Per un “genere” di città e di governo del territorio: l’esempio di Napoli e della Campania Le tesi di F. Choay, studiosa dei fenomeni urbani e critico d’arte con importanti contributi sulle città e le metropoli, hanno sgomberato il cielo della scienza urbanistica maschile da molti luoghi comuni e dalle analisi quantitative e meccanicistiche sul funzionamento delle città e delle metropoli nell’età delle loro trasformazioni in megalopoli e nebulose urbane e megalopolitane fino alla metropolizzazione del Pianeta. Luoghi comuni e spirito competitivo che tuttora persistono e sono i principali motori delle speculazioni edilizie attuali contro le esigenze di vivibilità e di rispetto dei diritti dei cittadini e delle cittadine di ogni grande centro urbano o metropoli del Mondo. Ma in quale genere di città immaginiamo oggi di vivere desideriamo svolgere le nostre attività di lavoro o del tempo libero e della cura? La città è la madre di tutti i cittadini; “Città e Terra Madre” sono i luoghi in cui trascorre la vita degli individui dalla loro nascita fino alla loro morte; sono entrambe generatrici e custodi della vita e dell’esistenza umana; sono simboli femminili e racchiudono i significati della fertilità e della protezione. Questa concezione di città si contrappone alla considerazione che le città e le metropoli del futuro saranno gli spazi principali di produzione di sviluppo economico e di ricchezza oltre che di concentrazione della maggior parte della popolazione mondiale. La metropolizzazione del Mondo del terzo millennio, tuttavia, coincide con le nuove forme di schiavitù che sono alimentate dalla prepotente affermazione del neoliberismo e del capitalismo finanziario globalizzato contemporaneo. Meno del 10 % della popolazione della Terra possiede quasi il 90% delle ricchezze globali. Accesso alle risorse naturali ed energetiche del Pianeta e distribuzione delle ricchezze coniugati al responsabile e libero contenimento dell’incremento demografico e urbano rappresentano la sfida dei prossimi anni. Le osservazioni e le riflessioni di pensatori, utopisti e teorici della città si ricompongono nello scenario moderno e contemporaneo secondo due filoni predominanti che hanno radici nella visione della città giardino di Haward e nella città industriale di Garnier. La prima oggi approda alle teorie del decentramento delle funzioni urbane per una compatibilità tra fragilità dei territori e capacità biologica del Pianeta all’impatto antropico, mentre, la seconda persegue l’obiettivo della densificazione urbana e della concentrazione della popolazione mondiale nelle metropoli post-industriali che oggi si traducono nelle megalopoli di favelas e baraccopoli. La città dei nostri giorni spesso non è più percepita dagli individui che la abitano come un luogo bello, sicuro e, in sintesi, familiare ma, al contrario, come un luogo inospitale, difficile, insicuro e sconosciuto. La crescita inarrestabile delle città contemporanee equivale alla dissoluzione della città stessa e quindi alla sua morte, gli uomini distruggendo la città è come se uccidessero la loro stessa madre. Lo studio della città contemporanea si articola, dunque, in due aspetti assai differenti tra loro, che rimandano a tesi contrapposte, decentramento e densificazione, pur essendo generate queste ultime dalla riflessione sullo squilibrio tra la sovrappopolazione da un lato e la sovra urbanizzazione dall’altro. Nel primo caso gli studi sono più descrittivi e si analizzano i fenomeni urbani con un approccio tecnico e distaccato, si cerca di ordinare tali fenomeni secondo criteri quantitativi e sulla base di dati. Nel secondo caso a questa posizione analitica si oppone l’orientamento di quanti si sentono a disagio per la realtà delle grandi città industriali e ne percepiscono empaticamente lo straniamento e l’isolamento dell’individuo stesso.

Per un "genere" di città e di governo del territorio: l'esempio di Napoli e della Campania / Buondonno, Emma. - 1:(2014), pp. 63-75.

Per un "genere" di città e di governo del territorio: l'esempio di Napoli e della Campania.

BUONDONNO, EMMA
2014

Abstract

Per un “genere” di città e di governo del territorio: l’esempio di Napoli e della Campania Le tesi di F. Choay, studiosa dei fenomeni urbani e critico d’arte con importanti contributi sulle città e le metropoli, hanno sgomberato il cielo della scienza urbanistica maschile da molti luoghi comuni e dalle analisi quantitative e meccanicistiche sul funzionamento delle città e delle metropoli nell’età delle loro trasformazioni in megalopoli e nebulose urbane e megalopolitane fino alla metropolizzazione del Pianeta. Luoghi comuni e spirito competitivo che tuttora persistono e sono i principali motori delle speculazioni edilizie attuali contro le esigenze di vivibilità e di rispetto dei diritti dei cittadini e delle cittadine di ogni grande centro urbano o metropoli del Mondo. Ma in quale genere di città immaginiamo oggi di vivere desideriamo svolgere le nostre attività di lavoro o del tempo libero e della cura? La città è la madre di tutti i cittadini; “Città e Terra Madre” sono i luoghi in cui trascorre la vita degli individui dalla loro nascita fino alla loro morte; sono entrambe generatrici e custodi della vita e dell’esistenza umana; sono simboli femminili e racchiudono i significati della fertilità e della protezione. Questa concezione di città si contrappone alla considerazione che le città e le metropoli del futuro saranno gli spazi principali di produzione di sviluppo economico e di ricchezza oltre che di concentrazione della maggior parte della popolazione mondiale. La metropolizzazione del Mondo del terzo millennio, tuttavia, coincide con le nuove forme di schiavitù che sono alimentate dalla prepotente affermazione del neoliberismo e del capitalismo finanziario globalizzato contemporaneo. Meno del 10 % della popolazione della Terra possiede quasi il 90% delle ricchezze globali. Accesso alle risorse naturali ed energetiche del Pianeta e distribuzione delle ricchezze coniugati al responsabile e libero contenimento dell’incremento demografico e urbano rappresentano la sfida dei prossimi anni. Le osservazioni e le riflessioni di pensatori, utopisti e teorici della città si ricompongono nello scenario moderno e contemporaneo secondo due filoni predominanti che hanno radici nella visione della città giardino di Haward e nella città industriale di Garnier. La prima oggi approda alle teorie del decentramento delle funzioni urbane per una compatibilità tra fragilità dei territori e capacità biologica del Pianeta all’impatto antropico, mentre, la seconda persegue l’obiettivo della densificazione urbana e della concentrazione della popolazione mondiale nelle metropoli post-industriali che oggi si traducono nelle megalopoli di favelas e baraccopoli. La città dei nostri giorni spesso non è più percepita dagli individui che la abitano come un luogo bello, sicuro e, in sintesi, familiare ma, al contrario, come un luogo inospitale, difficile, insicuro e sconosciuto. La crescita inarrestabile delle città contemporanee equivale alla dissoluzione della città stessa e quindi alla sua morte, gli uomini distruggendo la città è come se uccidessero la loro stessa madre. Lo studio della città contemporanea si articola, dunque, in due aspetti assai differenti tra loro, che rimandano a tesi contrapposte, decentramento e densificazione, pur essendo generate queste ultime dalla riflessione sullo squilibrio tra la sovrappopolazione da un lato e la sovra urbanizzazione dall’altro. Nel primo caso gli studi sono più descrittivi e si analizzano i fenomeni urbani con un approccio tecnico e distaccato, si cerca di ordinare tali fenomeni secondo criteri quantitativi e sulla base di dati. Nel secondo caso a questa posizione analitica si oppone l’orientamento di quanti si sentono a disagio per la realtà delle grandi città industriali e ne percepiscono empaticamente lo straniamento e l’isolamento dell’individuo stesso.
2014
9788889972465
Per un "genere" di città e di governo del territorio: l'esempio di Napoli e della Campania / Buondonno, Emma. - 1:(2014), pp. 63-75.
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