Il titolo della tesi di Diego Rossi, Metafisica del Cyberspazio, intende la metafisica in una duplice accezione: il lavoro, infatti, mira ad una comprensione dell’essenza metafisica di quel fenomeno che è indicato come cyberspazio, provando, contemporaneamente, a decostruire l’impianto metafisico, tecnico, che finora ha condotto, generalmente, la trattazione del sistema info-mediatico della rete. Il lavoro si sviluppa in due ampie sezioni. Una prima parte si concentra sul Denkweg heideggeriano, con il duplice scopo di ripercorrerlo facendo emergere la centralità del confronto con la cibernetica, per guadagnare, così, una solida base ermeneutica per un più diretto confronto con la metafisica del cyberspazio, sviluppato poi nella seconda sezione. Qui, il lavoro affronta la produzione para‒letteraria di William Gibson, l’autore che ha coniato il termine cyberspace, sottolineandone il carattere speculativo, nel senso di un “pensiero poetante” che tenta di comprendere il fenomeno complessivamente riassunto in tale espressione e mirando all’essenza della tecnologia intesa come l’evento del fenomenizzarsi stesso della temporalità. Attraverso queste coordinate, pertanto, è possibile articolare un’analisi della tecnologia informatica che miri alla sua essenza, delineando, dapprima, il senso metafisico della cibernetica e della teoria dell’informazione (e del loro incontro con la genetica e la biologia), per sviluppare poi un’analisi delle interpretazioni del fenomeno cyberspazio, in chiave ontologica, fornite, in primo luogo, da pensatori come Gottard Günther, Michael Heim, Richard Coyne, Ernesto Mayz Vallenilla, che per primi hanno affrontato la cibernetica, le tecnologie informatiche e il cyberspazio in una prospettiva squisitamente filosofica e che, non a caso, si sono direttamente confrontati con il pensiero di Heidegger. Il tentativo della tesi è, quindi, di far emergere un quadro complessivo della metafisica che sottende al cyberspazio, onde coglierne l’essenza (evidentemente non tecnica) e fornire, così, le coordinate per un interrogativo sulla “destinazione” dell’esserci che si annuncia in quel compimento della tecnica moderna che è, per l’appunto, il cyberspace come luogo della calcolabilità assoluta, cioè lo spazio cibernetico, inteso come quella dimensione tecnologica e virtuale che, attraverso l’informazione, allarga, letteralmente, lo spazio dell’essere-nel-mondo. Riconducendo la tecnologia al suo ambito più proprio, e dunque alla sua origine metafisica (e cioè riconducendo la tecnologia a quella dimensione dis-velante della formazione di mondo che caratterizza l’esserci in quanto tale ― una dimensione veritativa che frattanto si è attestata in un logos tecnico, nella calcolabilità assoluta della cibernetica indicata dal cyberspazio) il lavoro intende comprendere l’essenza di fenomeni quali la realtà virtuale ed aumentata, l’interfaccia, la connessione, la rete, l’etere etc.: altrettanti aspetti ontici, ricadute quotidiane (letteralmente: applicazioni tecnologiche) di quel che sul piano ontologico è indicato dal termine cyberspace. Nella convinzione che non sia possibile comprendere realmente un fenomeno simile relegandolo alla sfera delle telecomunicazioni e dei mass-media, la tesi recupera la riflessione heideggeriana sulla tecnica e sulla cibernetica, liberandola da alcune ipoteche che, ancor oggi, ne ostacolano un’effettiva ricezione. Tale riflessione è, infatti, ancora in larga misura interpretata come una Technikphilosophie, riconducibile a categorie ottocentesche. Ciò che, però, si scontra con molti aspetti del pensiero di Heidegger, e con le sue stesse, esplicite, affermazioni in merito.

Metafisica del Cyberspace. (di Diego Rossi) / Giugliano, Antonello. - (2014).

Metafisica del Cyberspace. (di Diego Rossi)

GIUGLIANO, ANTONELLO
2014

Abstract

Il titolo della tesi di Diego Rossi, Metafisica del Cyberspazio, intende la metafisica in una duplice accezione: il lavoro, infatti, mira ad una comprensione dell’essenza metafisica di quel fenomeno che è indicato come cyberspazio, provando, contemporaneamente, a decostruire l’impianto metafisico, tecnico, che finora ha condotto, generalmente, la trattazione del sistema info-mediatico della rete. Il lavoro si sviluppa in due ampie sezioni. Una prima parte si concentra sul Denkweg heideggeriano, con il duplice scopo di ripercorrerlo facendo emergere la centralità del confronto con la cibernetica, per guadagnare, così, una solida base ermeneutica per un più diretto confronto con la metafisica del cyberspazio, sviluppato poi nella seconda sezione. Qui, il lavoro affronta la produzione para‒letteraria di William Gibson, l’autore che ha coniato il termine cyberspace, sottolineandone il carattere speculativo, nel senso di un “pensiero poetante” che tenta di comprendere il fenomeno complessivamente riassunto in tale espressione e mirando all’essenza della tecnologia intesa come l’evento del fenomenizzarsi stesso della temporalità. Attraverso queste coordinate, pertanto, è possibile articolare un’analisi della tecnologia informatica che miri alla sua essenza, delineando, dapprima, il senso metafisico della cibernetica e della teoria dell’informazione (e del loro incontro con la genetica e la biologia), per sviluppare poi un’analisi delle interpretazioni del fenomeno cyberspazio, in chiave ontologica, fornite, in primo luogo, da pensatori come Gottard Günther, Michael Heim, Richard Coyne, Ernesto Mayz Vallenilla, che per primi hanno affrontato la cibernetica, le tecnologie informatiche e il cyberspazio in una prospettiva squisitamente filosofica e che, non a caso, si sono direttamente confrontati con il pensiero di Heidegger. Il tentativo della tesi è, quindi, di far emergere un quadro complessivo della metafisica che sottende al cyberspazio, onde coglierne l’essenza (evidentemente non tecnica) e fornire, così, le coordinate per un interrogativo sulla “destinazione” dell’esserci che si annuncia in quel compimento della tecnica moderna che è, per l’appunto, il cyberspace come luogo della calcolabilità assoluta, cioè lo spazio cibernetico, inteso come quella dimensione tecnologica e virtuale che, attraverso l’informazione, allarga, letteralmente, lo spazio dell’essere-nel-mondo. Riconducendo la tecnologia al suo ambito più proprio, e dunque alla sua origine metafisica (e cioè riconducendo la tecnologia a quella dimensione dis-velante della formazione di mondo che caratterizza l’esserci in quanto tale ― una dimensione veritativa che frattanto si è attestata in un logos tecnico, nella calcolabilità assoluta della cibernetica indicata dal cyberspazio) il lavoro intende comprendere l’essenza di fenomeni quali la realtà virtuale ed aumentata, l’interfaccia, la connessione, la rete, l’etere etc.: altrettanti aspetti ontici, ricadute quotidiane (letteralmente: applicazioni tecnologiche) di quel che sul piano ontologico è indicato dal termine cyberspace. Nella convinzione che non sia possibile comprendere realmente un fenomeno simile relegandolo alla sfera delle telecomunicazioni e dei mass-media, la tesi recupera la riflessione heideggeriana sulla tecnica e sulla cibernetica, liberandola da alcune ipoteche che, ancor oggi, ne ostacolano un’effettiva ricezione. Tale riflessione è, infatti, ancora in larga misura interpretata come una Technikphilosophie, riconducibile a categorie ottocentesche. Ciò che, però, si scontra con molti aspetti del pensiero di Heidegger, e con le sue stesse, esplicite, affermazioni in merito.
2014
Metafisica del Cyberspace. (di Diego Rossi) / Giugliano, Antonello. - (2014).
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