Los empresarios chinos en la realidad económica napolitana

A partire della seconda metà degli anni Novanta, la presenza dei Cinesi nel Napoletano è diventata sempre più consistente. I primi Cinesi sono arrivati soprattutto dalla regione di Prato, dove si sono affermati come i principali attori economici nei compartimenti della pelletteria e della maglieria. Al loro arrivo, i Cinesi si sono stabiliti nei comuni periferici di S. Giuseppe Vesuviano e Terzigno - caratterizzati da un tessuto dinamico soprattutto nella produzione tessile – e, utilizzando le connessioni creatisi con gli imprenditori locali, si sono rapidamente integrati in questa nicchia economica. L’iscrizione dei Cinesi nel contesto economico napoletano è differente rispetto a quella degli altri gruppi di immigrati, distante dallo stereotipo del venditore ambulante straniero incarnato dal “Marocchino. Essi non si limitano a occupare il posto economico lasciato “libero” dagli autoctoni: essi giocano un ruolo decisivo nell’economica. Il loro inserimento nel tessuto napoletano - marcato dall’informalità e da forti tassi di disoccupazione - si è costruito a partire della loro capacità ad aggiustare i rapporti economici locali alla logica della globalizzazione. I Cinesi, infatti, circolano all’interno di reti transnazionali, si stabiliscono in spazi soprattutto urbani utilizzando le informazioni di chi è già insediato, si adattano alle legislazioni nazionali e internazionali e passano costantemente attraverso vari contesti giuridici soppesando le opportunità offerte dall’economia formale ma anche informale o illegale, come nel caso di Napoli.Questo campo migratorio è d’altronde collegato ad altri campi migratori, soprattutto europei. Allo stesso tempo però i Cinesi si sono accomodati del sistema economico napoletano e i processi di transnazionalizzazione che ne conseguono inglobano il valore del lavoro informale o illegale locale, l’uso di una manodopera non sempre dichiarata e forme illecite di circolazione della merce.