IL LINGUAGGIO DELL’URBANISTICA PER UN “GENERE” DI CITTA’ E DI GOVERNO DEL TERRITORIO: L’ESEMPIO DI NAPOLI E DELLA CAMPANIA. Le tesi di Françoise Choay, studiosa dei fenomeni urbani e critico d’arte con importanti contributi sulle città e le metropoli, hanno sgomberato il cielo della scienza urbanistica maschile da molti luoghi comuni e dalle analisi quantitative e meccanicistiche sul funzionamento delle città e delle metropoli nell’età delle loro trasformazioni in megalopoli e nebulose urbane e megalopolitane fino alla metropolizzazione del Pianeta. Luoghi comuni e spirito competitivo che tuttora persistono e sono i principali motori delle speculazioni edilizie attuali contro le esigenze di vivibilità e di rispetto dei diritti dei cittadini e delle cittadine di ogni grande centro urbano o metropoli del Mondo. Gli interessi della studiosa sono concentrati soprattutto sui processi della trasformazione della città del XIX secolo quando questa comincia ad assumere i caratteri delle nuove organizzazioni economiche fondate sulle produzioni industriali. Ma in quale genere di città – è il caso di chiedersi – immaginiamo oggi di vivere e desideriamo svolgere le nostre attività di lavoro o del tempo libero e della cura? La città è la madre di tutti i cittadini; “Città Madre” e “Terra Madre” sono i luoghi in cui trascorre la vita degli individui dalla loro nascita fino alla loro morte; sono entrambe generatrici e custodi della vita e dell’esistenza umana; sono simboli femminili e racchiudono i significati della fertilità e della protezione. Questa concezione di città si contrappone alla considerazione che le città e le metropoli del futuro saranno gli spazi principali di produzione di sviluppo economico e di ricchezza oltre che di concentrazione della maggior parte della popolazione mondiale. La metropolizzazione del Mondo del terzo millennio, tuttavia, coincide con le nuove forme di schiavitù che sono alimentate dalla prepotente affermazione del neoliberismo e del capitalismo finanziario globalizzato contemporaneo. Metropolizzazione e nuove schiavitù urbane sono gli aspetti complementari della stessa medaglia: sottosviluppo e discriminazione nell’uso delle risorse naturali e concentrazione delle ricchezze e dei grandi patrimoni nelle mani di sempre più ristrette oligarchie. Meno del 10 % della popolazione della Terra possiede quasi il 90 % delle ricchezze globali. Accesso alle risorse naturali ed energetiche del Pianeta e distribuzione delle ricchezze coniugati al responsabile e libero contenimento dell’incremento demografico e urbano rappresentano la sfida dei prossimi anni. Se le donne scienziate non si occuperanno concretamente di invertire l’attuale tendenza dello sviluppo urbano e demografico del Pianeta, così come si è imposta secondo una concezione maschile e violenta di competizione e di conflitti bellici, la sovrappopolazione del Pianeta associata alla sovra urbanizzazione e densificazione dei territori condanneranno il genere umano a condizioni di vita sempre più degradate e che erodono la dignità dell’esistenza. Le osservazioni e le riflessioni di pensatori, utopisti e teorici della città si ricompongono nello scenario moderno e contemporaneo secondo due filoni predominanti che hanno radici nella visione della città giardino di Haward e nella città industriale di Garnier. La prima oggi approda alle teorie del decentramento delle funzioni urbane per una compatibilità tra fragilità dei territori e capacità biologica del Pianeta all’impatto antropico, mentre, la seconda persegue l’obiettivo della densificazione urbana e della concentrazione della popolazione mondiale nelle metropoli post-industriali che oggi si traducono nelle megalopoli di favelas e baraccopoli. La città dei nostri giorni spesso non è più percepita dagli individui che la abitano come un luogo bello, sicuro e, in sintesi, familiare ma, al contrario, come un luogo inospitale, difficile, insicuro e sconosciuto.

I Linguaggi dell'Incontro: per gli Incontri di Parole / Buondonno, Emma. - (2014). (Intervento presentato al convegno Rassegna d'incontri di diversi linguaggi della cultura contemporanea. tenutosi a San Gennaro all'Olmo, Complesso monumentale, San Gregorio Armeno, Napoli. nel 27 giugno 2014).

I Linguaggi dell'Incontro: per gli Incontri di Parole.

BUONDONNO, EMMA
2014

Abstract

IL LINGUAGGIO DELL’URBANISTICA PER UN “GENERE” DI CITTA’ E DI GOVERNO DEL TERRITORIO: L’ESEMPIO DI NAPOLI E DELLA CAMPANIA. Le tesi di Françoise Choay, studiosa dei fenomeni urbani e critico d’arte con importanti contributi sulle città e le metropoli, hanno sgomberato il cielo della scienza urbanistica maschile da molti luoghi comuni e dalle analisi quantitative e meccanicistiche sul funzionamento delle città e delle metropoli nell’età delle loro trasformazioni in megalopoli e nebulose urbane e megalopolitane fino alla metropolizzazione del Pianeta. Luoghi comuni e spirito competitivo che tuttora persistono e sono i principali motori delle speculazioni edilizie attuali contro le esigenze di vivibilità e di rispetto dei diritti dei cittadini e delle cittadine di ogni grande centro urbano o metropoli del Mondo. Gli interessi della studiosa sono concentrati soprattutto sui processi della trasformazione della città del XIX secolo quando questa comincia ad assumere i caratteri delle nuove organizzazioni economiche fondate sulle produzioni industriali. Ma in quale genere di città – è il caso di chiedersi – immaginiamo oggi di vivere e desideriamo svolgere le nostre attività di lavoro o del tempo libero e della cura? La città è la madre di tutti i cittadini; “Città Madre” e “Terra Madre” sono i luoghi in cui trascorre la vita degli individui dalla loro nascita fino alla loro morte; sono entrambe generatrici e custodi della vita e dell’esistenza umana; sono simboli femminili e racchiudono i significati della fertilità e della protezione. Questa concezione di città si contrappone alla considerazione che le città e le metropoli del futuro saranno gli spazi principali di produzione di sviluppo economico e di ricchezza oltre che di concentrazione della maggior parte della popolazione mondiale. La metropolizzazione del Mondo del terzo millennio, tuttavia, coincide con le nuove forme di schiavitù che sono alimentate dalla prepotente affermazione del neoliberismo e del capitalismo finanziario globalizzato contemporaneo. Metropolizzazione e nuove schiavitù urbane sono gli aspetti complementari della stessa medaglia: sottosviluppo e discriminazione nell’uso delle risorse naturali e concentrazione delle ricchezze e dei grandi patrimoni nelle mani di sempre più ristrette oligarchie. Meno del 10 % della popolazione della Terra possiede quasi il 90 % delle ricchezze globali. Accesso alle risorse naturali ed energetiche del Pianeta e distribuzione delle ricchezze coniugati al responsabile e libero contenimento dell’incremento demografico e urbano rappresentano la sfida dei prossimi anni. Se le donne scienziate non si occuperanno concretamente di invertire l’attuale tendenza dello sviluppo urbano e demografico del Pianeta, così come si è imposta secondo una concezione maschile e violenta di competizione e di conflitti bellici, la sovrappopolazione del Pianeta associata alla sovra urbanizzazione e densificazione dei territori condanneranno il genere umano a condizioni di vita sempre più degradate e che erodono la dignità dell’esistenza. Le osservazioni e le riflessioni di pensatori, utopisti e teorici della città si ricompongono nello scenario moderno e contemporaneo secondo due filoni predominanti che hanno radici nella visione della città giardino di Haward e nella città industriale di Garnier. La prima oggi approda alle teorie del decentramento delle funzioni urbane per una compatibilità tra fragilità dei territori e capacità biologica del Pianeta all’impatto antropico, mentre, la seconda persegue l’obiettivo della densificazione urbana e della concentrazione della popolazione mondiale nelle metropoli post-industriali che oggi si traducono nelle megalopoli di favelas e baraccopoli. La città dei nostri giorni spesso non è più percepita dagli individui che la abitano come un luogo bello, sicuro e, in sintesi, familiare ma, al contrario, come un luogo inospitale, difficile, insicuro e sconosciuto.
2014
I Linguaggi dell'Incontro: per gli Incontri di Parole / Buondonno, Emma. - (2014). (Intervento presentato al convegno Rassegna d'incontri di diversi linguaggi della cultura contemporanea. tenutosi a San Gennaro all'Olmo, Complesso monumentale, San Gregorio Armeno, Napoli. nel 27 giugno 2014).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/587419
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