La lunga e complessa vicenda del Politecnico, dalla approvazione del progetto 1955 alla posa della prima pietra del 12 maggio 1956, sino alla tormentata realizzazione conclusasi solo nel 1965, danno conto della rilevanza dell'opera non solo dal punto di vista dimensionale ma soprattutto sul piano dell'impegno progettuale e costruttivo. La riflessione di Cosenza preliminare al progetto si sofferma sul chiarimento tematico e sul ruolo che tale edificio doveva assumere. Il tema della Università e delle Facoltà scientifiche oltre ad avere le sue peculiarità in termini di programma con le numerose funzioni da allocare investe un problema di significato e valore che tale istituzione deve poter rappresentare. Un luogo della trasmissione delle conoscenze, di saperi teorici e tecnico-pratici, di sperimentazione e ricerca in grado di incidere notevolmente sulla realtà fisica, sociale ed economica in cui si inscrive. Un luogo che renda possibile questa trasmissione nel modo più autentico, in grado di definire al suo interno altrettanti luoghi distintivi: quelli per l'incontro, per il trasferimento delle conoscenze, per la riflessione, per la meditazione, luoghi per lo studio e l'approfondimento, luoghi per la ricerca e la direzione delle attività di una così rilevante istituzione civile. La scuola politecnica erede della gloriosa Scuola di Ponti e Strade fondata da Gioacchino Murat nel 1811 doveva essere una scuola in grado «di insegnare a pensare correttamente da scienziato e da artista, a ricordare in ogni momento quale contributo la società si aspetta dal tecnico per la soluzione dei problemi e delle sue aspirazioni» . Un ambizioso progetto illuminista in cui alla enunciazione tematica doveva poi corrispondere una assunzione tipologica determinata che riuscisse a contemperare le esigenze quantitative e funzionali con quelle espressive e di valore che ne dovevano definire l'identità ed il carattere.
Il Politecnico di Napoli di Luigi Cosenza. Una "versione" cólta del mediterraneo / Capozzi, Renato. - (2014), pp. 156-171.
Il Politecnico di Napoli di Luigi Cosenza. Una "versione" cólta del mediterraneo
CAPOZZI, RENATO
2014
Abstract
La lunga e complessa vicenda del Politecnico, dalla approvazione del progetto 1955 alla posa della prima pietra del 12 maggio 1956, sino alla tormentata realizzazione conclusasi solo nel 1965, danno conto della rilevanza dell'opera non solo dal punto di vista dimensionale ma soprattutto sul piano dell'impegno progettuale e costruttivo. La riflessione di Cosenza preliminare al progetto si sofferma sul chiarimento tematico e sul ruolo che tale edificio doveva assumere. Il tema della Università e delle Facoltà scientifiche oltre ad avere le sue peculiarità in termini di programma con le numerose funzioni da allocare investe un problema di significato e valore che tale istituzione deve poter rappresentare. Un luogo della trasmissione delle conoscenze, di saperi teorici e tecnico-pratici, di sperimentazione e ricerca in grado di incidere notevolmente sulla realtà fisica, sociale ed economica in cui si inscrive. Un luogo che renda possibile questa trasmissione nel modo più autentico, in grado di definire al suo interno altrettanti luoghi distintivi: quelli per l'incontro, per il trasferimento delle conoscenze, per la riflessione, per la meditazione, luoghi per lo studio e l'approfondimento, luoghi per la ricerca e la direzione delle attività di una così rilevante istituzione civile. La scuola politecnica erede della gloriosa Scuola di Ponti e Strade fondata da Gioacchino Murat nel 1811 doveva essere una scuola in grado «di insegnare a pensare correttamente da scienziato e da artista, a ricordare in ogni momento quale contributo la società si aspetta dal tecnico per la soluzione dei problemi e delle sue aspirazioni» . Un ambizioso progetto illuminista in cui alla enunciazione tematica doveva poi corrispondere una assunzione tipologica determinata che riuscisse a contemperare le esigenze quantitative e funzionali con quelle espressive e di valore che ne dovevano definire l'identità ed il carattere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.