attuazione di quello che, per definizione, è un piano per lo sviluppo socio-economico territoriale. Il comune di Ascea è collocato sulla fascia costiera centrale del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in provincia di Salerno e si estende su un'area geografica morfologicamente molto varia. L'area geografica dell'attuale Ascea risulta abitata fin dal Neolitico. Nel VI sec. a.C. vi giunsero i profughi di Focea che, giunti sulla costa cilentana, acquisirono dai preesistenti abitanti il diritto di stanziarsi sull'altura che Platone definì Elea che assunse ben presto un ruolo importante nei traffici marittimi del Tirreno. Al tempo stesso, riuscì ad innestare interazioni equilibrate con il luogo che aveva ospitato i profughi di Focea, e a fornirsi di un impianto urbanistico in armonia con esso. Questi fattori furono ragione di prosperità per la città. Circoscritta la "polis" da possenti mura disegnate in relazione alla morfologia del terreno, gli Eleati non si isolarono, però, rispetto al territorio circostante, e penetrarono l'entroterra cilentano, grazie alle naturali vie fluviali (il fiume Alento, in direzione nord, e il torrente della Fiumarella, in direzione nord est) o seguendo l'orografia naturale alla ricerca di terreni agricoli. I Romani conoscevano ed apprezzavano Ascea e la sua marina. La città, da loro definita Velia, era rinomata per il clima e per le proprie acque termali. Il suo nucleo politico-amministrativo era situato sul promontorio le cui pendici erano direttamente bagnate dal Mar Tirreno. All'approssimarsi dell'esercito longobardo, gli abitanti di Velia abbandonarono la parte antica della città, che fu ripopolata soltanto in seguito alla conversione al Cristianesimo degli invasori. L’attuale centro storico dunque nasce intorno all'anno 1000 e la popolazione crebbe per il trasferimento degli abitanti dell'insediamento medioevale di Castellammare della Bruca (antica Velia). Oggi Ascea ha un’estensione territoriale di 37Kmq ed è suddivisa in diverse località. La frazione più alta è quella di Catona (m 595) seguita da quella di Mandìa che supera i m 500. Vi è poi la fascia intermedia, costituita da altre due frazioni e da Ascea capoluogo (m 235). La parte pianeggiante è costituita da altre località tra cui la Piana di Velia. Vi è infine, lungo la costa, la frazione di Marina di Ascea. Le coste si presentano varie e articolate. La fascia costiera compresa tra Agropoli a nord e Capo Palinuro a sud risulta frastagliata, a volte alta, con baie sabbiose alternate a promontori. Le rocce, costituite da argille, calcari marnosi e conglomerati, formano falesie più o meno incise dal mare o pendii lievemente ondulati. Il litorale urbanizzato ha subito violenti fenomeni di antropizzazione del territorio spezzando l’equilibrio naturale, che prima era garantito dalla presenza della dune/retrodune, riducendo in alcuni punti anche l’ampiezza delle stesse spiagge.
2014
Ascea Città Media dell'armatura urbana del Cilento / Buondonno, Emma. - (2014). (Intervento presentato al convegno La Città di Parmenide: Ritorno ad Ascea tenutosi a Palazzo Ricci - De Dominicis, Piazza G. Bovio, Ascea Centro Storico. nel 8 e 9 giugno 2014).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/588635
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