Partendo dall’assunzione che “post-moderno” sub specie architecturæ, come in filosofia, è un tipico “concetto ombrello” con una densità amplissima di significati spesso antinomici – si pensi al nostalgico ritorno alle forme storiche in polemica col modernismo, all’ipertrofia tecnologica o alla riproduzione derealizzata di simulacri, di εἴδωλα informi, spesso mimetici delle forme naturali – si punterà a riconoscere nel “ritorno alla realtà” un superamento efficiente di tale declinante stagione. Il realismo per l’architettura deve necessariamente essere “positivo”, non conducendo pertanto all’accettazione dello staus quo e delle contraddizioni dell’architettura e città contemporanee, bensì, come ci avverte Antonio Monestiroli, alla ricerca della “essenza del reale” per opporsi e superarne le aporie. In tale ambito si segnala come uno dei rischi – all’interno del dibattito sul nuovo-realismo –risieda in senso neoconservativo nella riproposizione “eclettica” di forme e modelli consolidati e nel rifiuto della possibilità di costruzione adeguata della città aperta. Dopo aver declinato, per l’architettura, le note coppie oppositive moderno v/s postmoderno proposte da Ihab Hassan, nel perseguire un rinnovato rapporto con la realtà, si avanzerà, in termini progressivi, l’urgenza di compimento dell’interrotto “progetto moderno”.
Per un "moderno" realismo / Capozzi, Renato. - (2014). (Intervento presentato al convegno Nuovo Realismo/Postmodernismo. Dibattito aperto fra architettura e filosofia tenutosi a Roma Facoltà di Architettura di Roma La Sapienza - Aula Magna Fontanella Borghese nel 28-29 ottobre 2014).
Per un "moderno" realismo
CAPOZZI, RENATO
2014
Abstract
Partendo dall’assunzione che “post-moderno” sub specie architecturæ, come in filosofia, è un tipico “concetto ombrello” con una densità amplissima di significati spesso antinomici – si pensi al nostalgico ritorno alle forme storiche in polemica col modernismo, all’ipertrofia tecnologica o alla riproduzione derealizzata di simulacri, di εἴδωλα informi, spesso mimetici delle forme naturali – si punterà a riconoscere nel “ritorno alla realtà” un superamento efficiente di tale declinante stagione. Il realismo per l’architettura deve necessariamente essere “positivo”, non conducendo pertanto all’accettazione dello staus quo e delle contraddizioni dell’architettura e città contemporanee, bensì, come ci avverte Antonio Monestiroli, alla ricerca della “essenza del reale” per opporsi e superarne le aporie. In tale ambito si segnala come uno dei rischi – all’interno del dibattito sul nuovo-realismo –risieda in senso neoconservativo nella riproposizione “eclettica” di forme e modelli consolidati e nel rifiuto della possibilità di costruzione adeguata della città aperta. Dopo aver declinato, per l’architettura, le note coppie oppositive moderno v/s postmoderno proposte da Ihab Hassan, nel perseguire un rinnovato rapporto con la realtà, si avanzerà, in termini progressivi, l’urgenza di compimento dell’interrotto “progetto moderno”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.