L’urgenza di ottimizzare le risorse e di contenere i consumi energetici ha determinato la necessità di adeguare il patrimonio architettonico esistente alle sopraggiunte istanze di sostenibilità. Alla luce degli indirizzi normativi adottati in tema ambientale, la questione energetica è attuale ed urgente, e si innesca all’interno di problematiche ormai radicate. Da tempo si rileva la necessità di contrastare il degrado delle periferie, ma pochi sono stati gli interventi di recupero, e la difficoltà di gestione delle case popolari – complicata dai mutamenti del regime di proprietà degli alloggi, dal pubblico al privato – di certo non aiuta ad operare le necessarie azioni di riqualificazione . Il problema energetico esiste e non può essere circoscritto all’intervento su un appartamento né sul singolo edificio, e del resto sarebbe riduttivo avere come unico obiettivo quello di incrementare le prestazioni del fabbricato per diminuire i consumi. Come agire? Quali sono gli strumenti e le soluzioni più appropriati al nostro contesto? In questo scenario, il seminario intende approfondire alcuni aspetti della riqualificazione dei quartieri residenziali d’autore che, in una visione sostenibile, possono essere assunti nei progetti di rigenerazione urbana come risorse da valorizzare. Investiti da problematiche di degrado e di inadeguatezza, soprattutto in tema di dispendio energetico, molti di questi quartieri sono costituiti da costruzioni obsolete. Tra le origini delle condizioni di degrado attuali, con particolare riferimento ai quartieri popolari della ricostruzione, vi è certamente la ‘fragilità’ costruttiva degli edifici realizzati in cemento armato con materiali e soluzioni tecniche all'epoca ancora sperimentali, ed eseguiti in economia di spesa. (Rosalia Vittorini, Dalla ri-costruzione alla ri-qualificazione: costruzione e progetto delle case popolari) Si tratta di realtà molto diverse per qualità costruttiva, ruolo urbano, regime di proprietà (una parte sostanziale è patrimonio pubblico in fase di alienazione) . Riguardo agli strumenti per la salvaguardia, l’innalzamento della soglia per l’apposizione del vincolo di tutela di un’architettura da 50 a 70 anni dalla costruzione, esclude dalla norma tutta la produzione della seconda metà del Novecento, compreso i quartieri d’autore della ricostruzione post-bellica. (Ugo Carughi, Quali strumenti per la tutela dei quartieri d’autore?) Il valore dei quartieri d’autore riguarda non soltanto la scala dell’architettura ma anche quella urbana. Seppure le condizioni di contesto di questi complessi siano generalmente oggi differenti rispetto a quelle degli anni della costruzione, da tali insediamenti, riconosciuti come “parti” di città chiaramente identificabili e descrivibili nei loro limiti morfologici, è possibile partire per ‘disegnare’ interventi di riqualificazione urbana alla scala del quartiere anche in relazione alla dotazione di attrezzature e spazi pubblici. (Renato Capozzi e Federica Visconti, Metodologie del progetto urbano: Rione Luzzatti a Poggioreale e Rione D’Azeglio a Barra) Considerato l'assenza di vincolo, non può esistere alcuna azione di controllo e di indirizzo da parte delle Soprintendenze. Difficile comprendere se e come sarebbe possibile intervenire su volumi aggiunti, superfetazioni, abusive e talvolta anche condonate. (Alfonso Cecere, I quartieri d’autore e l’alienazione del patrimonio pubblico: salvaguardia del patrimonio e proprietà privata)

seminario sulla riqualificazione dei quartieri d'autore riflessioni interdisciplinari / Ascione, Paola; Carughi, Ugo; Cecere, Alfonso; R., Vittorini; Capozzi, Renato; Visconti, Federica. - (2013).

seminario sulla riqualificazione dei quartieri d'autore riflessioni interdisciplinari

ASCIONE, PAOLA;CARUGHI, Ugo;CECERE, ALFONSO;CAPOZZI, RENATO;VISCONTI, FEDERICA
2013

Abstract

L’urgenza di ottimizzare le risorse e di contenere i consumi energetici ha determinato la necessità di adeguare il patrimonio architettonico esistente alle sopraggiunte istanze di sostenibilità. Alla luce degli indirizzi normativi adottati in tema ambientale, la questione energetica è attuale ed urgente, e si innesca all’interno di problematiche ormai radicate. Da tempo si rileva la necessità di contrastare il degrado delle periferie, ma pochi sono stati gli interventi di recupero, e la difficoltà di gestione delle case popolari – complicata dai mutamenti del regime di proprietà degli alloggi, dal pubblico al privato – di certo non aiuta ad operare le necessarie azioni di riqualificazione . Il problema energetico esiste e non può essere circoscritto all’intervento su un appartamento né sul singolo edificio, e del resto sarebbe riduttivo avere come unico obiettivo quello di incrementare le prestazioni del fabbricato per diminuire i consumi. Come agire? Quali sono gli strumenti e le soluzioni più appropriati al nostro contesto? In questo scenario, il seminario intende approfondire alcuni aspetti della riqualificazione dei quartieri residenziali d’autore che, in una visione sostenibile, possono essere assunti nei progetti di rigenerazione urbana come risorse da valorizzare. Investiti da problematiche di degrado e di inadeguatezza, soprattutto in tema di dispendio energetico, molti di questi quartieri sono costituiti da costruzioni obsolete. Tra le origini delle condizioni di degrado attuali, con particolare riferimento ai quartieri popolari della ricostruzione, vi è certamente la ‘fragilità’ costruttiva degli edifici realizzati in cemento armato con materiali e soluzioni tecniche all'epoca ancora sperimentali, ed eseguiti in economia di spesa. (Rosalia Vittorini, Dalla ri-costruzione alla ri-qualificazione: costruzione e progetto delle case popolari) Si tratta di realtà molto diverse per qualità costruttiva, ruolo urbano, regime di proprietà (una parte sostanziale è patrimonio pubblico in fase di alienazione) . Riguardo agli strumenti per la salvaguardia, l’innalzamento della soglia per l’apposizione del vincolo di tutela di un’architettura da 50 a 70 anni dalla costruzione, esclude dalla norma tutta la produzione della seconda metà del Novecento, compreso i quartieri d’autore della ricostruzione post-bellica. (Ugo Carughi, Quali strumenti per la tutela dei quartieri d’autore?) Il valore dei quartieri d’autore riguarda non soltanto la scala dell’architettura ma anche quella urbana. Seppure le condizioni di contesto di questi complessi siano generalmente oggi differenti rispetto a quelle degli anni della costruzione, da tali insediamenti, riconosciuti come “parti” di città chiaramente identificabili e descrivibili nei loro limiti morfologici, è possibile partire per ‘disegnare’ interventi di riqualificazione urbana alla scala del quartiere anche in relazione alla dotazione di attrezzature e spazi pubblici. (Renato Capozzi e Federica Visconti, Metodologie del progetto urbano: Rione Luzzatti a Poggioreale e Rione D’Azeglio a Barra) Considerato l'assenza di vincolo, non può esistere alcuna azione di controllo e di indirizzo da parte delle Soprintendenze. Difficile comprendere se e come sarebbe possibile intervenire su volumi aggiunti, superfetazioni, abusive e talvolta anche condonate. (Alfonso Cecere, I quartieri d’autore e l’alienazione del patrimonio pubblico: salvaguardia del patrimonio e proprietà privata)
2013
seminario sulla riqualificazione dei quartieri d'autore riflessioni interdisciplinari / Ascione, Paola; Carughi, Ugo; Cecere, Alfonso; R., Vittorini; Capozzi, Renato; Visconti, Federica. - (2013).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/576829
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