La dialettica tra rappresentazione fedele e veduta fantastica costituisce una costante nel lavoro e nell’immaginario dell’architetto prussiano Karl Friedrich Schinkel. Il celebre Panorama von Palermo del 1808 non è l’unica veduta urbana ad oscillare proprio tra realtà e fantasia: si tratta infatti di una finzione elaborata a partire da una precedente, fedele e accurata ricostruzione dell’immagine reale, cui seguirà pochi anni dopo il progetto di diorama de L’incendio di Mosca, dove Schinkel non è mai stato. Infatti, oltre a ritrarre più o meno fedelmente i luoghi, il grande “padre” dell’architettura tedesca modifica spesso la realtà rappresentata nei disegni prodotti in viaggio, o a seguito dei viaggi, come nel ben noto caso del duomo di Milano inserito nel paesaggio triestino o in quello della Villa Beuthiana calata in un paesaggio ischitano reinventato e idealizzato. Si tratta di un’attitudine già progettuale, con cui i modelli architettonici scelti sono reinterpretati in una chiave nuova; ma alla base di questa libertà creativa v’è un processo di “accumulazione selettiva” nella memoria, sicché una rappresentazione di città o di un paesaggio italiani eseguita quasi vent’anni dopo l’ultimo viaggio a sud delle Alpi sarà un’invenzione completa, ma ben più rappresentativa dell’immagine dell’Italia che Schinkel e i suoi committenti ripropongono quale modello in terra prussiana.
Città reale e città fantastica: diorama, scenografie e disegni di viaggio nell’opera di Karl Friedrich Schinkel / Maglio, Andrea. - (2014), pp. 469-480.
Città reale e città fantastica: diorama, scenografie e disegni di viaggio nell’opera di Karl Friedrich Schinkel
MAGLIO, ANDREA
2014
Abstract
La dialettica tra rappresentazione fedele e veduta fantastica costituisce una costante nel lavoro e nell’immaginario dell’architetto prussiano Karl Friedrich Schinkel. Il celebre Panorama von Palermo del 1808 non è l’unica veduta urbana ad oscillare proprio tra realtà e fantasia: si tratta infatti di una finzione elaborata a partire da una precedente, fedele e accurata ricostruzione dell’immagine reale, cui seguirà pochi anni dopo il progetto di diorama de L’incendio di Mosca, dove Schinkel non è mai stato. Infatti, oltre a ritrarre più o meno fedelmente i luoghi, il grande “padre” dell’architettura tedesca modifica spesso la realtà rappresentata nei disegni prodotti in viaggio, o a seguito dei viaggi, come nel ben noto caso del duomo di Milano inserito nel paesaggio triestino o in quello della Villa Beuthiana calata in un paesaggio ischitano reinventato e idealizzato. Si tratta di un’attitudine già progettuale, con cui i modelli architettonici scelti sono reinterpretati in una chiave nuova; ma alla base di questa libertà creativa v’è un processo di “accumulazione selettiva” nella memoria, sicché una rappresentazione di città o di un paesaggio italiani eseguita quasi vent’anni dopo l’ultimo viaggio a sud delle Alpi sarà un’invenzione completa, ma ben più rappresentativa dell’immagine dell’Italia che Schinkel e i suoi committenti ripropongono quale modello in terra prussiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.